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Francia

La Francia di Le Pen potrebbe ostacolare il Green Deal europeo

Un governo di estrema destra in Francia avrebbe delle implicazioni notevoli, in un momento in cui il pacchetto climatico Green Deal sta affrontando una crescente reazione in tutta l’Unione europea

Bollette alte e scontri con Bruxelles. Presto questo potrebbe essere lo scenario energetico e climatico in Francia, con l’estrema destra che per la prima volta potrebbe ottenere la maggioranza in Parlamento. Il National Rally (RN) ha promesso infatti di rivedere le politiche energetiche e climatiche del Paese se avesse vinto le elezioni.

Imporre il proprio programma – dal taglio delle tasse al congelamento dell’espansione eolica, alla revisione del commercio elettrico francese – significa però anche infrangere le leggi dell’Unione europea. E potrebbe ottenere portare all’opposto dell’obiettivo dichiarato del Rassemblement National di tagliare le bollette energetiche per i cittadini. “Non solo è incoerente, ma in parte è politicamente annullabile e, in una certa misura, illegale”, ha affermato Phuc-Vinh Nguyen, analista energetico del think tank parigino Jacques Delors Institute.

GLI SCENARI CON L’ESTREMA DESTRA AL POTERE IN FRANCIA

RN avrà ancora bisogno di ottenere la maggioranza dei seggi parlamentari nel secondo turno di votazioni di domenica prossima per poter governare, il che è tutt’altro che garantito. Se, però, l’estrema destra dovesse assumere la guida del governo francese, difficilmente Bruxelles accetterebbe le sue proposte passivamente. “Aspettatevi delle procedure di infrazione”, ha detto un diplomatico europeo – che ha chiesto l’anonimato – riferendosi alle azioni legali intraprese dall’Unione europea contro chi vìola le regole, che possono comportare multe per milioni di euro.

Un governo di estrema destra a Parigi – scrive Nicolas Camut su Politico – avrebbe anche delle implicazioni più ampie, in un momento in cui il pacchetto climatico Green Deal dell’Unione europea sta affrontando una crescente reazione in tutta l’Ue. “Tutta questa cosa è pazzesca e davvero pericolosa”, ha detto un secondo diplomatico europeo, anch’egli protetto dall’anonimato. “Probabilmente violerebbero il diritto europeo per eliminare il Green Deal, di sicuro”, mentre sul clima, “il ruolo di leadership della Francia andrebbe -10. Stanno tutti impazzendo”.

LA STRATEGIA DELLA TERRA BRUCIATA

Il presidente di RN, Jordan Bardella, ha promesso di trasformare la Francia “in un paradiso energetico” e si è scagliato contro “l’ecologia punitiva” di Bruxelles. Le sue proposte includono la riduzione dell’IVA su gas, energia elettrica e carburante dal 20% al 5,5%, il congelamento di tutti i nuovi progetti eolici e l’allentamento dei requisiti di efficienza energetica per i proprietari di case che desiderano vendere le loro proprietà. Secondo Nguyen, però, “farlo sarebbe illegale, sia adesso che in futuro”.

Secondo una legge europea del 2006, i Paesi Ue non possono ridurre unilateralmente l’IVA sui carburanti. Inoltre, il rallentamento dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili rende “al 100%” probabile che la Francia non riesca a raggiungere i suoi obiettivi verdi richiesti dalla legge per il 2030.

IL CONTRIBUTO DELLA FRANCIA AL BILANCIO UE

Tuttavia, il piano del partito di estrema destra di ridurre di 2 miliardi di euro il contributo della Francia al bilancio Ue probabilmente non sarà apprezzato dagli altri Paesi membri. Secondo Pascal Canfin, eurodeputato francese del gruppo centrista Ensemble, “se la Francia inizia a rinnegare la sua parola, a non mantenere gli impegni e a non pagare il suo contributo al bilancio, la volontà e l’interesse dei nostri partner europei e della Commissione europea per cercare di risolvere le cose sarà zero”.

Secondo un terzo diplomatico Ue, portare avanti queste idee probabilmente porterà all’imposizione di sanzioni da parte della Commissione, immediatamente o in futuro.

IL PARADOSSO DELLE POLITICHE

Tra le promesse chiave della sua campagna elettorale, Bardella ha promesso di contrastare l’Unione europea per ridurre le bollette per i consumatori francesi. “I prezzi sono artificialmente aumentati dalle ingiuste regole europee”, ha affermato il mese scorso il presidente del Rassemblement National, svelando il programma politico del partito e promettendo di rinegoziare quelle leggi. Tuttavia, nella pratica ciò potrebbe avere l’effetto opposto: l’obiettivo del partito di estrema destra è uscire da un sistema europeo che gestisce il commercio transfrontaliero di elettricità e tornare ai contratti elettrici bilaterali con i Paesi vicini.

RN vuole anche abbassare il costo all’ingrosso dell’energia nucleare, rinegoziando i pagamenti dell’elettricità con EDF per avvicinarli al costo di produzione, sostenendo che ciò si tradurrà anche in bollette più basse. Farlo, però, “sarebbe molto controproducente” e comporterebbe delle tariffe più alte, ha detto Nguyen, poiché i vicini della Francia spingerebbero per delle tariffe più favorevoli durante i periodi in cui l’offerta energetica è bassa, come l’inverno. Il sistema europeo attualmente gestisce i prezzi in base alla domanda e all’offerta.

LA QUESTIONE EDF

Nel frattempo, la riduzione delle entrate di EDF significherebbe anche che l’azienda avrebbe meno soldi da investire nei nuovi reattori nucleari che l’estrema destra ha detto di voler costruire. Senza nuove turbine eoliche, ha aggiunto l’analista, ciò lascerebbe la Francia più dipendente dalle importazioni di energia.

IL RUOLO DELLA FRANCIA NELLA POLITICA CLIMATICA EUROPEA

In gioco, nelle elezioni, c’è anche il ruolo della Francia nel definire la politica climatica Ue. Mentre la maggior parte dei punti fondamentali del Green Deal sono già stati concordati, la minaccia di un governo francese scettico sul cambiamento climatico sta suscitando ansia sugli obiettivi di decarbonizzazione, mentre i partiti di estrema destra in ascesa in altri Paesi Ue si oppongono.

La minaccia di RN arriva anche mentre gli scienziati notano che l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius rispetto all’era preindustriale sta diventando sempre più fuori portata. L’obiettivo è stato concordato dai Paesi di tutto il mondo durante i colloqui sul clima delle Nazioni Unite del 2015 a Parigi.

Se la Francia si rifiutasse di spingere apertamente per politiche verdi a Bruxelles o di portare avanti le riforme legali già in atto, “potrebbe frammentare i Paesi Ue in diversi livelli”, ha affermato il primo diplomatico europeo sentito da Politico, e potrebbe anche legittimare l’inazione di altri Paesi scettici sul cambiamento climatico.

Canfin va ancora oltre: secondo lui, una Francia di estrema destra “rischierebbe di paralizzare il Green Deal. Se la Francia cambia posizione, l’alleanza dei governi di estrema destra è in grado di organizzare una minoranza di blocco su ulteriori leggi”.

I PAESI UE CON PARTITI DI ESTREMA DESTRA AL GOVERNO

Italia, Finlandia, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Olanda e Repubblica Ceca attualmente hanno un partito di estrema destra al governo. Secondo il diplomatico europeo, ciò potrebbe “mettere a repentaglio” eventuali futuri colloqui sull’obiettivo della Commissione di ridurre le emissioni europee del 90% entro il 2040 rispetto ad un livello di riferimento del 2019.

Tuttavia, l’eurodeputata di RN Mathilde Androuët insiste sul fatto che la revisione delle regole verdi resta una priorità del partito, indipendentemente da un possibile confronto: “se dobbiamo dire alla Commissione europea ‘Ascolta, questo particolare capitolo è impossibile per noi da completare, dato che le vostre soluzioni non soddisfano i nostri criteri’, non abbiamo paura di prendere una posizione del genere. I cittadini europei sono stanchi delle misure adottate nelle torri d’avorio di Bruxelles che sconvolgono la loro intera vita”.

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