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Pichetto

La crisi del Mar Rosso mette a rischio petrolio, gas e bollette italiane

Oggi per fortuna, la situazione sembra essersi stabilizzata. Il Brent è quotato a 78,04 dollari al barile (+0,12%) mentre i future sul WTI si attestano a 72,48 dollari (+0,01%). Stesso discorso per il gas. Per il momento le quotazioni sono ai minimi ad Amsterdam con i future su gennaio in calo di oltre l’8% a 32,6 euro al megawattora. Per sapere gli effetti delle bollette bisognerà aspettare gennaio
Si riaffaccia per le tasche degli italiani l’incubo dei rincari in bolletta. L’allargamento del conflitto da Gaza al Mar Rosso, con gli Houthi contro Gerusalemme, si sta trasformando in una minaccia “strategica ed economica su larga scala che potrebbe diventare una guerra a sé”, scrive il Messaggero.

CON GLI ATTACCHI DI IERI SUBITO I RIALZI SUI LISTINI

Ieri infatti le milizie yemenite sostenute dall’Iran, hanno rivendicato gli attacchi alla petroliera Swan Atlantic e alla Portacontainer Msc Clara, entrambe collegate a Israele. La conseguenza è stata subito un rialzo delle quotazioni di petrolio e gas con il Wti salito del 2,7% a quota 73 dollari e il Brent vicino ai 79 dollari.

Per il gas i future di gennaio hanno chiuso con un +12% sorpassando i 37 euro per poi chiudere a 35 mentre al Ttf di Amsterdam i rincari sono stati del 7%.

OGGI SITUAZIONE PIU’ STABILE SUI MERCATI

Oggi per fortuna, la situazione sembra essersi stabilizzata. Il Brent è quotato a 78,04 dollari al barile avanzando dello 0,12% mentre i future sul WTI si attestano a 72,48 dollari in rialzo dello 0,01%. Stesso discorso per il gas. Per il momento le quotazioni sono ai minimi ad Amsterdam con i future su gennaio in calo di oltre l’8% a 32,6 euro al megawattora.

GIA’ AVVIATI I CAMBI DI ROTTA PER PETROLIERE, NAVI GASIERE E PORTACONTAINER

La conseguenza immediata è stata un cambio delle rotte marittime bypassando il Canale di Suez: “Quattro delle prime cinque aziende mondiali di navi portacontainer, che da sole rappresentano quasi il 55% dei vettori di trasporto marittimo, seguiranno l’esempio dell’israeliana Zim e devieranno le loro rotte verso Capo di Buona Speranza circumnavigando l’Africa. Questo si traduce in un allungamento significativo del viaggio dai porti asiatici a quelli del Nord Europa, del Mediterraneo e della costa est degli Stati Uniti con ripercussioni sui costi e sulle tempistiche di consegna delle merci”, si legge sul quotidiano romano.

Già la scorsa settimana Maersk Tankers, Moller-Maersk, Hapag-Lloyd e Msc avevano comunicato l’allontanamento da Suez per ragioni di sicurezza. Una decisione presa ieri anche da Bp.

Gli ultimi aggiornamenti di Reuters evidenziano come anche altri operatori abbiano optato per la stessa scelta come il gruppo armatoriale francese CMA CGM e la compagnia petrolifera norvegese e la società di gas Equinor. “Tre navi GNL finora hanno modificato le loro rotte per evitare di passare dallo Yemen, secondo i dati di tracciamento delle navi di Kpler e LSEG Eikon. Uno di loro, la Celsius Copenhagen, aveva attraversato il Canale di Suez il 13 dicembre ed era a metà del Mar Rosso prima di fare ‘inversione il 15 dicembre. La nave controllata da Oman LNG, che trasportava un carico da Freeport negli Stati Uniti, era inizialmente diretta al porto di Incheon in Corea del Sud. Attualmente si trova a sud del Canale di Suez con Kalamata, in Grecia, come prossima destinazione”.

Altre due navi, la Celsius Geneva e la Celsius Charlotte, si stavano dirigendo verso il Golfo di Aden da est nell’Oceano Indiano ma hanno cambiato rotta rispettivamente il 15 e il 18 dicembre per dirigersi verso sud.

PER GOLDMAN SACHS NESSUN EFFETTO SUI PREZZI DI PETROLIO E GNL

Goldman Sachs ha affermato in una nota che eventuali interruzioni delle spedizioni “sono improbabili” e per questo non dovrebbero esserci grandi effetti sui prezzi del petrolio e del GNL visto che la produzione non dovrebbe essere direttamente influenzata.

LA NAVIGAZIONE SUL MAR ROSSO, UN COLLO DI BOTTIGLIA DA CUI PASSANO PETROLIO E GNL

Il punto cruciale è rappresentato da Bab al-Mandeb, uno stretto di 20 miglia che congiunge Mar Rosso con il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano. Come ricorda il quotidiano romano, si tratta del quarto collo di bottiglia più trafficato del mondo da cui nella prima metà del 2023 sono transitati 8,8 milioni di barili di petrolio e 116 milioni di metri cubi al giorno di gas naturale liquefatto. Con l’allungamento del percorso di circa il 40% aumentano, naturalmente, anche i costi di trasporto e assicurazione. “Secondo S&P il costo dei viaggi può lievitare fino al 12% e la sua durata si protrarrebbe di un paio di settimane con un impatto inevitabile sulle quotazioni di gas e petrolio”, ha spiegato il quotidiano.

Da quel punto passa almeno il 20% delle importazioni di gas e petrolio in Europa e “guardando al Gnl (Gas naturale liquefatto), transita dal Mar Rosso per arrivare a Rovigo, soprattutto dal Qatar, il 10% dei consumi energetici italiani”.

TABARELLI LANCIA L’ALLARME: CON IL BLOCCO DEL CANALE DI SUEZ SFORBICIATA AL TAGLIO ATTESO SU TARIFFE LUCE E GAS ITALIANE

“Se il blocco del canale di Suez non dovesse risolversi entro fine anno si deve mettere in conto di veder sfumare l’atteso taglio delle tariffe del gas a gennaio, intorno al 4% con altrettanto bonus dimezzato per il primo trimestre 2024 della luce. In questo caso da un calo previsto nell’ordine dell’8% si scenderebbe a meno 4-5% nel conto dell’elettricità. ‘Si rischia di interrompere la tendenza forte al ribasso’, avverte il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli”, si legge sempre su Il Messaggero.

IL PENTAGONO: UNA MINACCIA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Intanto contro gli attacchi dei gruppi yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, nel Mar Rosso, si è pronunciato il Pentagono definendoli una “minaccia” per il commercio internazionale. Per scongiurare possibili escalation è pronta l’operazione Prosperity Guardian

L’OPERAZIONE PROSPERITY GUARDIAN

Il World Shipping Council, o WSC, ha affermato che l’istituzione dell’Operazione Prosperity Guardian, dovrebbe aiutare a proteggere i marittimi e a difendere la libertà di navigazione in caso di crescenti attacchi alle navi nel Mar Rosso. “La missione di questa task force è fondamentale per proteggere i marittimi e difendere il principio fondamentale della libertà di navigazione”, ha affermato l’associazione riferendosi a quanto affermato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che ieri ha lanciato l’iniziativa sotto l’egida delle Forze marittime combinate e la guida della Task Force 153.

“La recente escalation di attacchi sconsiderati degli Houthi provenienti dallo Yemen minaccia il libero flusso del commercio, mette in pericolo i marinai innocenti e viola il diritto internazionale”, ha in una nota il segretario alla Difesa statunitense Lloyd J. Austin III. “L’Operazione Prosperity Guardian sta riunendo diversi paesi tra cui Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna, per affrontare congiuntamente le sfide alla sicurezza nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, con la obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionale”, ha aggiunto.

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