Killer delle auto utilitarie, direttiva che ritarda la transizione e discrimina le altre tecnologie. È l’opinione poco lusinghiera che Renault, Stellantis, Toyota e Volkswagen hanno della settimana edizione delle normative europee contro l’inquinamento delle auto
Killer delle auto utilitarie, direttiva che ritarda la transizione e discrimina le altre tecnologie. È l’opinione poco lusinghiera che Renault, Stellantis, Toyota e Volkswagen hanno della Euro 7, settimana edizione delle normative europee contro l’inquinamento delle auto. Infatti, mentre la direttiva si avvicina a grandi passi, il mondo dell’automotive stringe alleanza per ritardarne l’arrivo. Le associazioni di costruttori Anfia e Acea sollevano critiche, chiedendo di ritardare l’entrata in vigore dei nuovi limiti alle emissioni di ossidi di azoto NOx, particolato e particelle prodotte da freni e batterie. Italia, Francia e Germania sono tra i Paesi più critici nei confronti dell’attuale versione della direttiva.
COS’È LA EURO 7 E PERCHÈ È TANTO ODIATA?
La tanto avversata Euro 7 mira a raggiungere un calo delle emissioni di ossidi di azoto NOx del 35%, facendo scendere il limite a 60 mg/km, traguardo molto inferiore rispetto a quello fissato oggi per le diesel (80 mg/km). Inoltre, la norma pone una riduzione delle particelle prodotte da freni e batterie del 27%. Il particolato proveniente dagli scarichi dovrebbe essere inferiore del 13%.
La direttiva per le auto e furgoni entrerà in vigore a luglio 2025, mentre i veicoli pesanti avranno tempo fino al 2027.
Per adeguarsi ai nuovi standard l’industria automobilistica stima un impatto sui costi dei veicoli che arriva fino a 2.000 euro ognuno. Numeri molto lontani dalle stime della Commissione Europea, che quantifica l’aumento tra 90 e 150 euro.
Il costo finale è un elemento che preoccupa particolarmente produttori e associazioni. L’impatto degli aumenti sarà più evidente sulle automobili che occupano la fascia di prezzo più bassa, spingendo gli utenti a scegliere sempre più l’usato.
D’URSO: “SE L’EUROPA NON ASCOLTA, IL DOSSIER ARRIVERÀ AL PARLAMENTO UE”
Adolfo D’Urso il ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervistato da Sky Tg Com 24, ha dato un ultimatum all’Unione Europea.
“Sulla conversione green del settore automobilistico chiediamo alla Commissione europea di affrontare con realismo i due dossier ancora in campo, Euro7 e CO2 per i mezzi pesanti, per dare davvero la possibilità cittadini di adeguarsi in tempo utile. Se così non fosse, siamo pronti a far passare il dossier al prossimo Parlamento europeo e alla prossima Commissione”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervistato da Sky Tg Com 24.
“Dobbiamo affrontare questo processo con la neutralità tecnologica: se biometano o biocombustibile o idrogeno possono giungere allo stesso obiettivo delle auto elettriche, allora utilizziamo anche altre tecnologie”, ha aggiunto D’Urso.
ACEA: “EURO 7, INDIRIZZARE GLI INVESTIMENTI VERSO ELETTRICO”
De Meo, presidente dell’associazione che riunisce i maggiori costruttori europei di automobili (Acea), in una lettera aperta al governo dell’Unione Europea ha espresso la contrarietà verso l’attuale impianto normativo e ha proposto di indirizzare gli investimenti destinati all’adeguamento allo standard Euro 7 verso la mobilità elettrica.
“La nostra industria ha goduto a lungo di un vantaggio competitivo lungo tutta la catena del valore dei veicoli con motore a combustione interna. Ma con i veicoli elettrici non sarà più così, almeno nel breve periodo. I nostri concorrenti hanno molte carte in mano che noi non abbiamo ancora, in particolare a monte della catena di fornitura dei veicoli elettrici a batteria”, ha affermato il presidente di Acea e amministratore delegato della Renault.
“Ci stanno chiedendo di fare un Euro 7 che tecnicamente è infattibile perché per come è scritto oggi, tutti i motori a combustione interna andranno fuori dal mercato dal 2025. Le regolamentazioni devono rispettare il principio della neutralità tecnologica. Noi produttori di auto intendiamo dire la verità. E la verità è che dobbiamo guardare all’intero ciclo, cradle to grave (dalla culla alla tomba, ndr), e non al tank to wheel (dal serbatoio alla ruota, ndr). Così, se il nemico è la CO2, ci si apre ad alternative. Che possono essere il motore a combustione con dei mix di carburanti meno impattanti come gli e-fuel o il biodiesel. I costruttori hanno già impegnato qualcosa come 250 miliardi di euro di investimenti. Non possono dirci ‘abbiamo scherzato”, ha aggiunto De Meo in un’intervista al Sole 24 Ore.
ANFIA: “LA EURO 7 È DEL TUTTO INVEROSIMILE”
Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, si mostra molto critica riguardo le linee guida presentate dalla Commissione europea per i nuovi standard Euro 7.
“In piena sintonia e condivisione con gli impegni europei di decarbonizzazione, di raggiungimento della neutralità climatica e miglioramento della qualità dell’aria, anche Anfia, dopo un’attenta analisi, ritiene che la proposta Euro 7 sia del tutto inverosimile nelle tempistiche attuative presentate (2025 per i veicoli leggeri e il 2027 per i pesanti), che sia estremamente gravosa per la filiera, che i benefici ambientali della valutazione di impatto siano eccessivamente sovrastimati e che sia necessaria una profonda rivisitazione del testo durante il processo legislativo europeo”, si legge in una nota.
“La stima di aumenti di circa il 3% è inverosimile perché gli ingenti investimenti necessari a costruttori e componentisti saranno, senza dubbio, maggiori rispetto a quanto indicato e avranno ovviamente dei risvolti diversi anche sull’accessibilità della mobilità per i consumatori. Riteniamo che la proposta così come presentata sia inaccettabile nel suo impianto (limiti, date di applicazione, procedure di omologazione) perché estremamente severa e, dato il contesto, ai limiti della fattibilità e che debba essere profondamente rivista nel corso del processo di codecisione fra le istituzioni”, avverte l’associazione”, aggiunge Anfia.
STELLANTIS: “UNO SPRECO DI INVESTIMENTI”
“È solo una distrazione. Non è utile, è costoso, non porta benefici ai clienti, non porta benefici ambientali”, ha detto ai media. “La parte di emissione ICE è qualcosa che semplicemente non ha senso”. Lo ha affermato Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ribadendo la sua contrarierà alla nuova normativa, secondo quanto riporta Reuters. Secondo il numero uno del gruppo la direttiva costringerebbe i produttori di automobili a investire denaro nella tecnologia per ridurre le emissioni di alimentazioni che saranno comunque vietate dal 2035. Per questo motivo, ha anticipato che punterà sull’aumento dell’elettrificazione, limitando al minimo le spese in modelli Euro 7. Tavares ha elogiato solamente la legislazione riguardante le particelle generate da freni e pneumatici.
VOLKSWAGEN: “LA EURO 7 SARÀ IL KILLER DELLE UTILITARIE”
“Sono molto deluso dalla proposta della Commissione europea sulla nuova normativa Euro7, poteva essere una grande occasione per contribuire alla decarbonizzazione nella razionalizzazione delle emissioni, ma rischia di andare totalmente sprecata e, anzi, creare danni inattesi”, ha affermato Thomas Schäfer, Ceo del marchio Volkswagen, durante il Consumer Electronic Show 2023 di Las Vegas.
“È un fatto che le auto saranno significativamente più costose a causa dell’Euro 7. Non è solo un fatto di omologazione dei propulsori, ma anche per effetto delle nuove imposizioni sulla riduzione dell’inquinamento da parte delle pastiglie dei freni, o i nuovi standard sulla sicurezza informatica del veicolo. Un pacchetto che ha un costo meglio ammortizzabile nelle vetture di maggiori dimensioni, ma che sarà il killer delle utilitarie con motorizzazione tradizionale”, ha aggiunto Schäfer.
TOYOTA: “PUNTIAMO SULLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA”
“Premesso che va ancora approvata e quindi è presto per trarre conclusioni, riteniamo però che l’Euro 7 debba garantire tutte le tecnologie disponibili almeno fino al 2035, usarla per decretare la fine di una o più soluzioni non è la giusta direzione”, ha affermato Andrea Carlucci, direttore marketing e vicepresidente della divisione europea di Toyota, al termine della Dakar 2023.
“La nuova normativa spingerà molto l’offerta di auto elettriche, ma la vera domanda da porsi è se il mercato e quindi i consumatori siano pronti ad un passaggio al 100% elettrico così rapido”, ha aggiunto Carlucci.