Advertisement Skip to content
Rinnovabili

IRENA: Le rinnovabili avanzano ma l’obiettivo +1,5 gradi è lontano

Le rinnovabili crescono ma lo sviluppo non è omogeneo e sono rallentate dal vecchio sistema basato sulle fonti fossili. Il Report di IRENA e il racconto della presentazione di Eni

Efficienza energetica ed elettrificazione sono le due leve principali della transizione. Le rinnovabili, l’idrogeno green e le biomasse sostenibili sono gli strumenti che permetteranno di compiere una svolta. Questo decennio sarà determinante per comprendere se la strada intrapresa per raggiungere la decarbonizzazione potrà portare a un aumento delle temperature globali di 1,5 o 2 gradi. Tuttavia, gli ultimi dati mostrano che la transizione rischia di deragliare. È quanto emerge dal report di IRENA (International Renewable Energy Agency), presentato oggi nel corso del “World Energy Transitions Outlook 2023” di Eni.

L’ENERGIA GREEN AVANZA MA CHI NE HA PIÙ BISOGNO RESTA FUORI

L’energia riveste un ruolo centrale nel contrasto al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile, secondo IRENA. Sempre più Paesi lo hanno compreso e stanno mettendo rinnovabili, idrogeno green e biomasse sostenibili al centro delle loro strategie. La maggior parte dei risultati ottenuti fino ad oggi riguardano il settore dell’energia, “dove un ciclo virtuoso di tecnologie, politiche e innovazione ci ha portato lontano”, si legge nel “World Energy Transitions Outlook 2023”.

Tuttavia, l’estensione e la portata di queste innovazioni non sarebbero sufficienti ad assicurare l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature globali di 1,5 gradi, secondo IRENA. Problemi emergono anche quando guardiamo alla concentrazione geografica. Metà della popolazione globale è ancora estromessa da questi processi, in particolar modo i Paesi dove l’accesso all’energia è più basso.

LE BARRIERE ALLE RINNOVABILI

Il business delle rinnovabili cresce ma rimane ancorato alle strutture e ai sistemi che appartengono al mondo delle fonti fossili, secondo IRENA. L’Agenzia identifica tre soluzioni per risolvere questo problema. In primo luogo, realizzare infrastrutture necessarie e investire nelle reti, creare nuove zone di produzione e di consumo, oltre a modelli commerciali.

Il secondo passo è implementare un’infrastruttura politica e regolatoria che permetta di accelerare gli investimenti. Infine, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile propone di “allineare nuovamente i poteri istituzionali per garantire che le competenze e le capacità corrispondano al sistema energetico che aspiriamo a creare”, rivoluzione che “richiede anche un riallineamento del modo in cui la cooperazione internazionale funziona”.

Le rinnovabili scontano ancora gli effetti del pregiudizio dell’intermittenza, secondo il Direttore Generale di Irena.
“Tutte le forme di energia sono intermittenti, non solamente le rinnovabili come si dice sempre. Il concetto non fa parte della natura intrinseca di questa o quella fonte, ma è il risultato di un sistema. Si tratta di fornire le strutture di supporto per questo nuovo sistema. La ricchezza dell’Africa senza infrastrutture non può essere messa a disposizione delle popolazioni locali e del mondo. Le grandi multinazionali devono lavorare per incrementare questo settore”, ha affermato La Camera nel corso del “World Energy Transition Outlook 2023 1.5 C Pathway” di Eni.

INVESTIRE PER TRASFORMARE L’INDUSTRIA LOCALE

La priorità delle istituzioni finanziarie dovrebbe essere realizzare infrastrutture che sosterranno il nuovo sistema energetico. Un approccio che, secondo IRENA, farebbe aumentare gli investimenti del settore privato in Paesi e regioni che oggi scontano costi di capitale elevati.

“Non c’è tempo per un nuovo sistema energetico che evolva gradualmente nei secoli, come è successo per quello delle fonti fossili. La transizione energetica deve anche essere un tool strategico per promuovere un mondo più equo e inclusivo”, si legge nel report.

“Contribuiremo a raggiungere gli obiettivi europei, oltre alle leggi e regole di ogni Paese. Stiamo partecipando con gli Stati produttori, ad esempio Algeria, Libia, Congo, Indonesia, Egitto tra gli altri. Accordi che non puntano più all’oil&gas ma a una trasformazione industriale di questi Paesi. Il problema principale è ridurre la emissioni di metano. C’è poi tutta la parte dedicata alle rinnovabili che, insieme al gas, possono supportare l’economia nazionale. Investiamo circa 9 miliardi di euro nella trasformazione energetica. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo investito 2 miliardi e mezzo nelle rinnovabili, oltre alla parte sui biocarburanti. In particolare, nel settore dell’agricoltura, su 200 mila ettari sfruttati per piante oleose si producono 150.000 posti di lavoro. Bisogna lavorare per costruire cose reali”, ha spiegato Claudio Descalzi, Ceo di Eni.

RINNOVABILI, NON SOLO INFRASTRUTTURE

La parola d’ordine per realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità ambientale è “integrazione”, secondo Clara Poletti di ARERA. Il primo passo è far sì che le rinnovabili diventino parte del mercato, secondo Poletti. Anche la regolazione dovrà cambiare, diventando più innovative, entrando nella logica di regolazione di servizi, utilità per il sistema piuttosto che di infrastrutture

“È importante lavorare per l’integrazione dei mercati europei, quindi grandi infrastrutture ma anche disegni di mercato. C’è anche il tema dell’integrazione di risorse distribuite in un sistema in grado di accoglierle in maniera coerente. Parliamo quindi di digitalizzazione dei sistemi, resilienza delle reti, comunità energetiche etc. Spesso l’accento sulle infrastrutture va sulla insufficienza delle risorse che la regolazione mette in campo. Sicuramente abbiamo bisogno di grandi sviluppi industriali ma non possono rispondere a tutti i problemi. Servono meccanismi di flessibilità, a cui stiamo lavorando. Bisogna attivare tutte le risorse possibili, inclusa la domanda, ma anche integrare tra settori le diverse visioni”, ha affermato Clara Poletti nel corso dell’evento odierno.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su