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Csea

La Corte dei Conti bacchetta la Csea (e non solo)

Nel mirino della Corte dei Conti il perpetuarsi della gestione commissariale della Csea

“Si rilevano profili di criticità per il perpetuarsi della gestione commissariale dell’Ente, dovuta non a problematiche gestionali ma esclusivamente alle dimissioni di due componenti del Comitato di gestione, transitati ai vertici del G.S.E. Ulteriore aspetto meritevole di considerazione è l’appartenenza organica del Commissario nominato all’ente vigilante ARERA, con commistione tra ente controllante ed ente controllato”. È senza mezzi termini il giudizio della Corte dei Conti sulla Csea, la Cassa del settore elettrico che raccoglie le somme pagate dalle bollette per le varie componenti degli oneri di sistema, sulla gestione 2018. (QUI LA DELIBERA)

CHI È IL COMMISSARIO DI CSEA

Con Deliberazione 575/2018/A del 13 novembre 2018 l’ARERA, infatti, a seguito delle dimissioni del Presidente e di uno dei componenti del Comitato di gestione, ha provveduto a nominare Commissario della CSEA l’Avv. Giandomenico Manzo. Il Commissario svolge le funzioni attribuite dallo Statuto della CSEA al Presidente e al Comitato di gestione per assicurare lo svolgimento delle attività della Cassa in caso di contemporanea vacanza di almeno due dei componenti del Comitato di gestione. L’incarico, per il quale non è previsto alcun emolumento aggiuntivo, decorre dal 13 novembre 2018 e avrà durata fino alla data di nomina del nuovo Comitato di gestione.

NEL MIRINO DELLA CORTE DEI CONTI IL PERPETUARSI DELLA GESTIONE COMMISSARIALE DELLA CSEA

Infatti, si legge nel documento redatto dai magistrati contabili, “la gestione commissariale si è protratta anche nell’esercizio 2019, concentrando i poteri devoluti, per statuto, al Comitato di gestione (organo collegiale) in un organo monocratico. La mancata nomina di un nuovo Comitato di gestione, da parte dell’Autorità vigilante ARERA, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non è in linea con la previsione dell’art. n. 6.3 dello statuto, il quale prevede la nomina del Commissario in caso di ‘temporanea’ vacanza di almeno due componenti del Comitato di gestione. Si segnala che l’attuale Commissario della Cassa è dipendente dell’Autorità vigilante ARERA. Il Commissario, infatti, ha dichiarato, all’atto dell’assunzione dell’incarico, di essere alle dipendenze di ARERA con funzioni di Consigliere giuridico e, ad interim, di Direttore della Direzione legale e della Direzione comunicazione”.

ALTRA CRITICITA’

Non è tutto. La Corte dei Conti ha anche rilevato che “al personale distaccato dal G.S.E. risultano erogati emolumenti al di fuori di previsioni normative e del contratto collettivo di settore. Inoltre, l’ente ha sostenuto, in proprio, le spese per le perizie su immobili concessi ai dipendenti dell’Ente a garanzia dei mutui contratti con la C.S.E.A”.

L’UTILE DI ESERCIZIO DELLA CSEA

“L’utile di esercizio della C.S.E.A., nel 2018, è stato pari a 311.107 euro, con una riduzione rispetto all’anno precedente (133.569 euro in valore assoluto). (…) Tale riduzione è giustificata da un saldo negativo della gestione caratteristica, in particolare, come si evince dal conto economico, dei ricavi per cessioni di prodotti e prestazioni di servizi derivanti dall’attività funzionale dell’Ente (41,48 per cento pari a 245.528 euro). Tali valori rispecchiano la diminuzione degli incassi dell’attività operativa dell’ente, pari a 639.303.821 euro in valore assoluto (8,2 per cento)”.

“I ricavi e i proventi sono determinati, essenzialmente, in base all’aliquota commissionale determinata dall’ARERA. Per l’esercizio 2018 l’ARERA ha determinato il prelievo di natura commissionale nella misura dello 0,044 per mille del valore complessivo degli importi di riscossioni ed erogazioni al netto delle partite di giro registrate per l’esercizio 2017. La diminuzione dell’aliquota commissionale ha determinato la riduzione del 23,7 per cento dei proventi finanziari (15.428.486 euro in valore assoluto) e conseguentemente dell’utile di esercizio”. Anche il patrimonio netto “è diminuito, rispetto al precedente esercizio, di 111.335 euro (0,1 per cento); la diminuzione è dovuta alla destinazione di quota parte dell’utile 2017 (22.000 euro) alla riserva legale”, alla “destinazione della restante parte dell’utile 2017 (422.000 euro) alle entrate del bilancio dello Stato” e “alla rilevazione dell’utile dell’esercizio 2018, pari a 311.105 euro”.

ATTIVO CIRCOLANTE A 4,1 MLD NEL 2018. RECUPERATI I VERSAMENTI PER ILVA E ALITALIA

Più in generale, si legge, “il totale dell’attivo circolante, pari a 4,1 miliardi nel 2018, decresce del 18,7 per cento rispetto al 2017 (-953,4 milioni in valore assoluto). Il totale dei crediti per l’esercizio 2018 ammonta a 787,4 milioni pari al +64,7 per cento rispetto al 2017”, Inoltre, prosegue la magistratura contabile “sono stati versati, temporaneamente, sia 430 milioni alla fine del 2017 – recuperati all’inizio del 2018 – sia 1 miliardo alla fine del 2018, recuperato all’inizio del 2019 suddiviso in 900 milioni come previsto dall’art.2 del d.l. n. 135 del 14 dicembre 2018, recante ‘disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione’ e 100 milioni come previsto dall’art. 2 del d.l. n. 98 del 2016 recante ‘disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del Gruppo ILVA’”.

Nel corso dell’esercizio, inoltre, “sono stati versati a titolo definitivo al bilancio dello Stato: 135 milioni ai sensi dell’art. 1, comma 298, della legge n. 311 del 30 dicembre 2004 e dell’art. 1, comma 493, della legge n. 266 del 23 dicembre 2005; 29 milioni ai sensi della legge n. 221 del 2012 recante “Misure urgenti per la crescita del paese”.

IL CONTENZIOSO

“La C.S.E.A. ha in corso 44 giudizi (dato aggiornato al 28 febbraio 2019), per lo più riferiti ad impugnazioni avverso le deliberazioni dell’ARERA ed atti conseguenti della C.S.E.A – sottolinea la Corte dei Conti -. Nel 2018 sono state instaurate 21 nuove controversie, di cui 4 concluse e una per la quale si è deciso di non procedere alla costituzione in giudizio. Il contenzioso tributario è elevato ed ha ad oggetto le impugnazioni avverso le cartelle di pagamento notificate da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione cui è stato affidato il recupero coattivo dei crediti dell’ente, ai sensi del D.D. Del M.E.F. del 12 aprile 2018. L’oggetto del contenzioso riguarda per lo più la determinazione della sorte capitale e degli interessi del credito”.

“La C.S.E.A. è stata altresì convenuta in giudizi civili ed amministrativi attinenti agli oneri generali del sistema elettrico; in particolare, è stata chiamata, in qualità di terzo, unitamente al G.S.E. S.p.a., da parte di un distributore di energia al fine di corrispondere al venditore delle somme a titolo di oneri generali di sistema”, si legge ancora.

“Nell’ambito dell’attività di recupero crediti la C.S.E.A. è coinvolta in 20 procedure concorsuali pendenti (dato aggiornato al 28 febbraio 2019) di cui una avviata nel 2018”, conclude la Corte dei Conti.

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