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Carburanti

La direttiva sulle energie rinnovabili e il contestato “modello PRIMES” utilizzato dalla Commissione europea

Secondo Ethanol Europe “i piani di trasporto presentati alla Commissione europea non erano supportati da valutazioni dei costi sottostanti, il che comporta il rischio che gli sforzi di decarbonizzazione dei trasporti nell’Ue possano diventare inutilmente costosi”

Per determinare l’impatto della direttiva sulle energie rinnovabili dell’Unione europea sono stati utilizzati dei dati distorti. È quanto afferma un articolo scientifico, che solleva degli interrogativi sul modello e sul processo utilizzato dalla Commissione europea per valutare le opzioni politiche per la decarbonizzazione dei trasporti, inclusi i carburanti.

IL MODELLO PRIMES

Pubblicato sulla rivista scientifica Fuels, l’articolo esamina il cosiddetto modello PRIMES (Price-Induced Market Balance System) utilizzato dalla Commissione europea per simulare l’impatto delle politiche proposte. Il modello PRIMES fornisce una proiezione della futura domanda e offerta di energia e dei prezzi e delle emissioni in diversi scenari. È stato utilizzato in parte per determinare l’impatto della Direttiva sulle energie rinnovabili, un atto legislativo fondamentale dell’Unione europea, che contiene dei rigorosi criteri di sostenibilità per la produzione di biocarburanti.

La ricerca, guidata dal dottor Zoltan Szabo, consulente in materia di sostenibilità della società di biocarburanti Ethanol Europe, ha ideato un modello PRIMES con ipotesi riviste utilizzando “gli ultimi dati disponibili sul mercato e sul settore”.

COSA È EMERSO DALLA RICERCA DI ETHANOL EUROPE

Una delle differenze principali è stata l’inclusione dei co-prodotti nella generazione di biocarburanti. Quando l’etanolo viene distillato, il mangime proteico viene prodotto come co-prodotto. Questo viene generalmente utilizzato per nutrire gli animali, evitando la necessità di importare foraggio per animali o di coltivare ulteriormente la terra.

Tuttavia, i calcoli della Commissione europea non includevano l’impatto sul clima derivante da una fornitura interna di mangimi per animali ad alto contenuto proteico. Una volta utilizzati i nuovi parametri, il modello ha prodotto dei risultati significativamente diversi.

Mentre il modello della Commissione ha rilevato che il costo di abbattimento di CO2 dell’etanolo è compreso tra circa 220 e 390 euro/tCO2eq, il modello rivisto ha rilevato che il bioetanolo ottenuto dalle colture ha costi di abbattimento negativi.

La mobilità elettrica, assente nella valutazione d’impatto della Commissione europea, è risultata compresa tra 100 e 150 euro/tCO2eq. Il documento conclude che “i piani di trasporto presentati alla Commissione europea non erano supportati da valutazioni dei costi sottostanti”, il che comporta il rischio che “gli sforzi di decarbonizzazione dei trasporti nell’Ue possano diventare inutilmente costosi”.

LA NATURA SEGRETA DEL MODELLO PRIMES

Non si sa esattamente come funzioni il modello PRIMES: i dettagli non sono resi pubblici, poiché il modello è considerato una “scatola nera”. La modellazione è realizzata per la Commissione europea da E3Modelling, una società privata strettamente legata all’Università Tecnica di Atene. Una richiesta di commento da E3Modelling non ha ricevuto risposta.

Gli attivisti per l’energia hanno a lungo messo in dubbio l’uso del modello PRIMES da parte della Commissione, criticando la sua natura segreta. “L’elenco di quello che manca in PRIMES non è breve: secondo il gruppo di mobilità pulita Transport and Environment (T&E), “i prezzi delle batterie dei veicoli elettrici erano incredibilmente alti, con valori per il 2030 e il 2050 superiori agli attuali valori di mercato”. Nel 2018, Carlos Calvo Ambel di T&E scrisse che “quando non conosciamo i dettagli di ciò che accade, è impossibile garantire che quello che ne esce rifletta bene un futuro settore dei trasporti sostenibile”.

LA POSIZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Nonostante le critiche, la Commissione europea mantiene la fiducia nel modello PRIMES come un buon strumento analitico, sottolineando che la modellizzazione è solo un elemento nello sviluppo di valutazioni d’impatto, poiché il documento finale è modellato anche in base al contributo della consultazione delle parti interessate. I dati per il modello PRIMES si basano sullo EU Reference Scenario 2020, uno strumento di analisi che trae informazioni dai piani nazionali per l’energia e il clima e dalle consultazioni con esperti.

Joao Pacheco, ex vicedirettore generale della Direzione Agricoltura della Commissione europea e ora consigliere del think tank Farm Europe, ha affermato che le informazioni presentate nel documento scientifico mettono in dubbio la validità delle valutazioni d’impatto effettuate da Bruxelles. “Tutte le ipotesi sbagliate e i vecchi dati messi insieme danno un quadro completamente distorto del risparmio di gas serra ottenuto dai biocarburanti e dei loro costi. Il processo decisionale dell’Ue viene distorto, l’economia Ue perde, gli agricoltori perdono, i consumatori perdono, il clima perde”, ha affermato.

Pacheco ha aggiunto che la reputazione della Commissione è stata danneggiata dalle valutazioni d’impatto errate e che la direttiva sulle energie rinnovabili dovrebbe essere rivista in via prioritaria: “è giunto il momento di rivalutare quello che è stato proposto”.

ETHANOL EUROPE: IL MODELLO PRIMES È SCIENTIFICAMENTE INDIFENDIBILE

Nel frattempo, Ethanol Europe ha presentato lo studio Fuels come un “chiaro caso di cattiva amministrazione” da parte della Commissione europea: “il modello PRIMES è stato la spina dorsale di tutte le valutazioni d’impatto e delle giustificazioni politiche relative alla Direttiva sulle energie rinnovabili per 15 anni, e tutta l’Europa ha dovuto presumere, dal momento che il funzionamento interno del modello PRIMES è stato tenuto segreto, che fosse adatto allo scopo. Tuttavia, ora sappiamo che il modello e la direttiva sulle energie rinnovabili sono – e sono sempre stati – completamente in contrasto tra loro”, ha commentato Eric Sievers, direttore di Ethanol Europe. Sievers ha definito la metodologia PRIMES “indifendibile dal punto di vista scientifico”.

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