L’Europa ora è la destinazione più attraente per i flussi globali di GNL, avendo superato l’Asia per la fornitura spot
Da oltre sei mesi, l’Europa è il motore chiave della domanda globale di gas naturale liquefatto (GNL), poiché sta cercando di sostituire la maggior parte della fornitura russa dai gasdotti il prima possibile.
Dalla crisi energetica dello scorso autunno, l’Europa ha sostituito l’Asia come motore di crescita della domanda di GNL e non è più “il mercato di ultima istanza” per i carichi di questa tipologia di gas.
L’invasione russa dell’Ucraina ha ulteriormente spinto l’Europa ad iniziare a ridurre la sua forte dipendenza dal gas russo, senza il quale il continente rischia un grave rallentamento industriale e di trovarsi in affanno per assicurarsi il riscaldamento per il prossimo inverno.
Allo stesso tempo, la domanda asiatica di GNL è più debole rispetto all’ultimo decennio, con le importazioni dei principali acquirenti della regione – inclusa la Cina – in calo nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Le importazioni totali per il 2022 si prevede saranno sostanzialmente piatte rispetto al 2021.
L’EUROPA SI STA MUOVENDO PER TEMPO IN VISTA DELL’INVERNO
Prima che la guerra russa in Ucraina sconvolgesse i mercati energetici, gli analisti si aspettavano una sana crescita della domanda e delle importazioni di GNL asiatico per il 2022. Tuttavia, la corsa in Europa alla fornitura di GNL ha spinto i prezzi così in alto che in Asia molti acquirenti si sono ritirati in primavera dalla dagli acquisti sul mercato spot. L’Asia in genere utilizza la stagione primaverile per fare scorta di GNL a basso costo, una volta che la domanda invernale e i prezzi invernali più elevati sono finiti.
Con la fine della stagione del riscaldamento, i prezzi sono diminuiti, ma non sono così economici come lo erano lo scorso anno, in questo stesso periodo. Questo perché l’Europa sta correndo forsennatamente per ricostituire le scorte di gas dopo l’inverno e per arrivare preparata al prossimo inverno. Oltre che per il timore che la Russia possa interrompere l’approvvigionamento di gas ad altri Paesi UE, dopo Polonia e Bulgaria.
A poche settimane dalla fine della stagione del riscaldamento invernale, l’Europa sta facendo un buon lavoro per rifornire il suo gas negli stoccaggi, grazie ad una massiccia flotta di navi cisterna GNL in arrivo ai terminal di importazione europei.
L’EUROPA SUPERA L’ASIA PER FORNITURA SPOT DI GNL
L’Europa ora è la destinazione più attraente per i flussi globali di GNL, avendo superato l’Asia per la fornitura spot, dopo la decisione irreversibile dell’UE di smettere di essere legata a Mosca per il suo consumo di gas il più velocemente possibile.
Prima della guerra la dipendenza complessiva dell’UE dal gas russo era di circa il 40%, con differenze notevoli tra gli Stati membri.
Lo stoccaggio del gas nell’UE è ora pieno al 40%, come hanno mostrato i dati di Gas Infrastructure Europe. Fino allo scorso 1 aprile il livello era al 26%.
Da inizio aprile l’Unione Europea ha aggiunto 151 TWh di scorte di gas naturale al suo stoccaggio, il che suggerisce che in questi giorni l’Europa stia riempiendo il suo stoccaggio del gas a un ritmo record.
L’analista di mercato di Reuters John Kemp ha affermato che le scorte di gas in UE e nel Regno Unito insieme ora sono a 450 TWh, in linea con la media decennale precedente e 21 TWh sopra la media quinquennale pre-pandemia fino al 2019.
L’ASIA STA RIDUCENDO LE IMPORTAZIONI DI GNL
Un ritorno al livello medio delle scorte di gas è una buona notizia per l’Europa, ma per il momento non assicura ancora energia per il prossimo inverno.
La forte domanda di GNL in Europa – mentre la Cina è alle prese con i lockdown legati al Covid – suggerisce che l’Europa continuerà ad essere la destinazione preferita dei carichi spot di GNL, almeno per questo e per il prossimo anno.
Nel frattempo l’Asia sta riducendo le importazioni di GNL rispetto ai livelli di un anno fa, poiché i Paesi preferiscono attingere dalle scorte, piuttosto che pagare per il costoso GNL spot e cercare di competere con l’Europa, che è politicamente motivata a pagare qualsiasi prezzo per una fornitura di gas non russa.
Nel primo trimestre 2022 le importazioni asiatiche di GNL sono diminuite del 10% su base annua, con le importazioni cinesi, giapponesi e indiane in calo rispettivamente dell’11%, del 14% e del 25%, secondo Wood Mackenzie. La domanda complessiva di GNL in Asia quest’anno dovrebbe essere piatta rispetto al 2021. “Con solo modesti volumi di nuova fornitura di GNL in arrivo durante questo periodo e la decisione dell’Europa di diversificare lontano dalla Russia ora irreversibile, è tutto pronto per uno scenario di forte concorrenza”, ha affermato Gavin Thompson, vicepresidente Energy-Asia Pacific di Wood Mackenzie.
“Per soddisfare la loro domanda futura di GNL nei prossimi anni – ha aggiunto Thompson – Europa e Asia tireranno entrambe la stessa coperta”.