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Italia-Africa

Italia-Africa, una mano tesa dall’Europa per garantire crescita sociale ed economica

Al Senato è andato in scena il Vertice internazionale “Italia – Africa. Un ponte per una crescita comune” alla presenza di Capi di Stato, di Governo e Ministri dei Paesi africani, ma anche dei vertici dell’Unione europea, dell’Unione africana e delle principali Organizzazioni internazionali. Ecco i dettagli

Una mano tesa verso l’Africa per garantire una crescita sociale ed economica del Continente, di pari passo con quella europea e senza ricadere nei cliché del passato. Si può sintetizzare così la due giorni di vertice Italia-Africa che ha visto di decine di capi di Stato africani, delle istituzioni europee e internazionali dibattere sul Piano Mattei varato dal governo Meloni che riconosce il continente Africano, appunto, come un partner strategico.

MELONI: NON IMPORRE DALL’ALTO MA UN METODO NUOVO DI COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE

Non una “scatola chiusa”, “da imporre e calare dall’alto”, ma un “metodo nuovo”, un piano (Mattei, ndr) “pensato come una piattaforma programmatica aperta alla condivisione e alla collaborazione con le Nazioni africane, sia nella fase di definizione sia in quella di attuazione dei singoli progetti”, ha infatti detto la premier Giorgia Meloni nel suo intervento. Che ha posto l’accento sugli interventi strategici concentrati “su poche, fondamentali, priorità di medio e lungo periodo” per dire addio alla logica delle risorse spese a pioggia e basato su cinque grandi priorità di intervento: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia. “Abbiamo individuato, per iniziare, alcune Nazioni africane, suddivise nel quadrante subsahariano e in quello nordafricano, con l’obiettivo di estendere progressivamente questa iniziativa seguendo una logica incrementale”, ha detto Meloni.

I PROGETTI SUL TAVOLO

Nel Piano Mattei trovano spazio “progetti e iniziative concrete, la cui realizzazione e i cui sviluppi intendo seguire personalmente”, ha detto la premier. Vediamo quali sono: un grande centro di eccellenza in Marocco “per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili”. E un progetto “di monitoraggio satellitare sull’agricoltura in Algeria”. Nella Repubblica del Congo, la “costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua, soprattutto a fini agricoli, alimentate esclusivamente da energia rinnovabile”, mentre in Costa d’Avorio è pronto un progetto per il miglioramento dell’accessibilità “dei servizi sanitari primari”. E ancora: in Mozambico un Centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze, le esportazioni dei prodotti locali. In Egitto la produzione di grano, con un investimento in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione in un’area a 200km da Alessandria. in Tunisia “stiamo già lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di 8.000 ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare”.

TAJANI: VOGLIAMO COSTRUIRE UN PIANO MARSHALL EUROPEO PER L’AFRICA

Un vertice che rappresenta “un fondamentale momento di confronto con tutti i vertici del continente africano per fare sempre di più”. Con queste parole il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha iniziato il suo intervento al summit Italia-Africa, in corso oggi al Senato. “Le sfide globali sono tante e sempre più complesse – ha spiegato Tajani -: viviamo in un contesto di tre guerre nel quale anche la situazione di Mar Rosso ha ricadute strategiche ed economiche sui Paesi africani, così come su di noi. Per questo il vertice ha una forte valenza strategica. Da pochi giorni l’Italia ha assunto la presidenza del G7, un G7 che vuole essere fattore di stabilità e di partenariato con l’Africa”.

Per il vicepremier “l’Africa rappresenta una priorità della politica estera italiana e della nostra diplomazia economica, che chiamo ‘della crescita’ perché serve a noi e a voi. Vogliamo portare il continente africano da protagonista al centro della nostra agenda internazionale, e questo vertice vuole rafforzare un dialogo tra pari per guardare insieme alle sfide di oggi e di domani. La presenza dell’Ue è centrale.

“Nel 2017 – ha ricordato Tajani – da presidente del Parlamento europeo, dissi che avremmo dovuto unire le forze per costruire un Piano Marshall europeo per l’Africa. Lo stesso spirito del Piano Mattei che ha illustrato oggi il presidente del Consiglio Meloni. Il nostro convinto sostegno all’adesione dell’Unione Africana al G20 ne è un esempio concreto. Stiamo pensando anche a come meglio dare un ruolo all’Africa: per quanto mi riguarda al G7 Esteri di Capri, in particolare immaginando un invito all’Unione africana”.

DAL MINISTERO DEGLI ESTERI 200 MLN EURO DI FINANZIAMENTI AGEVOLATI

“Con la diplomazia economica – ha aggiunto Tajani – guardiamo con la massima attenzione all’Africa. Per aumentare investimenti ed interscambio commerciale, 3 nuovi uffici dell’Agenzia per il Commercio con l’Estero – l’ICE – sono già operativi a Dakar, a Nairobi, e a Lagos. SACE e SIMEST – le società che accompagnano le nostre imprese negli investimenti all’estero – stanno rafforzando gli strumenti a disposizione delle imprese che decidono di investire in Africa, aprendo anche 3 nuovi uffici nel continente. Anche Cassa Depositi e Prestiti aprirà nuovi uffici in Marocco, in Egitto e presto in Africa subsahariana. Il tutto in un sistema corale che farà capo alle nostre ambasciate come centri di coordinamento. Il ministero degli Esteri, insieme a SIMEST, ha predisposto un nuovo pacchetto di finanziamenti agevolati del valore totale di 200 milioni di euro”.

Italia-Africa“CREARE DELLE COLLABORAZIONI RECIPROCAMENTE VANTAGGIOSE”

“Nei primi 9 mesi del 2023 – ha proseguito Tajani – il nostro interscambio è stato pari a 45 miliardi di euro, ma vogliamo fare molto di più. La squadra dell’export per favorire l’internazionalizzazione delle imprese e l’aumento degli scambi commerciali è a vostra disposizione e a disposizione delle imprese. A questo impegno contribuisce anche la cooperazione allo sviluppo. Oggi in Africa abbiamo interventi per 2 miliardi di euro e stiamo indirizzando la maggior parte delle risorse verso il continente in settori chiave come la salute, l’istruzione, il rafforzamento istituzionale e la sicurezza alimentare, anche per fare sistema con le nostre imprese. L’Italia c’è ed è pronta a mettere a disposizione di questa strategia il proprio saper fare e il saper fare di 4 milioni di PMI che guardano con amicizia al continente africano. Penso alle nostre filiere di eccellenza nel settore agroindustriale, nel settore in cui vi sono grandi opportunità di collaborazione tra imprese italiane ed africane. Penso all’energia inclusa quella da fonti rinnovabili, ma lo stesso vale per le infrastrutture fisiche e digitali e la collaborazione in campo scientifico e tecnologico”.

“CREARE PIÙ LAVORO IN AFRICA”

Il vicepremier ha concluso dicendo che l’intento del governo italiano è “creare più lavoro in Africa, con joint-ventures che permettano collaborazioni reciprocamente vantaggiose tra imprese italiane ed africane. Penso alla trasformazione in Africa delle materie prime e ad un uso delle materie prime critiche più efficiente e vantaggioso per tutti. Il vertice di oggi apre una nuova fase nella politica estera italiana, per e con l’Africa. Noi vogliamo rafforzare la centralità del continente, costruir soluzioni condivise alle sfide globali e crescere insieme”.

SALVINI: INVESTIRE IN INFRASTRUTTURE

“Il governo è convinto che gli investimenti in infrastrutture continuino a rappresentare uno straordinario strumento di crescita economica, di sviluppo dei territori, di creazione di lavoro”ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, aprendo la sessione dedicata all’interno della conferenza Italia-Africa. Salvini, ha evidenziato la necessità di investire ”nelle infrastrutture di qualità” e ha ricordato la determinazione italiana a realizzare il ponte sullo Stretto che sarà un investimento significativo ”nel cuore del Mediterraneo”, si legge in una nota del Mit nella quale il ministro ha ricordato che “le imprese italiane nel settore costruzioni e infrastrutture sono presenti in Africa da anni e oggi sono impegnate con cantieri attivi per oltre 12 miliardi di euro”.

URSO: SFIDE DEL FUTURO SONO SPAZIO, MATERIE PRIME CRITICHE E INTERCONNESSIONI

La partnership tra Europa ed Africa che “passa innanzi tutto dal Mediterraneo e quindi dalla Penisola Italia” è “sempre più necessaria visto che la frontiera orientale è preclusa”, ha detto nel suo intervento il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Sono tre gli ambiti su cui si scommette per il futuro: “le interconnessioni, lo spazio e le materie prime critiche che sono fondamentali nella twin transition”. Ma non solo. Il ministro ha posto l’accento anche sui progetti energetici a cominciare dai gasdotti che collegano Africa ed Europa e le interconnessioni elettriche come quelle con la Tunisia “e in prospettiva con Libia ed Egitto” in chiave rinnovabili. Mentre sulle materie prime critiche, un futuro in sicurezza passa per un “uso sapiente delle materie prime critiche”. “L’Italia è pronta a farlo con voi, con le nostre imprese in progetti comuni, per sviluppare l’estrazione e la lavorazione delle materie prime, dal litio al cobalto alle terre rare, in una filiera industriale, che possa rappresentare un nuovo modello di partnership per la nostra Ue”, ha spiegato il ministro.

PICHETTO: INVESTIREMO PER RAFFORZARE IL POTENZIALE AFRICANO

“L’accesso all’energia è un obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU – ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – ma rientra anche nella crescita inclusiva prevista dall’Aspirazione n. 1 dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana. Per questo penso che oggi dobbiamo discutere di sicurezza e transizione energetica insieme al tema della crescita. Lo sviluppo di fonti, tecnologie e infrastrutture energetiche costituisce infatti una precondizione sia per la prosperità dell’Africa sia per la crescita e la sicurezza di Italia ed Europa”.
“Oggi – ha aggiunto Pichetto – in quest’aula rafforziamo un ponte che deve andare nelle due direzioni e spingere crescita e sicurezza su entrambi i lati, attraverso partenariati paritari. Intendiamo investire risorse e competenze per rafforzare il potenziale energetico africano e accompagnare lo sviluppo di interconnessioni tra le due sponde del Mediterraneo, con progetti per la produzione in loco di energia, da destinare alle comunità locali e poi alla domanda che viene dal Nord. Ciò creerà opportunità di sviluppo e occupazione in Africa”.
Per il ministro si tratta di “un’energia che sarà sempre più pulita e sicura, perché decarbonizzazione e sicurezza energetica convergono, se perseguite con un approccio non ideologico e sostenibile, in un continente dove il 43% degli abitanti non ha accesso all’elettricità. Per la Banca Africana di Sviluppo il cambiamento climatico potrebbe ridurre il PIL dell’Africa Subsahariana fino al 3% al 2050. Il nesso energia-clima-sviluppo è quindi cruciale. E su questo l’Italia sta facendo la sua parte: il presidente Meloni ha già annunciato che all’Africa sarà destinato oltre il 70% del Fondo italiano per il Clima (3 miliardi di euro) e, con i 100 milioni di euro annunciati a COP28, l’Italia è inoltre il primo donatore del Fondo su perdite e danni. Sono davvero soddisfatto che, per la prima volta, su iniziativa della presidenza Italiana, quest’anno l’Africa sarà una delle priorità settoriali del Gruppo di Lavoro Energia e Clima del G7”, ha concluso Pichetto.

LA UE. DA METSOLA E VON DER LEYEN APPOGGIO AL PIANO ITALIANO

“Le aziende, gli scambi commerciali e gli investimenti possono prosperare soltanto, creando posti di lavoro ed una crescita inclusiva, sostenibile, in un clima di pace, sicurezza, stabilità, rispetto dei diritti umani e buona governance. Cari amici, il mondo sta cambiando e dobbiamo cambiare anche noi con esso. Dodici delle più veloci economie in crescita sono in Africa e la narrativa intorno al continente e ai nostri rapporti, deve evolversi. Tutto ciò mentre l’orologio dell’emergenza climatica continua a battere il tempo, ne si sente molto più acutamente che non in Africa. In troppi luoghi vediamo la terra che si ritira con l’aumento dei livelli del mare. La sfida della nostra generazione richiede uno sforzo congiunto ed una vera partnership. Possiamo garantire una strada verso la vera prosperità, la crescita economica, salvando il nostro pianeta e proteggendo i diritti. Abbiamo dimostrato di poter essere tutti sulla stessa pagina, portando avanti la transizione”, ha detto nel suo intervento la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Parole a cui hanno fatto eco quelle della presidente della Commissione Ue Ursula Von der leyen: “Dobbiamo formare la nostra forza lavoro per le professioni del domani. Dobbiamo porre fine alle tragiche perdite di vita lungo i flussi migratori. Dobbiamo dare opportunità ai giovani. Quindi non è soltanto la geografia che ci avvicina e ci riunisce, ma anche l’impegno nei confronti di mutui benefici per i nostri popoli. Dobbiamo essere pragmatici e sono molto grata nei confronti dell’Italia per aver avviato questa collaborazione con l’Africa e averla posta al centro della politica estera e della presidenza del G7. Il nuovo Piano Mattei rappresenta un contributo importante a questa nuova fase della nostra collaborazione e si integra perfettamente al nostro global gateway europeo: 150 miliardi di euro questo è il piano di investimenti per l’Africa. E questo semplicemente il Team Europa al lavoro”.

Secondo la von der Leyen “siamo già al lavoro per creare queste competenze in Ruanda, in Ghana, in Senegal. Lo abbiamo fatto con i vaccini. Stiamo formando la forza lavoro in Kenya, in Namibia per la produzione di idrogeno e questo è il primo esempio della complementarietà con il piano Mattei. l’Italia svolge un ruolo attivo. Più di 50 università italiane hanno programmi di scambio con una controparte africana. l’Università di Parma, ad esempio, coordina il progetto Erasmus per lo sviluppo di competenze per le energie pulite in Africa. Noi vogliamo investire in questa forma di collaborazione. Ad esempio, al momento stiamo finanziando una connessione ad alta velocità di trasmissione dati tra tutti i paesi nordafricani Marocco, Algeria, Egitto, che creerà un legame tra le università e centri dati, consentendo quindi ricerche congiunte e soprattutto attività congiunte sulle due sponde del Mediterraneo. Quello che mi piace veramente di questo progetto che non si tratta soltanto di un investimento nei talenti dell’Africa, ma anche un investimento nel popolo dell’Africa, un investimento nell’amicizia e nella futura generazione dei nostri due continenti. E questo mi porta al mio terzo punto che riguarda le migrazioni. Dobbiamo dare un giro di vite alla lotta ai trafficanti, agli scafisti che abusano di giovani donne lungo queste rotte e che pongono a rischio le vite di questi poveri migranti su carrette del mare. Dobbiamo porre fine a questo terribile traffico. Il modo migliore per farlo è quello di unire le nostre forze e soprattutto costruire delle alternative legali a queste rotte letali. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato con la Costa d’Avorio, con Gambia, Senegal, Mauritania, su un approccio comune, un approccio comune che ha come finalità quello di salvare delle vite e creare delle opportunità. Noi offriamo più opportunità per venire in Europa legalmente, in modo che ci si possa spostare, si possa imparare”.

LE PRESENZE AL VERTICE

Lunga la lista dei presenti al vertice

1. TOGO (Faure Essozimna Gnassingbé)
2. REPUBLIC OF THE CONGO (Denis Sassou-N’Guesso)
3. ZIMBABWE (Emmerson Dambudzo Mnangagw)
4. ERITREA (Isaias Afewerki)
5. CHAD (Mahamat Idriss Deby Itno)
6. SENEGAL (Macky Sall)
7. CAR (Faustin-Archange Touadera)
8. GUINEA-BISSAU (Umaro Sissoco Embaló)
9. MAURITANIA (Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani)
10. SOMALIA (Hassan Sheikh Mohamud)
11. COMOROS (Azali Assoumani)
12. KENYA (William Samoei Ruto)
13.MOZAMBIQUE (Filipe Jacinto Nyusi)
14. TUNISIA (Kaïs Saïed)
15. GHANA (Nana Addo Dankwa Akufo-Addo)

1. SAO TOME AND PRINCIPE (Patrice Trovoada)
2. ETIOPIA (Abiy Ahmed Ali)
3. ESWATINI (Russell M. Dlamini)
4. CAPO VERDE (José Ulisses Correia e Silva)
5. UGANDA (Robinah Nabbanja)
6. LIBIA (Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh)
7. DJIBOUTI (Abdoulkader Kamil Mohamed)
8. RWANDA (Edouard Ngirente)

1. MALAWI (Nancy Tembo)
2. ALGERIA (Ahmed Attaf)
3. TANZANIA (January Y. Makamba)
4. SUD SUDAN (James Pitia Mogga Morgan)
5. DRC (Christophe Lutundula, also VPM)

1 EQUATORIAL GUINEA (VP, Teodoro Nguema Obiang Mangue)
2 GAMBIA (VP, Muhammad B.S. Jallow)
3 ANGOLA (Min. for the Economic Coordination José de Lima Massano)
4 BENIN (Min. of Economy and Finance, Romuald Wadagni)
5 COSTA D’AVORIO (VP, Tiémoko Meyliet Kone)
6 MAURITIUS (Amb. Vijayen Valaydon)
7 SEYCHELLES (Ambassador to Ethiopia, Conrad Mederic)
8 NAMIBIA (Amb. Albertus Aochamub)
9 SUD AFRICA Alvin Botes (Deputy Minister of International Relations and Cooperation)
10 EGITTO (Minister for the International Cooperation)
11. BURUNDI (VP Prosper Bazombanza)

1. IRENA (DG Francesco La Camera)
2. FAO (DG QU Dongyu)
3. IMF (ED Kristalina Georgieva)
4. UAC (Chairperson, Moussa Faki Mahamat)
5. UNECA (EXECUTIVE SECRETARY Claver Gatete)
6. IOM (DG Amy Pope)
7. WFP (ED Cindy Hensley McCain)
8. IEA (ED Fatih Birol)
9. AfDB (PRESIDENT Akinwumi A. Adesina)
10. IFAD (PRESIDENT Alvaro Lario)
11. EU (PRESIDENT OF THE EUROPEAN PARLIAMENT, Roberta Metsola)
12. EU (PRESIDENT OF THE EUROPEAN COMMISSION Ursula von Der Leyen)
13. EU (PRESIDENT OF THE EUROPEAN COUNCIL Charles Michel)
14. UNODC (ED Ghada Waly)
15. UNIDO (DG Gerd Mueller)
16. IDLO (DG Jan Beagle)

1. OECD (DSG Fabrizia Lapecorella)
2. WORLD BANK (SENIOR MANAGING DIRECTOR Axel van Trotsenburg)
3. UNICEF (REGIONAL DIRECTOR FOR EASTERN AND SOUTHERN AFRICA Etleva Kadilli)
4. UNHCR (ASSISTANT HIGH COMMISSIONER Raouf Mazou)
5. UN (DSG Amina Jane Mohammed)
6. UNESCO (ADG Stefania Giannini)
7. EIB (VP Gelsomina Vigliotti)

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