La produzione di Leviathan potrà aumentare di nuovo solo dopo che tutti i test necessari saranno stati completati con successo, ha precisato il ministero.
Israele ha ordinato la riduzione di circa il 40% della produzione di gas naturale proveniente dall’enorme giacimento offshore di Leviathan, dopo la rilevazione di un guasto a un gasdotto sottomarino che porta ai pozzi. Lo ha riferito il ministero dell’energia israeliano secondo quanto riferisce Jerusalem Post.
NESSUN DANNO A PIATTAFORMA O AMBIENTE
Sempre il Jerusalem Post ha evidenziato che il guasto non ha provocato alcun danno alla piattaforma e alle strutture associate, né alcuna perdita in mare. Dopo che il guasto è stato scoperto, il ministero dell’Energia israeliano ha subito contattato l’operatore della piattaforma, la Noble Energy con sede negli Stati Uniti, per tagliare i volumi di produzione di gas del 40 per cento.
La produzione potrà aumentare di nuovo, ora, solo dopo che tutti i test necessari saranno stati completati con successo, ha precisato il ministero.
IL SECONDO GUASTO QUESTA SETTIMANA
Si tratta del secondo guasto individuato alla piattaforma questa settimana: il primo è stata un’interruzione di corrente ha portato a sospendere le operazioni sulla piattaforma per diverse ore. Il ministero ha comunque precisato non esserci alcuna connessione tra i due accadimenti.
Leviathan, scoperto nel 2010, insieme ad altri campi scoperti al largo di Israele nell’ultimo decennio, come Tamar, Karish e Tanin, dovrebbe aiutare Israele a diventare indipendente dal punto di vista energetico. Noble Energy ha annunciato l’avvio del primo gas da Leviathan il 31 dicembre, mentre le esportazioni verso l’Egitto sono iniziate a metà gennaio.