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siccità acqua

La crisi dell’acqua in Europa, in cifre

Si prevede che la siccità diventerà più frequente e intensa, soprattutto – ma non esclusivamente – nell’Europa meridionale. Periodi di siccità più lunghi comprometteranno la qualità dell’acqua e minacceranno l’approvvigionamento di milioni di persone in Europa

L’attesissima “Strategia per la resilienza Idrica” della Commissione europea, la cui pubblicazione è prevista per giugno, “mira a rendere l’Europa resiliente all’acqua”, migliorando la qualità e la gestione delle acque del blocco e proteggendola dalle conseguenze dei cambiamenti climatici.

Risolvere la crisi idrica europea, però, non è un’impresa facile: oltre il 40% della popolazione Ue sta già vivendo una situazione di scarsità d’acqua e i dati mostrano che, senza un intervento rapido, sempre più persone perderanno l’accesso illimitato a questa risorsa essenziale.

AEA: “ACQUA EUROPEA SOTTO PRESSIONE PER INQUINAMENTO E ECCESSIVO SFRUTTAMENTO”

Secondo Trine Christiansen, responsabile per le acque dolci dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, l’Ue si trova ad affrontare “serie sfide alla sicurezza idrica, sia oggi che in futuro”, e “potremmo semplicemente non avere abbastanza acqua di qualità sufficientemente buona per i molteplici scopi per cui vorremmo utilizzarla”. Un rapporto AEA del 2024 ha concluso che le risorse idriche europee sono sottoposte a una crescente pressione a causa dell’inquinamento e dell’eccessivo sfruttamento.

Christiansen ha inoltre evidenziato che i cambiamenti climatici renderanno più difficile l’accesso e la gestione dell’acqua, causando perdite di vite umane e miliardi di danni economici. L’AEA ha concluso che dei “cambiamenti radicali” negli stili di vita e nel sistema economico europeo rappresentano l’unica soluzione alla crescente crisi idrica del continente. L’agenzia ha individuato nell’agricoltura uno dei principali responsabili, essendo sia il maggiore utilizzatore netto di acqua che il principale inquinatore. Secondo l’AEA, il settore rappresenta quasi il 60% del consumo netto di acqua dolce Ue, con una domanda destinata ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici.

L’INQUINAMENTO DELL’ACQUA PROVOCATO DALL’AGRICOLTURA

Come ricorda Politico, l’inquinamento diffuso causato dall’agricoltura colpisce quasi un terzo delle acque sotterranee e superficiali europee. I nitrati contenuti nei fertilizzanti e nel letame sono tra i principali responsabili: causano la rapida crescita di alcuni organismi come le alghe, che possono dominare gli ecosistemi, impoverendo i livelli di ossigeno nell’acqua e creando “zone morte” dove nulla può crescere. Nell’acqua potabile, i nitrati possono causare problemi di salute, tra cui il cancro.

Nonostante l’esistenza di una legge Ue volta a limitare la concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee, dal 2000 i progressi sono stati pressoché inesistenti. Gli esperti affermano che l’attuazione è stata problematica. La Commissione europea sta riesaminando la legge dal 2023 e sta valutando una semplificazione delle norme esistenti, anche se una decisione in merito non è prevista prima della fine dell’anno.

CAMBIAMENTO CLIMATICO E ACQUA

Il cambiamento climatico è destinato ad aggravare la crisi idrica europea, esacerbando la scarsità d’acqua a fronte della crescente domanda. Si prevede che la siccità diventerà più frequente e intensa, soprattutto – ma non esclusivamente – nell’Europa meridionale. Periodi di siccità più lunghi comprometteranno la qualità dell’acqua e minacceranno l’approvvigionamento di milioni di persone in Europa. Secondo il Centro Comune di Ricerca (JRC), entro il 2050 fino a 65 milioni di persone nell’Unione europea e nel Regno Unito potrebbero soffrire di scarsità d’acqua per alcuni periodi dell’anno, se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare.

La regione del Mediterraneo sarebbe la più colpita, ma anche alcune parti dell’Europa centrale e settentrionale subirebbero una significativa pressione idrica a causa di una varietà di fattori, che vanno dalla cattiva gestione e dalle infrastrutture carenti alla domanda incontrollata da parte dell’industria, dell’agricoltura e dei sistemi di approvvigionamento idrico pubblico.

L’IMPATTO SUI COSTI DELL’ECONOMIA UE

I costi per l’economia europea sarebbero immensi. L’agricoltura subirà il peso maggiore della scarsità d’acqua, con rese ridotte e maggiori costi per l’irrigazione del terreno e l’alimentazione degli animali. Anche la produzione di energia ne risentirà: le centrali nucleari e termoelettriche avranno meno acqua per il raffreddamento e le centrali idroelettriche produrranno meno elettricità. Edifici e infrastrutture subiranno danni a causa del restringimento del suolo causato da siccità prolungate.

GLI EFFETTI ECONOMICI DELLA SICCITÀ

Nel frattempo, piogge eccezionalmente intense provocheranno inondazioni più distruttive; controintuitivamente, le precipitazioni intense non si infiltrano nel suolo, quindi non contribuiranno a ricostituire le riserve idriche già esaurite dell’Europa. Il JRC stima che il danno economico causato dalla sola siccità potrebbe ammontare a 12-15 miliardi di euro entro il 2050 e fino a 45 miliardi di euro entro il 2100.

LA BOZZA DELLA “STRATEGIA PER LA RESILIENZA IDRICA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Nonostante la gravità della crisi imminente, la Commissione europea potrebbe non riuscire a realizzare la strategia idrica di cui c’è così disperatamente bisogno. Una bozza della strategia, ottenuta da Politico, ipotizza la possibilità di introdurre obiettivi per l’estrazione idrica, ma anche se venissero adottati, gli obiettivi sarebbero probabilmente volontari.

In agricoltura, il documento propone di premiare gli agricoltori “che si impegnano in cambiamenti strutturali” per migliorare la gestione delle risorse idriche. Questo sarebbe integrato nella Politica Agricola Comune (PAC). Secondo la bozza del documento, la resilienza idrica diventerebbe parte integrante dei lavori sulla PAC.

La strategia propone inoltre una “semplificazione” delle norme Ue in materia di acque per facilitarne l’attuazione, in linea con la più ampia campagna di semplificazione della Commissione. Tuttavia, si sofferma molto poco sull’inquinamento da nutrienti o pesticidi. Per quanto riguarda le sostanze chimiche persistenti, la bozza propone di istituire un meccanismo di supporto per la bonifica dei PFAS e di altre sostanze chimiche persistenti, istituendo “un Partenariato pubblico-privato per la loro individuazione e bonifica”.

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