Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi al CES di Las Vegas dal presidente della Toyota, Akio Toyoda, insieme all’architetto danese della Bjarke Ingels della BIG
La Toyota costruirà la città del futuro. Sorgerà in Giappone alle pendici del monte Fuji, sarà alimentata con pile a idrogeno, si affiderà all’intelligenza artificiale e alla robotica per gestire molti aspetti della vita quotidiana.
Un’utopia aziendale che ospiterà all’inizio – la prima pietra verrà posata l’anno prossimo – 2.000 persone, tra dipendenti ed ex dipendenti e ricercatori da tutto il mondo: un laboratorio a cielo aperto in cui sperimentare in diretta le tecnologie e le interazioni sociali dei secoli a venire.
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi al CES di Las Vegas dal presidente della Toyota, Akio Toyoda, insieme all’architetto danese della Bjarke Ingels della BIG (che ha già al suo attivo gli uffici della Google nella Silicon Valley e a Londra, oltre al museo della LEGO).
UN’UTOPIA A ZERO EMISSIONI
Si chiamerà “Woven city” (città tessuta, o intrecciata), con un richiamo alle origini dell’azienda giapponese come produttrice di telai da tessitura; avrà un’estensione di circa 70 ettari, in un’area già occupata da una fabbrica del gruppo.
La stessa struttura urbanistica è una griglia, basata sull’intersezione di 3 diverse tipologie di strade: per veicoli, miste tra pedoni e veicoli senza guidatore e a bassa velocità, per soli pedoni immerse nel verde. Avranno intersezioni, in cui a incontrarsi saranno non solo autoveicoli e persone, ma anche robot.
UN LABORATORIO A CIELO APERTO
Toyoda ha spiegato nel corso della presentazione com’è nata la loro idea: “siamo concentrati sul futuro della connettività, della mobilità autonoma e condivisa, sull’elettrificazione; inoltre, inseguiamo il futuro dell’intelligenza artificiale, della robotica, della scienza dei materiali, dell’energia sostenibile. E ci siamo detti: perché non fare tutto in un solo posto, in un contesto di vita reale e non simulata?”.
In effetti, insieme all’uso dell’intelligenza artificiale, la mobilità e la sostenibilità ambientale sono al centro di questa affascinante sperimentazione; ovviamente, saranno le soluzioni fornite dalla Toyota ad essere applicate e testate.
IDROGENO E MOBILITÀ CONDIVISA
Ad esempio, gli edifici della Woven City verranno costruiti quasi integralmente in legno, per minimizzare l’impronta di carbonio; e i tetti di abitazioni, uffici e laboratori verranno coperti da pannelli fotovoltaici. L’elettricità verrà però fornita prioritariamente dalle pile alimentate a idrogeno prodotte dall’azienda giapponese; i serbatoi per il combustibile saranno installati nei sotterranei degli edifici, anch’essi connessi al reticolo.
Sulle strade di questa città del futuro circoleranno probabilmente delle Mirai, le automobili a idrogeno della Toyota (sul mercato già dal 2014); ma soprattutto, dagli e-Palette: dei veicoli senza guidatore, con 8 ruote e dalla forma di grosse scatole, elettrici e di diverse dimensioni. Debutteranno secondo i piani alle olimpiadi di Tokyo quest’estate, saranno in grado di trasportare sia passeggeri sia merci, o di trasformarsi in ufficio, laboratorio, negozio.