Numeri e iniziative attorno al giacimento di Shah Deniz, il nuovo Eldorado per mettere in sicurezza le forniture dell’Europa
Il governo tedesco è pronto a fornire garanzie di prestito fino a 1,5 miliardi di dollari alla compagnia di Stato azera, tramite una banca tedesca, per assicurare le forniture di gas dall’Azerbaigian. In particolare per la realizzazione del cosiddetto Corridoio meridionale del gas L’anticipazione arriva dal quotidiano tedesco Deutsche Welle e si riferisce a una lettera che il sottosegretario del ministero delle Finanze tedesco Jens Spahn ha inviato al presidente della commissione Bilancio del Bundestag, Peter Boehringer. La lettera annuncia che il prestito ammonterà a 1,5 miliardi di dollari (circa 1,2 miliardi di euro). “Queste forniture di gas dovrebbero contribuire in modo significativo ad approvvigionare l’Europa e la Germania”, si legge nella lettera.
L’INTERESSE TEDESCO PER IL GAS AZERO
Dal 1 gennaio 2016, la tedesca Uniper, che si è scissa dall’altra società tedesca E.ON, è una delle nove società europee firmatarie di un accordo con il consorzio di Shah Deniz per l’acquisto di gas azero. Il 19 settembre 2013 il consorzio Shah Deniz annunciò, infatti, la stipula di una serie di accordi di vendita per complessivi 25 anni e poco più di 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas prodotto dal campo di Shah Deniz in Azerbaigian a seguito dello sviluppo della fase 2 del progetto. I contratti per l’acquisto del gas azero proveniente dalla seconda fase dello sviluppo del campo sono stati firmati insieme con Shell, Bulgar gas, Gas Natural Fenosa, EON, Gaz de France, Hera, Enel, Axpo, DEPA.
IL GAS DI SHAH DENIZ 2
In totale saranno 16 i miliardi di metri cubi all’anno di gas provenienti da Shah Deniz 2 che saranno consegnati in Italia attraverso oltre 3.500 chilometri di gasdotti attraverso Azerbaigian, Georgia, Turchia, Grecia, Bulgaria, Albania e sotto il Mare Adriatico. Il Corridoio meridionale del gas, che ha un valore stimato di oltre 40 miliardi di dollari, è considerato uno dei progetti energetici prioritari per l’Ue, vista la sua importanza nel cercare di diversificare le fonti di gas. Il progetto prevede il trasporto di combustibile dalla regione del Mar Caspio ai paesi europei attraverso la Georgia e la Turchia. Nell’ambito della seconda fase di sviluppo di Shah Deniz, il gas sarà esportato nei mercati europei, ampliando il South Caucasus Pipeline e attraverso la costruzione del gasdotto Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline (TANAP) e il gasdotto Trans Adriatico (TAP).
GLI AZERI HANNO INVESTITO 8,8 MILIARDI NEL PROGETTO
Nel frattempo l’azienda azera Southern Gas Corridor CJSC ha ammesso di aver già investito oltre 8,8 miliardi di dollari per il finanziamento delle sue partecipazioni nei progetti relativi al Corridoio meridionale del gas. Secondo quanto riferisce l’agenzia azera Trend, la società ha impiegato una cifra pari al 77 per cento del totale di 11,5 miliardi di dollari necessari per il finanziamento totale del progetto per il periodo 2014-2020. In precedenza il fabbisogno totale di finanziamento per il periodo 2014-2020 era stimato in 11,7 miliardi di dollari.
L’UE PRONTA A FAR ENTRARE NELLA PARTITA ANCHE L’IRAN
L’Unione europea è comunque pronta ad avviare i negoziati per far partecipare anche l’Iran al progetto del Corridoio meridionale, secondo quanto dichiarato qualche settimana fa dal vicepresidente dell’Unione europea con delega all’energia Maros Sefcovic in occasione della quarta riunione ministeriale del Consiglio consultivo per la pipeline. L’Iran, con le sue riserve solo in parte sfruttate, potrebbe costituire, infatti, una scelta logica di completamento del progetto.
ANCHE IL TURKMENISTAN POTREBBE ENTRARE NELLA PARTITA
Discorso simile anche per il Turkmenistan. La probabilità che il paese entri a far parte del progetto del Corridoio meridionale del Gas (SGC) sono molte, secondo le osservazioni del ministro dell’Energia dell’Azerbaigian Parviz Sahbazov, che si trovava in Turkmenistan per partecipare alla cerimonia di inizio della costruzione del segmento afghano del gasdotto TAPI, che nasce proprio in Turkmenistan. “Penso che la probabilità che il Turkmenistan si unisca al corridoio meridionale del gas sia abbastanza realistica”, ha detto il Sahbazov all’agenzia di stampa Azertac, aggiungendo che l’Unione europea sta conducendo negoziati con Turchia, Azerbaigian e lo stesso Turkmenistan. Sahbazov ha ammesso che la partecipazione di Yagshygeldi Kakayev, consigliere del presidente turkmeno sulle questioni energetiche, alla quarta riunione ministeriale del Consiglio consultivo SGC a Baku, tenutasi il 15 febbraio, è un indicatore del forte interesse del Turkmenistan per il progetto e in particolare per il Trans-Caspian Pipeline che potrebbe unirsi al Corridoio meridionale. L’Azerbaigian e il Turkmenistan già collaborano con successo nel settore energetico, poiché il petrolio proveniente dal Turkmenistan viene trasportato in Europa attraverso l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan. Ma gli esperti in materia di energia ammoniscono sul fatto che Baku e Ashgabat siano disposti ad andare oltre il sostegno politico per il futuro Trans-Caspian Pipeline, in quanto non intendono investire risorse nella sua costruzione. Baku si sta concentrando soprattutto sull’estrazione di gas dai giacimenti petroliferi offshore e sulla costruzione del gasdotto meridionale verso l’Europa per spedire il proprio gas e difficilmente si imbarcherà in altri progetti.