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Industriali vogliono ritorno nucleare e modifiche auto. Riduzione Cigs con altoforno Ilva. Politica in tilt su Golar Tundra. Che c’è sui giornali

Endorsement degli industriali per la politica del governo su nucleare e transizione auto. Calderone (Minlavoro): “Riduzione cassa integrazione con riavvio altoforno Ilva”. Le giravolte della politica sul rigassificatore Golar Tundra. La rassegna Energia

Gli industriali appoggiano in pieno la linea del Governo sul ritorno al nucleare e la revisione di tempi e modi della transizione nel settore auto. La conferma è arrivata ieri nel corso dell’assemblea di Assolombarda, durante la quale il numero 1 di Confindustria, Emanuele Orsini, ha lanciato la proposta di una Ires premiale per chi investe il 30% degli utili in tecnologia. La ripartenza dell’altoforno 1 dell’ex Ilva porterà a una “significativa riduzione dell’uso della cassa integrazione straordinaria con l’obiettivo di un graduale ritorno alla piena occupazione”. Lo ha detto ieri li ministro del Lavoro, Marina Calderone, durante la visita di ieri allo stabilimento di Taranto. La vicenda del rigassificatore di Piombino (Livorno) che nel 2026 sarà spostato a Vado Ligure (Savona) mostra la mancanza di lungimiranza della politica sull’energia. Marco Bucci e Andrea Orlando, i candidati di spicco all’elezione del nuovo presidente della Liguria, dopo aver appoggiato pubblicamente il rigassificatore hanno cambiato idea e ora si dicono contrari perché devasterebbe il territorio. La rassegna Energia.

NUCLEARE, ORSINI (CONFINDUSTRIA): “PREMIARE CHI INVESTE, REGOLE ENTRO L’ANNO”

“Sintonia tra governo e industriali. Dopo l’assemblea di Confindustria lo scorso settembre, una conferma è arrivata ieri dalle assise di Assolombarda, prima territoriale del sistema. Il «comune sentire» è radicato soprattutto su due terreni: ritorno al nucleare, da una parte, e dall’altra. (…) Il presidente di Assolombarda Alessandro Spada ha prima di tutto rivendicato il ruolo di traino della Lombardia: «Se fossimo un Paese saremmo il decimo per Pil in Europa, prima di Austria, Danimarca, Finlandia e Grecia». Poi l’affondo: «Diciamo chiaramente la verità: la “data decisiva” del 2035 per lo stop al motore endotermico non sarà rispettata», ha tagliato corto davanti ai 1.500 seduti in platea. Nelle prime file Marco Tronchetti Provera, Fedele Confalonieri, Emma Marcegaglia, Diana Bracco, Sergio Dompè, Veronica Squinzi, Nicola Monti, Renato Mazzoncini. Insieme con il presidente del Senato Ignazio La Russa e i ministri Valditara (Istruzione) e Santanchè (Turismo). Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha subito dopo precisato la linea del governo sull’automotive. In sostanza, nell’immediato non si chiede all’Ue di procrastinare la data del 2035 ma di anticipare dal 2026 al 2025 il momento della verifica sull’accordo”, si legge su Il Corriere della Sera.

“Per quanto riguarda il nucleare, Urso ha ribadito da una parte la volontà di regolare per legge entro l’anno la possibilità di costruire nuove centrali. Dall’altra la determinazione a creare una newco italiana con partnership tecnologica straniera per i reattori di terza generazione. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, si fa avanti: «Siamo disponibili a individuare dei siti». «Ci dica in che città e territori», ha risposto il capogruppo Pd in Regione, Pierfrancesco Majorino. (…) Orsini ieri ha lanciato la proposta di una «Ires premiale». «Una Ires per chi mantiene il 70% degli utili nell’azienda usando una parte pari al 30% per gli investimenti in tecnologia, produttività, welfare e formazione». Nell’incontro Urso-Orsini in calendario mercoledì si parlerà anche di questo”, continua il giornale.

ENERGIA, RIDUZIONE CIGS CON RIAVVIO ALTOFORNO 1 ILVA

“Con la ripartenza dell’altoforno 1, avvenuta la scorsa settimana, Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, annuncia al ministro del Lavoro, Marina Calderone, in visita ieri allo stabilimento di Taranto, di aver avviato «una significativa riduzione dell’uso della cassa integrazione straordinaria con l’obiettivo di un graduale ritorno alla piena occupazione». Inoltre, per l’azienda, la riaccensione dell’impianto «segna l’inizio di un percorso che mira alla transizione verso la decarbonizzazione e l’adozione di forni elettrici». I sindacati, però, evidenziano al ministro che le preoccupazioni maggiori ora si addensano sulla vendita, sul rischio di una cessione frazionata (“spezzatino”) e sul rischio di eventuali tagli da parte del nuovo acquirente. «È prematuro – dichiara Calderone – fare un’analisi di quelle che possono essere le offerte presentate e soprattutto fare un’analisi di quelli che possono essere i perimetri delle offerte e delle richieste da parte dei potenziali acquirenti. In ogni caso, il Governo e il ministero del Lavoro saranno estremamente attenti ad esaminare tutti gli aspetti nell’ottica di garantire non solo i rapporti di lavoro, e quindi la garanzia occupazionale, ma anche gli accompagnamenti necessari a fare in modo che la transizione sia verso un futuro prospero per l’azienda e i lavoratori». «Tutto quello che serve per garantire un futuro ordinato e sicuro verrà utilizzato. Certamente sul tavolo metteremo tutto quanto, compreso anche l’ascolto di quelle che saranno le situazioni che ci porteranno da un lato i commissari e dall’altro chi rappresenta i lavoratori», aggiunge poi Calderone”, si legge su Il Sole 24 Ore.

“«C’é molta fiducia – rileva il ministro – e io che sono un tecnico del mondo del lavoro la fiducia la cerco e la ritrovo nel rispetto degli impegni. Il fatto che siamo partiti 15 giorni prima con un altoforno, vuol dire che in questo momento i commissari non solo stanno mantenendo la parola, ma stanno mantenendo la parola nel rispetto delle tempistiche assegnate. E quindi pur sapendo di dover fare un lavoro complesso, perché complessa è la situazione, ci sono tutti i presupposti per andare verso una transizione efficace. Il Governo non si tira indietro»”, continua il giornale.

ENERGIA, LE INDECISIONI SU RIGASSIFICATORE GOLAR TUNDRA

“Ecco i politici di Schrödinger. Sono sostenitori di un progetto, un toccasana per il nostro territorio vocato per il turismo culturale e l’agricoltura di qualità, e gli stessi esponenti politici sono contrari allo stesso progetto, devasterà il nostro territorio vocato per il turismo culturale e l’agricoltura di qualità. Accade anche con la vicenda del rigassificatore di Piombino (Livorno) che nel 2026 dovrà essere spostato a Vado Ligure (Savona), vicenda nella quale Marco Bucci e Andrea Orlando, i candidati di spicco all’elezione del nuovo presidente della Liguria, hanno schrödingheramente cambiato idea e non vogliono più l’impianto. Due considerazioni iniziali. Nel campo dell’energia gli investimenti sono ad alta intensità di capitale ed esigono certezze di durata per i loro tempi geologici di rientro. Seconda considerazione: uno dei sentimenti più efficaci per catturare consensi è la paura e, come tutte le cose troppo complicate per le menti semplici, il rigassificatore suscita una paura boia. Sotto campagna elettorale è facilissimo stuzzicare la paura e giammai verrà accettato il rigassificatore che oggi ronza ormeggiato alla banchina più remota del porto di Piombino (Livorno). In Italia, da circa 60 anni, c’è un rigassificatore nel golfo della Spezia; da 14 anni è attivo l’Adriatic Lng al largo del delta del Po; da dieci anni lavora l’Olt in mezzo al mare al largo di Livorno e Pisa. Mai notati, vero? Sono impianti che si mimetizzano con i silos dei porti e con le navi petroliere alla fonda”, si legge su Il Foglio.

“(…) L’unico “inquinante” è la candeggina alla diluizione omeopatica 0,00002 per cento, più diluita di quella nell’acqua dell’acquedotto. E ora, i politici. Nel 2022 l’emergenza energia per la guerra in Ucraina impose il patto per ormeggiare il rigassificatore Golar Tundra a Piombino e Andrea Orlando era ministro del Lavoro e delle politiche sociali; e con tutto il Pd aveva appoggiato l’accordo firmato con il commissario al rigassificatore e presidente della Toscana Eugenio Giani (anch’egli del Pd)”, continua il giornale.

“Serviva nell’Alta Italia un luogo comodo per allacciare la nave alla rete tirrenica di grandi gasdotti. L’allora commissario al rigassificatore e presidente della Liguria Giovanni Toti confermò e sostenne l’operazione. Dall’ottobre 2022 all’ottobre 2024, come i gatti di Erwin Schrödinger i politici favorevolissimi sono anche contrarissimi. Ecco Andrea Orlando in campagna elettorale regionale: “Sin dall’inizio di questa vicenda siamo sempre stati e continuiamo a essere contro il rigassificatore e contro lo spostamento del rigassificatore da Piombino a Vado”. Il suo concorrente non può essere Toti, sostituito nel ruolo di candidato alla presidenza da Marco Bucci. Ecco Bucci a Savona: “Mi preme ribadire anche che con me alla guida della Liguria, il rigassificatore non ci sarà mai perché qui non serve ed è peraltro lontano dalla dorsale tirrenica”. Ovviamente Bucci fa notare la contraddizione del suo concorrente Orlando”, continua il giornale.

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