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EDF

In Francia una corte d’appello autorizza l’acquisizione di EDF da parte del governo

La nazionalizzazione completa, annunciata lo scorso luglio e costata 9,7 miliardi di euro, è strategica per lo Stato francese, che già prima dell’acquisizione deteneva l’84% del colosso energetico

Una corte d’appello francese ha respinto la denuncia, presentata da alcuni azionisti di minoranza, contro i termini dell’acquisizione di EDF da parte del governo, aprendo la strada ad una piena nazionalizzazione della società. In un documento che riassume la sentenza, visionato dall’agenzia Reuters, si legge che la corte d’appello “ha respinto tutte le richieste dei querelanti”.

LA QUESTIONE DEL PREZZO PER AZIONE

Oggetto principale del contendere è il prezzo di 12 euro per azione al quale lo Stato ha deciso di riacquistare dai soci i titoli che gli mancano per controllare integralmente la società. Un prezzo che viene ritenuto troppo basso, con i denuncianti che chiedono un minimo di 15 euro.

All’apertura del capitale, nel 2005, l’azione era stata venduta a 32 euro, con uno sconto del 20% per i dipendenti a 25,60 euro. Il prezzo di 12 euro è stato convalidato dalla perizia di un esperto indipendente, ma i piccoli azionisti ritengono che la società sia sottovalutata e che sia stata ingiustamente penalizzata nei suoi ricavi da un meccanismo imposto dallo Stato, obbligandola a vendere la sua energia nucleare a prezzi bassi a produttori e fornitori alternativi.

Il presidente dell’associazione per la difesa degli azionisti di minoranza – che aveva sporto denuncia, affermando che il prezzo di 12 euro per azione offerto per l’acquisizione era troppo basso – si è rifiutato di commentare, affermando che serve del tempo per comprendere appieno la decisione e le possibili opzioni legali. EDF non ha commentato.

IL BUYOUT DEL 2022

Lo scorso anno il governo francese ha lanciato un buyout per le azioni che non possedeva già in EDF, con l’obiettivo di cancellarla dalla quotazione, accumulando circa 10 miliardi di euro per assumere il pieno controllo del gruppo, carico di debiti, come parte di una strategia a lungo termine per l’energia nucleare che include la costruzione di almeno 6 nuovi reattori.

LA PERDITA NETTA E LA QUOTA DEL GOVERNO

Nel 2022 il gruppo EDF ha registrato una perdita netta record di 17,9 miliardi di euro, flagellato da un numero senza precedenti di interruzioni ai suoi reattori. Lo Stato francese attualmente detiene il 95,82% del capitale sociale e almeno il 96,53% dei diritti di voto di EDF, ma l’offerta è stata sospesa dalla causa degli azionisti di minoranza. Il governo si è impegnato a riaprire l’OPA per 10 giorni di negoziazione, prima di avviare la procedura di squeeze-out.

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