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Termoli produrrà cambi ibride Stellantis. Ipotesi attacco petroliera Mar Ligure. Jindal colpisce Baku per l’Ilva

Termoli produrrà cambi delle auto ibride Stellantis. Si fa strada l’ipotesi di un attacco alla petroliera nel Mar Ligure. Jindal attacca Baku per l’Ilva: inesperti nella gestione di impianti complessi. La rassegna Energia

Dal 2026 i cambi delle ibride Stellantis verranno prodotti anche a Termoli. La nuova linea di produzione renderà lo stabilimento molisano il terzo polo produttivo Stellantis di questo componente essenziale per le vetture ibride del gruppo. Allerta rossa nel Mar Ligure dopo il mistero del danneggiamento alla petroliera Seajewel al largo di Savona. Tra le ipotesi al vaglio della Procura c’è il sabotaggio. Una tesi avvalorata dal fatto che le lamiere dello scafo sarebbero rientrate verso l’interno, che farebbe pensare a un attacco esterno. Chi e perché avrebbe voluto danneggiare la nave?
In attesa della decisione dei commissari sulle offerte per l’Ilva di Taranto la gara si accende. Jindal ha cercato di screditare Baku Steel accusandolo di non possedere esperienza nella gestione di impianti complessi. La rassegna Energia.

AUTO, STELLANTIS PRODURRA’ CAMBI IBRIDE TERMOLI

“L’Italia si aggiudica un altro pezzo delle produzioni future di componenti per le famiglie di modelli ibridi Stellantis. Dopo Mirafiori tocca a Termoli, storica fabbrica di motori di casa Fiat, ospitare una linea di produzione dei cambi eDCT (Electrified Dual Clutch Transmission), a partire dal 2026. L’obiettivo, a regime, è di arrivare a 300mila unità all’anno, con lo stabilimento molisano destinato a diventare il terzo polo produttivo Stellantis per questo componente essenziale alle motorizzazioni ibride, accanto a Mirafiori e a Metz, in Francia. «Con questa decisione, Stellantis ribadisce il proprio impegno nelle fabbriche italiane – si legge in una nota – in linea con il piano industriale presentato lo scorso dicembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy»”, si legge su Il Sole 24 Ore.

“«Questa notizia rappresenta un segnale importante per lo stabilimento, poiché l’assegnazione di questa nuova produzione impiegherà circa 300 lavoratori – spiegano i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Ugl, Fismic e Quadri – che tuttavia non saranno nuove assunzioni, ma andranno a compensare in parte la perdita occupazionale dovuta alla chiusura della produzione del motore FIRE». (…) La nuova produzione inizierà nel primo semestre dell’anno prossimo mentre «non prima di giugno e comunque entro l’anno» ACC – joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies – scioglierà le riserve sui suoi piani di investimento tanto per l’Italia quanto per la Germania, con l’obiettivo di prendere una decisione sul futuro impegno a realizzare nuove Gigafactory in Europa”, continua il giornale.

“Sono duemila gli addetti nella fabbrica molisana, dove circa la metà degli addetti è in contratto di solidarietà. Il polo di Termoli sconta due ordini di problemi spiega Marco Laviano della Fim Cisl: «Da un lato il calo dei volumi che ha portato da 800mila e mezzo milione il numero di motori prodotti negli ultimi anni, e poi le strategie industriali del Gruppo, che hanno favorito i motori di derivazione PSA e svantaggiato la famiglia dei GSE, in produzione qui a Termoli». L’arrivo della nuova Fiat 500 ibrida a Mirafiori rappresenterà un possibile cambio di rotta visto che quel modello monterà un motore GSE ibrido. La produzione di cambi elettrificati continuerà sia a Mirafiori che a Metz dove a regime si raggiungeranno i 600mila pezzi all’anno. (…) In linea con l’aumento di produzione di cambi eDCT, comunica Stellantis, verranno incrementati anche i livelli produttivi dei suoi componenti chiave, prodotti a Sint Truiden (Belgio) e Metz dove sarà realizzata una nuova linea di assemblaggio. La notizia è arrivata ai sindacati italiani ieri mattina, a ridosso della comunicazione ufficiale fatta dal Gruppo che contestualmente conferma i piani di sviluppo anche negli stabilimenti francesi, «che hanno beneficiato di consistenti investimenti negli ultimi anni, volti a garantirne l’ammodernamento e la conversione in linea con la transizione elettrica» scrive l’azienda in una nota”, continua il giornale.

ENERGIA, ATTACCO PETROLIERA MAR LIGURE

“Una frattura dello scafo di poco meno di un metro. L’allarme per due ordigni che sarebbero deflagrati. Il sospetto di un possibile sabotaggio. Lo spettro di un disastro ambientale. E tanti, troppi, particolari ancora da chiarire. Si alza l’allerta nel mar Ligure dopo il giallo del danneggiamento alla petroliera Seajewel, un gigante di 245 metri
proveniente dall’Algeria attraccato al largo di Savona, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. La procura della Repubblica savonese ha aperto un fascicolo non escludendo alcuna ipotesi: di conseguenza anche l’opzione del sabotaggio resta in piedi. Un fatto che ha avuto come immediato effetto la segnalazione al governo e l’arrivo dei sommozzatori
da La Spezia per il controllo complessivo dello scafo al campo boe Sarpom, tra Savona e Vado Ligure, dove la Seajewel
era attraccata per lo scarico del petrolio. Che da lì verrà poi spedito alle raffinerie. Un giallo alimentato anche da un fatto: la Seajewel è finita in passato al centro di alcune inchieste giornalistiche che si sono occupate delle “flotte ombra” dalla Russia, petroliere fantasma che continuano a rifornire di greggio l’Europa nonostante le sanzioni contro Mosca”, si legge su Il Corriere della Sera.

“La chiave di tutto è quel breve passaggio della nota della Capitaneria di Porto: «Da accertare». Dal momento dell’allarme sono state immediate le procedure previste dai piani antinquinamento e antincendio portuali: «Non sono stati registrati sversamenti né danni a persone – confermano dalla Capitaneria –. Sono attualmente in corso accertamenti tecnici a bordo dell’unità in questione volti a verificare l’origine di tali anomalie e ad eliminare le stesse per il prosieguo delle operazioni in sicurezza». (…) le lamiere dello scafo sarebbero rientrate verso l’interno dopo il danneggiamento, cosa che farebbe pensare a un evento capitato sull’esterno della nave (di qui il sospetto di un’esplosione) i cui effetti sono stati comunque lievi considerata la stazza dell’imbarcazione. La falla sullo scafo
avrebbe colpito la parte della nave dove è sistemata la cisterna d’acqua che divide il greggio dalla lamiera esterna. (…) L’ipotesi sabotaggio è comunque quella che agita maggiormente. C’è stato davvero qualcuno che ha voluto danneggiare appositamente la nave? E se sì, chi? Tutte domande a cui si cercherà di dare risposte nelle prossime ore. Anche perché dalla Procura nessuno si sente di escludere con certezza che il danneggiamento sia stato causato da un atto volontario. Una posizione di logica prudenza, certo, ma la cautela sta a significare che ci possono essere, almeno in
questa prima fase di accertamenti, dei dettagli che non convincono”, continua il giornale.

ILVA, JINDAL CONTRO BAKU: INESPERTA SU GRANDI SITI

“S’infiamma la gara per l’acquisizione dell’ex Ilva di Taranto. Il gruppo indiano Jindal attacca i rivali azeri di Baku Steel, che paiono in vantaggio, accusandoli di «mancanza di esperienza nella gestione di impianti complessi». Competenza che, invece, Jindal sostiene di avere, così come «forza industriale». Insomma, proseguono gli indiani, bisognerebbe «avere nella scelta una visione a lungo termine e guardare agli investimenti che Jindal ha dichiarato per garantire la stabilità dell’Ilva e assicurarne la crescita». (…) Si tratta di aspettare una decina di giorni durante i quali i commissari valuteranno le offerte. Intanto, oggi al ministero del Lavoro ci sarà un incontro con i sindacati sulla proroga per un anno della cassa integrazione per 3.420 persone”, si legge su Il Corriere della Sera.

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