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Italian Energy Summit 2024 - 26-09

Italian Energy Summit, il riepilogo della seconda giornata

A Milano rappresentanti di istituzioni, aziende hanno discusso di transizione energetica, decarbonizzazione, sicurezza energetica e nuove tecnologie

L’azzeramento delle emissioni di carbonio, il lungo processo della transizione energetica, gli investimenti privati nelle energie rinnovabili e il ruolo della politica. Questi i principali temi all’ordine del giorno dell’Italian Energy Summit 2024, giunto alla sua 24° edizione e svoltosi ieri e oggi a Palazzo Mezzanotte, a Milano.

Grassi (Ue): Europa solida in sicurezza e in percorso transizione

“Dall’invasione russa dell’Ucraina oggi ci troviamo in una posizione solida dal punto di vista sia della sicurezza energetica, sia sul percorso di transizione. I fondamentali sono buoni: nel mercato del gas, gli stoccaggi hanno raggiunto un livello del 90% ad agosto, 3 mesi prima della scadenza imposta della regolazione europea, e questo ha un effetto di stabilizzazione dei mercati; abbiamo un livello di prezzo sui forward agli inizi del 2025 sotto i 40 € per megawatt quindi vicino ai livelli precrisi; una domanda di gas stabile, che si è ridotta del 18% tra il luglio 2022 e l’agosto 2024”. Lo ha dichiarato Stefano Grassi, capo di gabinetto del commissario europea all’Energia Kadri Simson, intervenendo all’Italian Energy Summit 2024 a Milano.

“Quindi – ha aggiunto Grassi – sostanzialmente abbiamo imparato a fare a meno del gas russo: nel 2021 importavamo il 45% delle nostre importazioni di gas dalla Russia, mentre oggi sono il 18%; se guardiamo ai volumi, dai 150 miliardi di metri cubi siamo sotto i 40 miliardi di metri cubi. I trasferimenti da qui alla Russia sono scesi dai 120-130 miliardi del 2021 oggi ai 30 miliardi del 2023. Quello che stiamo vedendo, però, è che in questo momento c’è una fase un po’ di riflusso: abbiamo incontrato un po’ di resistenza nel disimpegno dal gas russo e vediamo un aumento, anche se temporaneo, delle importazioni di gas russo sul mercato europeo, in parte determinato dal fatto che c’è ancora un interesse da parte di alcuni operatori sul mercato spot e forse anche l’effetto del quadro di sanzioni che rende difficile alla Russia di esportare verso mercati più lontani, quindi alcuni volumi di gas restano in Europa”.

Schieppati (TAP): da fine 2020 ad oggi abbiamo trasportato quasi 40 mmc

Luca Schieppati, Managing Director di TAP, ha ricordato come “noi siamo riusciti, con grande impegno e con l’aiuto anche dei nostri azionisti, ad andare in esercizio alla fine del 2020 e quindi nel momento più acuto della crisi, nel 2022-2023, abbiamo davvero contribuito a dare un valore prioritario alla sicurezza degli approvvigionamenti per l’Italia – ma anche per la Grecia e poi per la Bulgaria dal 2022 -, e per la diversificazione delle fonti”.

“Complessivamente – ha aggiunto Schieppati – abbiamo trasportato quasi 40 miliardi di meri cubi dal 31 dicembre 2020 ad oggi, di cui oltre 8 mmc già quest’anno. L’Italia è la nostra principale destinazione. Il gasdotto attraversa tantissimi Paesi, facciamo parte della sezione europea del Corridoio Meridionale e quindi contribuiamo significativamente. In Italia siamo al 15% della quota, in Grecia al 19% e in Bulgaria diamo un contributo importante.

Questo è dovuto sia al fatto che siamo riusciti a garantire grande affidabilità ad un’infrastruttura che appena nata ha dovuto correre, sia all’impegno che abbiamo avuto nel portare tanto gas, dimostrando quindi l’affidabilità dell’infrastruttura e della fonte. Anche in momenti complicati come quello di adesso, in cui è partito il programma di espansione, il gas sta continuando a fluire, è questa la nostra priorità”.

Quaglini (Edison): vogliamo essere abilitatori della transizione

“Io credo che le grandi transizioni, e quindi anche quella energetica, partano sempre dal basso per avere successo, quindi il consumatore diventa un attore consapevole della transizione. Noi, come operatori, vogliamo essere un facilitatore e un abilitatore di questa transizione, mettendo a disposizione servizi e diventando un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda l’energia in casa”. Così Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia

“Ecco perché – ha aggiunto – abbiamo lanciato una piattaforma di servizi che si chiama ‘Risolve’ e che mette insieme tutta una serie di elementi che riguardano l’installazione, la protezione, la riparazione degli elementi, degli impianti e degli elettrodomestici. Per farlo mettiamo a disposizione gli elementi distintivi della nostra società: una rete di oltre 2.000 tecnici su tutto il territorio nazionale, 1.000 negozi che possono fornire servizi di prossimità, consulenza e soluzioni specifiche per tutte le esigenze nostri clienti. Oltre, ovviamente, al nostro brand in termini di affidabilità e storia”.

Fabbri (Ansaldo): Ansaldo è presidio tecnologico di Italia ed Europa

“Ansaldo è un presidio tecnologico dell’Italia e dell’Europa”, ha affermato Fabrizio Fabbri, amministratore delegato di Ansaldo Energia, che ha aggiunto: “è un’azienda poco conosciuta perché è sempre rimasta molto localizzata, infatti stiamo cercando di portarla fuori da Genova e fuori dall’Italia. È un’azienda senza problemi strutturali, ma con problemi operativi importanti. Oltre a concentrarci sul bilancio, cercando di terminare i lavori con attenzione ai costi, alla qualità e ai tempi, rifocalizzarsi sui processi”.

Per Fabbri “la strategia dell’Europa è sbagliata. Io spero che cambi. Sto sentendo molti segnali positivi, come la volontà discutere con gli esperti, che spesso non sono coloro che prendono le decisioni, e questo è un fatto. In questa situazione di incertezza, quindi, noi abbiamo rivisto il nostro piano industriale”.

Poletti (Arera): settore energetico è cambiato per incertezza del mercato, sicurezza e innovazione

“Il settore energetico è radicalmente cambiato. Dal punto di vista regolatorio, se dovessi scegliere tre elementi di cambiamento che impattano molto, il primo è l’incertezza senza precedenti su cosa ci attende in termini di domanda e di offerta, e questo sia in valori assoluti che come composizione del nostro portafoglio energetico”. Così Clara Poletti, componente del Collegio ARERA e presidente del Board Regolatori di ACER. “Il secondo punto – ha aggiunto Poletti – riguarda la sicurezza del sistema: abbiamo un sistema che dipende e dipenderà sempre più da fattori difficilmente prevedibili, ma potenzialmente con un grande impatto, come il cambiamento climatico, la siccità, il legame con l’acqua… quindi è un tema di resilienza delle nostre reti, ma anche la maggiore interconnessione del nostro sistema, che genera impatti anche repentini sul funzionamento delle reti a livello di singolo mercato nazionale. Il terzo elemento è l’innovazione tecnologica: i settori energetici storicamente hanno avuto evoluzioni tecnologiche in tempistiche abbastanza lunghe, mentre adesso abbiamo tanti elementi di novità. Per quanto riguarda il modello di regolazione, tutto non si può fare, bisogna fare delle scelte di crescita e di decrescita. Le scelte di crescita sono più semplici, anche se dolorose, mentre le scelte di decrescita sono più difficili. Qui il ruolo di noi regolatori certamente non è quello di definire le gli obiettivi e i target, ma abbiamo bisogno di scenari chiari di medio e lungo termine”.

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