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COP30 inaugurazione

La COP30 volge al termine, ma ancora non si vedono risultati concreti

La presidenza brasiliana della COP30 ha chiesto ai partecipanti “flessibilità” durante i negoziati, considerata la mancanza di progressi sui temi più spinosi. Al termine della prima settimana, André Correa do Lago ha esortato i negoziatori ad “accelerare” le discussioni poiché “c’è molto lavoro da fare”

Ad otto giorni dall’inizio della COP30, il vertice ONU sul clima in corso in Brasile, ancora non si vedono all’orizzonte tracce di intese o risultati concreti per il futuro del pianeta. I 50mila delegati che dal 10 novembre scorso sono riuniti nella città amazzonica di Belem avrebbero l’arduo compito di tessere le fila per una proficua cooperazione globale sul clima, ma ad oggi l’obiettivo è ancora lontano.

I  TRE OBIETTIVI PRINCIPALI DELLA COP30

Tagliare le emissioni di gas serra, finanziare la transizione energetica e adattarsi al cambiamento climatico sono le tre grandi sfide della COP30. Una delle massime priorità è trovare un accordo sugli aiuti che i Paesi più ricchi dovranno fornire per agevolare la transizione energetica dei Paesi meno sviluppati.

Nonostante l’importante crescita delle energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili, si prevede che la domanda di petrolio e gas continuerà a crescere, fino a raggiungere il picco negli anni 2030.

Nei primi otto giorni di COP30 i Paesi non sono infatti riusciti a superare le posizioni ancora contrastanti sulle tre principali questioni del vertice: ambizione climatica, finanza e barriere commerciali. “La posta in gioco è troppo alta per permettere che tattiche o discussioni bloccate ostacolino i progressi”, ha spiegato il presidente della COP30, André Correa do Lago, riconoscendo gli esigui progressi compiuti finora.

PAROLA D’ORDINE: FLESSIBILITÀ

La presidenza brasiliana della COP30 ha chiesto ai partecipanti “flessibilità” durante i negoziati, considerata la mancanza di progressi sui temi più spinosi. Nella sessione plenaria che ha concluso la prima settimana del vertice Correa do Lago ha esortato i negoziatori ad “accelerare” le discussioni poiché “c’è molto lavoro da fare”.

Il segretario esecutivo della COP30, Simon Stiell, ha affermato che i Paesi devono fare di più: se non ci allineiamo e non troviamo punti di intesa sui temi più importanti, la COP30 non produrrà risultati per dimostrare che gli Accordi di Parigi stanno funzionando”.

LE AZIONI DEL MASE ALLA COP30

Per quanto riguarda l’Italia, domenica scorsa una delegazione di parlamentari italiani, guidata da Angelo Bonelli e Chiara Braga, ha incontrato a Belem il personale del MASE impegnato nei tavoli tecnico-scientifici sul negoziato Clima. All’incontro hanno partecipato anche i funzionari del Ministero coinvolti nella cooperazione bilaterale e multilaterale sui temi dell’ambiente, del clima e dell’energia.

In questi ambiti, il MASE collabora attivamente con numerosi partner internazionali, rafforzando la posizione dell’Italia nelle strategie globali. Nel corso dell’incontro è stato illustrato lo stato del negoziato, nonché le principali iniziative promosse dal MASE, tra le quali i progetti di ricerca e sviluppo su energie pulite, programmi di formazione e capacity building rivolti ai Paesi emergenti, e attività di supporto tecnico per l’implementazione degli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi. I rappresentanti del Ministero hanno inoltre presentato gli eventi e le iniziative in corso in questi giorni a Belém.

IL MESSAGGIO DI PAPA LEONE: “IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON È UNA MINACCIA LONTANA”

“La regione amazzonica continua ad essere un simbolo vivente della creazione con un bisogno urgente di cure”. Lo ha dichiarato Papa Leone XIV in un video messaggio registrato e diffuso durante il vertice di Belem.

“Voi – ha spiegato il pontefice – avete preferito la speranza e l’azione alla disperazione, costruendo una comunità globale che lavora insieme. Ciò ha prodotto progressi, ma non abbastanza. La speranza e la determinazione devono essere rinnovate, non solo con le parole e le aspirazioni, ma anche attraverso azioni concrete”. Infine, Papa Leone ha detto che, per le persone colpite, il cambiamento climatico “non è una minaccia lontana, e ignorare queste persone significa negare la nostra comune umanità”.

ITALIA E CUBA INSIEME PER ECONOMIA CIRCOLARE E MERCATO DEL CARBONIO

Ieri, a latere della COP30, si è tenuta la terza riunione del Comitato Congiunto (JC3) tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Ministero della Scienza, Tecnologia e Ambiente della Repubblica di Cuba (CiTMA) nell’ambito del Protocollo di Intesa sullo sviluppo sostenibile. Il Comitato Congiunto ha approvato due iniziative di forte impatto strategico. La prima riguarda la creazione di un Centro regionale per la gestione dei rifiuti a Sancti Spíritus, pensato per rafforzare competenze tecniche e istituzionali nel percorso verso l’economia circolare.

La seconda, dedicata allo sviluppo del mercato del carbonio nel quadro dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi, segna un passaggio decisivo e fortemente innovativo grazie alla crescente ambizione climatica globale e al riconoscimento dei mercati del carbonio come potente strumento per incentivare la riduzione delle emissioni.

È il primo progetto su Articolo 6 da realizzare nel Paese, una sperimentazione pilota che potrà essere replicata in altri contesti nazionali interessati a sviluppare meccanismi avanzati di cooperazione internazionale. Come ricordato dal direttore generale Affari Europei, internazionali e Finanza sostenibile del MASE, Alessandro Guerri, “l’obiettivo è sbloccare e ampliare le opportunità dei mercati del carbonio, creando strumenti credibili per la misurazione, la certificazione e la valorizzazione delle riduzioni di emissioni”.

L’iniziativa permetterà a Cuba di dotarsi di meccanismi solidi e trasparenti, aprendo l’accesso a nuove forme di finanza climatica basata sui risultati e creando condizioni favorevoli per attrarre investimenti nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica e nella modernizzazione della rete. Un progetto capace di cambiare significativamente la traiettoria della decarbonizzazione del Paese, in piena coerenza con le priorità indicate nell’NDC 3.0.

Nel corso della riunione, CITMA ha inoltre presentato una proposta regionale per la protezione delle aree marino-costiere che coinvolge vari Stati che affacciano sul Mare del Caraibi, da finanziare auspicabilmente coinvolgendo fondi multilaterali come l’Adaptation Fund. La riunione si è conclusa con l’impegno condiviso a portare avanti con determinazione le iniziative approvate e a rafforzare la collaborazione futura.

Italia e Cuba hanno confermato la volontà di consolidare un partenariato ambientale basato su risultati concreti e di proseguire il dialogo per accelerare la transizione ecologica e contribuire all’attuazione dell’Accordo di Parigi.

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