L’emendamento in Manovra sugli incentivi all’acquisto di auto elettriche ha suscitato polemiche che coinvolgono lo stesso governo.
QUALCHE NUMERO SULLE ELETTRICHE
CASTELLI TRADITA DALLA PANDA
un’auto, perché non aggiungiamo tasse. E tutela chi sceglie un’utilitaria e quindi se volete i qualche modo i ceti più..». A questo punto viene interrotta dal conduttore il quale ribatte: “Non è vero perché un’utilitaria come la Panda 1.2 euro 6 a benzina costerebbe 300 euro euro in più”.
Colta alla sprovvista, Castelli ha risposto all’obiezione: “Potrebbero scegliere di comprare un’utilitaria che magari è una Panda 1000”. Panda 1000 che tra l’altro non esiste.
RIXI (LEGA): “NON DOBBIAMO PENALIZZARE”
Siamo favorevoli alla diffusione delle auto elettriche, non a mettere ulteriori balzelli. È giusto accompagnare il settore con delle misure, ma senza creare problemi. Non dobbiamo penalizzare, ma offrire ai cittadini delle alternative percorribili. Abbiamo l’esigenza di rinnovare il parco auto, per ridurre i consumi e avere più sicurezza nelle strade, ma non possiamo pensare di caricare ulteriori oneri su
chi vuole cambiare l’automobile. E anche un problema di giustizia sociale. Sono le persone più povere ad avere le automobili più vecchie ed inquinanti. E anche per loro che dobbiamo creare degli incentivi.
La proposta, anche se va nel senso giusto, mi pare un po’ prematura. Vuoi per il costo, vuoi perché hanno limitazioni nelle lunghe percorrenze, l’auto elettrica oggi è quasi sempre la seconda o la terza macchina in famiglia. Dobbiamo ammettere che su certe tecnologie la nostra industria del settore è un po’ indietro. Per questo dico che dobbiamo accompagnare il settore, senza strattonarlo. Il problema che è stato posto con l’emendamento è assolutamente corretto. Bisogna cercare degli strumenti per indirizzare la domanda, ma che non creino storture nel mercato. Oggi sul mercato delle utilitarie c’è la Panda
1.2 a benzina, quella a gasolio, ma un modello elettrico di quella cilindrata non c’è. Serve una riflessione su tutti i fronti, per una soluzione che contemperi le esigenze ambientali, che non possiamo
trascurare, e quelle di mobilità dei cittadini».
CONTRARIO IL VICEPREMIER SALVINI
tassata a livelli folli. Aumentare le imposte sul settore è una delle cose meno utili da fare in questo momento».Di Maio invece su Facebook ha scritto che vuole aprire un tavolo del settore per evitare tasse mantenendo gli incentivi anti-inquinamento. «Lunedì o martedì incontrerò le imprese, i sindacati del settore e i consumatori».
IL PARERE DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE COSTA
dell’auto».
TUTTE LE POSIZIONI CONTRARIE
PREVISIONI PREOCCUPANTI
IL FRONTE APERTO DA FEDERMECCANICA E ASSOLAVORO
24 mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato, ridotto di 12 mesi dal decreto. Per loro nessun rinnovo, anche se stipulati prima dell’entrata in vigore della legge 96 di conversione di quel
decreto (9 agosto), come dispone una circolare del 31 ottobre firmata proprio da Di Maio. Il ministro del Lavoro non la prende bene: «Questo è un numero tutto da dimostrare», replica a Federmeccanica. «Ci sono contratti a tempo determinato che non verranno rinnovati, ma nella legge di bilancio abbassiamo l’Ires al 15% a chi assume o fa investimenti in azienda». Il ministro omette di ricordare che l’incentivo non è legato ai contratti stabili. Le aziende incassano lo sconto anche se prendono solo personale a termine. Il contrario esatto di quanto si riprometteva Di Maio con il decreto di luglio.
I RISCHI PER LA FILIERA AUTOMOTIVE
Ma per fortuna, come per tutto il resto arriva il premier Conte a sistemare le cose: “abbiamo deciso di effettuate un supplemento di riflessione, e quindi abbiamo rinviato ai prossimi giorni”. Poteva andare peggio, poteva sempre dire “valuteremo l’analisi costi benefici”.