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Nucleare

La Germania staccherà la spina a tre delle sue ultime sei centrali nucleari

Chiusura definitiva entro la fine del 2022 per le ultime tre centrali nucleari. Lo smantellamento costerà oltre 10 miliardi di dollari. Il consenso antinucleare è ancora forte, sostiene il ministro dell’Economia e della protezione del clima, Robert Habeck

La Germania staccherà la spina proprio oggi a tre delle sue ultime sei centrali nucleari, compiendo così un altro passo verso il completamento del suo ritiro dal nucleare e il pieno appoggio alle energie rinnovabili.

LA DECISIONE DOPO FUKUSHIMA

Il governo ha deciso di accelerare la sua graduale eliminazione dell’energia nucleare in seguito alla fusione del reattore giapponese di Fukushima nel 2011, quando un terremoto e uno tsunami distrussero l’impianto costiero nel peggior disastro nucleare del mondo da Chernobyl, verificatosi 25 anni prima.

I REATTORI CHE VERRANNO SPENTI

Secondo quanto ricostruito da Reuters, i reattori di Brokdorf, Grohnde e Gundremmingen C, gestiti dalle utility E.ON e RWE, verranno chiusi dopo tre decenni e mezzo di attività. Le ultime tre centrali nucleari – Isar 2, Emsland e Neckarwestheim II – verranno spente invece entro la fine del 2022.

L’eliminazione graduale di un’energia ritenuta pulita ed economica da alcuni è un passo irreversibile per la più grande economia europea, che si trova di fronte a obiettivi climatici ambiziosi e all’aumento dei prezzi dell’energia. “Per l’industria energetica in Germania, l’eliminazione del nucleare è definitiva”, ha affermato Kerstin Andreae, capo dell’associazione dell’industria energetica BDEW.

IL CONTRIBUTO DEI SEI REATTORI: 12% DI PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ TOTALE NEL 2021

Le sei centrali nucleari hanno contribuito a circa il 12% della produzione di elettricità in Germania nel 2021, secondo i dati preliminari di BDEW. La quota di energia rinnovabile è stata quasi del 41%, con il carbone che ha generato poco meno del 28% e il gas intorno al 15%.

OBIETTIVO 80% PER LE RINNOVABILI AL 2030

La Germania mira a far sì che le energie rinnovabili soddisfino l’80% della domanda di energia entro il 2030 attraverso l’espansione delle infrastrutture eoliche e solari. Il nuovo governo, che prevede di intensificare gli sforzi per la protezione del clima, ha sostenuto l’eliminazione graduale dell’energia nucleare nel suo accordo di coalizione.

Il ministro dell’economia e della protezione del clima, Robert Habeck ha dichiarato qualche giorno fa di non vedere indebolirsi il consenso antinucleare in Germania. I gruppi ambientalisti hanno infatti accolto con favore lo stop all’atomo, ma hanno avvertito che il 2022 non sarà la vera fine dell’era nucleare in Germania. “Dobbiamo dire che ci saranno ancora impianti di arricchimento dell’uranio in Germania, come quello di Gronau”, ha detto a Reuters Arne Fellermann, manager del gruppo ambientale BUND. “C’è anche un reattore di ricerca a Garching che funziona ancora con uranio per armi”, ha aggiunto Fellermann.

I COSTI DEL DECOMMISSIONING

I costi totali per lo smantellamento sono stimati da E.ON a 1,1 miliardi di euro (1,25 miliardi di dollari) per impianto. Nel 2020, E.ON ha stanziato 9,4 miliardi di euro per la fase post-operativa nucleare, compreso lo smantellamento dell’impianto, l’imballaggio e la bonifica dei rifiuti radioattivi. Lo smantellamento dovrebbe essere completato entro il 2040.

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