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Tassonomia Ue

Investimenti verdi scorporati dal deficit, l’Italia ci spera

Frans Timmermans si è detto contrario alla proposta sugli investimenti verdi. Apertura invece da Valdis Dombrovskis

Uno dei punti fermi da cui il nuovo Esecutivo ha intenzione di partire, già con la prossima Manovra, è il cosiddetto Green New Deal, che mette al centro la protezione dell’ambiente, il ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto dei cambiamenti climatici. Il primo tassello è arrivato con il via libera al decreto clima approntato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ma il vero nodo rimangono le risorse.

L’ITALIA VUOLE GLI INVESTIMENTI VERDI FUORI DAL CALCOLO DEL DEFICIT

Se il decreto clima costerà a regime circa 450 milioni di euro, ricavati quasi interamente dai proventi delle aste della Co2 del sistema Ets italiano, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, a margine del suo primo Eurogruppo a Helsinki, aveva cercato di convincere l’Europa a scorporare gli investimenti italiani in materia ambientale dal calcolo del deficit. Il ragionamento del neo titolare del dicastero di via XX settembre è semplice: una manovra restrittiva è controproducente, occorre investire, anche nel ‘green’ ma per farlo occorre utilizzare soldi pubblici e privati e in questo quadro, ha detto Gualtieri “sarebbe opportuno che la quota di finanziamenti nazionali ricevesse un trattamento diverso da quello attuale e venisse scorporata dal calcolo del deficit strutturale”.

TIMMERMANS GELIDO SULLA PROPOSTA

La proposta ha però avuto un’accoglienza tiepida tra le stanze di Bruxelles: Frans Timmermans, designato da Ursula von der Leyen a diventare vicepresidente esecutivo responsabile del Green New Deal e commissario per il clima, nella prossima Commissione Ue che prenderà il via a novembre, nel corso delle audizioni all’Europarlamento si è detto contrario alla proposta.

LE APERTURA DI DOMBROVSKIS

Di tutt’altro avviso, invece la posizione espressa dal vicepresidente della Commissione, responsabile per l’euro Valdis Dombrovskis, che dovrebbe restare al suo posto anche nel prossimo esecutivo Ue di Ursula von der Leyen, e che ha lasciato spiragli all’introduzione di una golden rule europea per certi tipi di spesa come appunto gli investimenti verdi. “Ho apprezzato molto – aveva ammesso Gualtieri a margine dell’Eurogruppo in Lussemburgo – le affermazioni di Valdis Dombrovskis durante l’audizione al Parlamento Europeo, che vanno nella direzione anche delle cose che avevo detto a Helsinki, cioè che nella più generale revisione delle regole di bilancio sarebbe opportuno garantire un trattamento più favorevole agli investimenti, specialmente a quelli legati al tema della sostenibilità e al Green European Plan”.

LA PROPOSTA È SCOMPUTARE IL 2,5% DEL PIL PER OGNI STATO MEMBRO

Come riferisce il Sole 24 Ore la proposta sugli investimenti verdi sarebbe partita da Luigi Di Maio che poco prima dell’Eurogruppo e dell’Ecofin di Helsinki aveva riunito alla Farnesina un gruppo ristretto di tecnici dello staff economico del M5S per definire “una green rule per l’Europa. In sintesi: una regola ‘verde’ affinché una parte della spesa per investimenti a favore della sostenibilità e per contrastare i cambiamenti climatici venga esclusa dal calcolo del deficit. L’idea prevede che la quota da scomputare sia pari al 2,5% del Pil per ogni Stato membro, in linea con le stime degli Accordi di Parigi del dicembre 2015. E contempla l’introduzione di green bond emessi dai Paesi europei, ovvero obbligazioni per finanziare le spese legate allo sviluppo ecosostenibile e alla lotta contro i cambiamenti del clima”.

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