Che cosa hanno detto i ministri dell’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin; del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia) e del ministro delle Infrastrutture e trasporti e vicepremier Matteo Salvini (Lega) all’OMC Med Energy 2023 di Ravenna
Si è aperta oggi, a livello operativo, la prima giornata della nuova edizione dell’OMC Med Energy di Ravenna.
Nei primi due panel dedicati a introdurre istituzionalmente i temi della decarbonizzazione e della messa in sicurezza delle forniture energetiche. A prendere parola sono stati, tra l’altro, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini (rispettivamente ministri degli Esteri e delle Infrastrutture e trasporti) e il ministro dell’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
TAJANI RILANCIA L’ITALIA COME HUB DEL GAS
“L’Italia è la seconda manifattura con quattro milioni di Pmi, un export che vale il 40% del Pil. L’energia è un asset cruciale in un momento molto delicato: il conflitto in Ucraina, quello mediorientale Israele-Hamas. Ecco allora che dobbiamo verificare quali sono e sono state le conseguenze per il costo delle materie prime”, proprio in virtù di questi accadimenti, avverte Tajani. Perché la prima ripercussione impattante anche a distanze importanti è quella economica. “In Europa e Italia assistiamo a una evidente inflazione. L’Italia ha stretto accordi con paesi africani, asiatici e del Medio Oriente per svincolarsi dalla Federazione Russa”, a livello energetico, ricorda il vicepremier, proprio per affrontare anche queste ripercussioni collaterali. “Ci consente di renderci più autonomi sperando che non vi siano conseguenze rialziste del prezzo del petrolio”, spiega in videocollegamento alla platea dell’OMC.
Quanto alle tensioni sulla Striscia di Gaza, “stiamo lavorando sui conflitti, nell’area di Gaza, affinché non ci siano escalation che gravino anche sulla nostra economia”, appunto. “Vogliamo che il Mediterraneo sia un mare di commercio, pace, scambi. Per affrontare la cooperazione energetica dobbiamo adattarci alle sfide, facendo sì che l’Italia diventi vero hub energetico per far partire materie prime al nord Africa. Gli ultimi accordi di Eni vanno in questo senso, ma ringrazio anche tutte le altre aziende che operano in questo senso”. E allora, ecco che si deve far fede alla strategia lanciata dal governo Meloni. “Il Piano Mattei dovrebbe essere parte di un grande Piano Marshall europeo per le relazioni Italia-Ue-Africa”, ricorda il ministro degli Esteri. “Dove ci saranno 2,5 miliardi di persone entro il 2050. Dobbiamo risolvere i problemi di crescita di quel continente. E’ interesse comune farlo anche tramite le fonti energetiche, combattendo il traffico illegale di esseri umani”. Tutto è collegato, dunque, per il capo della Farnesina: energia, economia, migranti, conflitti. “Noi lavoriamo tramite partenariati paritari. Il nostro approccio di politica estera è questo: avere sempre più collaborazione, scrivere insieme al popolo africano i progetti. Io credo molto nel privato”.
Infine, “noi come Italia stiamo riflettendo anche sul nucleare, che secondo l’ultima tassonomia non è considerato come inquinante. Bisogna parlare con esperti e interlocutori per capire come procedere anche in questa direzione. E’ un progetto che deve guardare a lungo termine, dobbiamo parlare anche con i nostri partner africani e del golfo. Tutto nell’ottica della decarbonizzazione. Serve un salto di qualità, bene l’OMC Med Energy per approfondire tutti questi temi”.
PER SALVINI LA TRANSIZIONE DEV’ESSERE SOSTENBIILE
“Una forte componente dei nostri investimenti, tra Pnrr, TAV, riguarda molto anche l’energia e la sostenibilità”. Economica e sociale, oltre che ambientale-energetica. Il trilemma, appunto. Le parole del vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e trasporti sono chiare e riassumono il pensiero del governo Meloni. E cioè: “sull’energia occorre poca ideologia [ambientalista, di sinistra, ndr]. Penso ai manifestanti che ieri mattina bloccavano l’ingresso al mio Ministero”, dichiara seccamente Salvini. “Per gli investimenti in energia e ambiente – dice il ministro – dal Mediterraneo al nostro Paese parliamo di luoghi di pace anzitutto. Spero che la collaborazione anche sul campo energetico avvicini i Paesi in un momento in cui il conflitto in Medio Oriente e in Ucraina è forte”.
“Quanto alla transizione – e qui torniamo sul governo Meloni-pensiero sulla svolta alle energie pulite – deve prevedere una sostenibilità anche economica e sociale. Far finta che si possa fare a meno del gas è una sciocchezza. Occorre neutralità tecnologica, decarbonizzare e innovare, ma con buon senso ed equilibrio. Non serve dire no ai biocarburanti, Eni è all’avanguardia in questo”, ribadisce il leader del Carroccio. Che cita l’idrogeno e torna forte sul nucleare (oltre che sul Ponte sullo Stretto). Ricordando anche, tra l’altro, che “l’’Italia ha una delle migliori università di ingegneria nucleare”. E chiosando con un concetto ormai familiare: il problema della svolta “esagerata” all’elettrico è che avvantaggia soltanto la Cina.
VERSO LA COP28, LE PAROLE DI PICHETTO FRATIN ALL’OMC MED ENERGY 2023 DI RAVENNA
Il prossimo grande evento energetico sarà la Cop28 di Dubai. “Dobbiamo attrezzarci per affrontare il cambiamento climatico, lo abbiamo visto con i tragici eventi dell’alluvione che ha colpito il popolo romagnolo”, spiega aprendo il suo discorso Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica. “Il quadro energetico è profondamente cambiato anche con gli ultimi eventi geopolitici. E’ cambiato il ruolo dell’Italia e del Mediterraneo. Serve capirlo per tutti coniugare i termini del trilemma: questione ambientale, sociale ed economica”. Ritornando, dunque, sui concetti dei suoi colleghi di governo. “Noi eravamo abituati ad un modello monocromatico, con il gas a fare la parte del leone. Arrivava dalla Russia. Il nostro ruolo – tramite aziende come Eni che ringraziamo – si inserisce [adesso, ancor di più rispetto a prima] nei rapporti con altri attori. Algeria, come primo fornitore, la Libia, l’Azerbaigian, Russia (Tarvisio), Norvegia (passo Gries)”. Questo, sul fronte del gas via tubo. “E poi – ricorda Pichetto Fratin disegnando il quadro intero – c’è la rigassificazione per affrontare le sfide della diversificazione, della gestione dei prezzi”.
In questo senso, spiega il capo del dicastero di via Cristoforo Colombo, “Ravenna è un luogo simbolo, anche il sindaco ha parlato del rigassificatore che arriverà qui. Grazie al quale l’Italia acquisirà maggiore centralità per essere attenti verso Austria, Baviera, cioè chi “sta sopra di noi. Secondo il nostro piano integrato stimiamo 60mld di mc di gas e 20 da esportare. Con l’obiettivo di 70gigawatt di rinnovabili (Eolico, fotovoltaico, geotermico, idroelettrico). Le scelte dell’Italia”.
Infine, la chiosa guarda già alla prossima kermesse energetica. La Cop28. Rispetto alla quale, conclude Pichetto, “tutto questo non è poi slegato. Il veicolo energetico può essere davvero uno degli elementi di compensazione nel trovare percorsi di decarbonizzazione mondiale, per intervenire in quelle realtà che manifestino perdite e danni. Questa è la sfida per la riuscita della Conferenza. Riguarda tanti Paesi, penso all’Arabia Saudita e al suo piano di svolta alle rinnovabili. Integrazione, adattamento, finanza: queste saranno le tre gambe di Cop28”.