L’Africa Occidentale è lo sbocco principale dell’Europa, e quest’anno ha rappresentato circa il 28% (pari a 13,2 milioni di tonnellate) delle esportazioni europee di benzina
I flussi di benzina in uscita dall’Europa nel 2024 potrebbero cambiare, poiché i trader stanno cercando di trovare uno sbocco per il crescente eccesso di offerta della regione, di fronte all’inasprimento delle normative e all’emergere, a lungo atteso, della capacità di raffinazione dell’Africa Occidentale. L’Europa detiene un eccesso di offerta di benzina e, per eliminarlo, fa molto affidamento sulle esportazioni. Teoricamente, questo requisito aumenterà, poiché le raffinerie europee utilizzano delle ardesie più leggere in assenza dell’Urals russo. Secondo i dati Vortexa, i greggi leggeri e dolci – che producono un volume maggiore di prodotti leggeri come la benzina – nel 2023 hanno rappresentato circa il 41% delle importazioni europee, rispetto al 36% dello scorso anno.
LA GRAN PARTE DELLA BENZINA EUROPA ARRIVA NELL’AFRICA OCCIDENTALE
L’Africa Occidentale è lo sbocco principale dell’Europa, e quest’anno ha rappresentato circa il 28% (pari a 13,2 milioni di tonnellate) delle esportazioni europee di benzina. Il commercio tra l’Europa e l’Africa Occidentale ha subìto dei rapidi cambiamenti a partire da aprile, poiché l’esportazione di carichi è migrata rapidamente dall’Olanda al Belgio, a seguito della decisione dell’Olanda, lo scorso aprile, di inasprire le norme sull’esportazione sulla qualità del carburante.
Nel primo trimestre 2023, oltre il 42% delle esportazioni verso l’Africa Occidentale proveniva dall’Olanda, mentre il 30% dal Belgio. Da aprile a dicembre, però, la situazione è cambiata: il 48% delle esportazioni che lasciavano l’Europa provenivano dal Belgio e solo il 21% dall’Olanda. I Paesi Bassi stavano cercando di creare delle condizioni di parità incoraggiando il Paese vicino ad attuare una regolamentazione altrettanto rigorosa. I ministri dell’Energia e dell’Ambiente del Belgio hanno delineato i piani per allineare il Paese alle più severe normative olandesi sulle esportazioni, e il governo belga ha dichiarato che la legge potrebbe essere adottata nel primo trimestre 2024.
Quando accadrà, le esportazioni verso l’Africa Occidentale da Amsterdam-Rotterdam-Anversa (ARA) – il maggiore centro di miscelazione ed esportazione d’Europa – dovranno essere di qualità superiore, riducendo i margini di miscelazione e raffinazione, poiché i flussi di qualità inferiore rimarranno e non avranno un’uscita chiara.
LE PREVISIONI DEI COMMERCIANTI
I commercianti hanno opinioni contrastanti sulle conseguenze di una regolamentazione ARA omogeneizzata. La domanda dell’Africa Occidentale potrebbe ancora essere soddisfatta da carichi europei che arrivano attraverso un’altra giurisdizione. I porti del Mediterraneo occidentale – come Gibilterra e Algeciras – o i porti del Nord Africa come Skhira, in Tunisia, potrebbero rappresentare delle soluzioni a breve termine per il blending. Altri territori lungo il percorso, come le Isole Canarie, potrebbero emergere come hub di fusione.
I POTENZIALI NUOVI MERCATI DELLA BENZINA
Anche il mercato potrebbe subire uno sconvolgimento più ampio: il Golfo del Medio Oriente potrebbe assorbire parte della quota di mercato europea nell’Africa Occidentale, poiché nuove raffinerie – come al-Zour e Duqm – continuano a svilupparsi. I commercianti hanno lasciato intendere anche che una maggiore quantità di benzina della costa del Golfo degli Stati Uniti potrebbe trovare posto nell’Africa Occidentale, mentre la benzina che in precedenza fluiva dalla costa del Golfo alla costa atlantica degli Stati Uniti potrebbe essere sostituita da carichi provenienti dall’Europa nordoccidentale.
LE RAFFINERIE IN NIGERIA E LE RIPERCUSSIONI SUL COMMERCIO CON L’EUROPA
Per aggiungere un ulteriore livello di complessità e incertezza, dopo anni di attesa, la capacità di raffinazione in Nigeria sembra essere sulla buona strada per crescere nel 2024. La raffineria Dangote dovrebbe avviarsi, anche se con una produttività inferiore a quella indicata dalla sua capacità nominale di 650.000 barili al giorno. Contestualmente dovrebbe riavviarsi anche l’impianto di Port Harcourt, da 210.000 b/g, che è fermo dall’aprile 2021.
Dangote dovrebbe ricevere 6 carichi di greggio, per un totale di 6 milioni di barili a dicembre e all’inizio di gennaio, per sostenere il fabbisogno di avvio dell’impianto di 350.000 b/g. A pieno regime, la raffineria produrrà 326.000 b/g di benzina, conforme alle specifiche Euro V.
I trader sono più incerti riguardo alla tempistica prevista per il suo avvio, e si aspettano dei problemi all’inizio dell’attività. Ad ogni modo, qualsiasi capacità di raffinazione che si traduca in volumi inferiori esportati verso il più grande sbocco di esportazione d’Europa vedrà una maggiore offerta rimanente in Europa, pesando sui prezzi della benzina. Gli ostacoli normativi nell’Europa nordoccidentale e l’aumento dell’offerta nell’Africa Occidentale faranno sì che, il prossimo anno, la rotta commerciale di lunga data tra le regioni subirà un cambiamento rapido e profondo.