Nel 2013 il governo della Libia ha stabilito il Piano strategico per le energie rinnovabili 2013-2025, delineando obiettivi per raggiungere un contributo di energia rinnovabile del 7% al mix di energia elettrica entro il 2020 e del 10% entro il 2025
Dopo aver affrontato enormi ostacoli nella produzione di petrolio e gas, la Libia ora si sta impegnando per sviluppare la capacità di energia rinnovabile e diversificare il mix, per stabilire una maggiore sicurezza energetica.
Nell’ultimo decennio Tripoli ha lavorato duramente per rimettere in carreggiata la sua industria petrolifera di fronte ad importanti sconvolgimenti politici e alla mancanza di investimenti esteri dovuti all’instabilità. Anni di disordini politici hanno fatto sì che molti siti di produzione petrolifera fossero abbandonati, mentre le major petrolifere attendevano una maggiore stabilità nella politica del Paese, costringendo a ridurre i livelli di produzione. Come ricorda Oilprice, la Libia ha alcune delle più grandi riserve di petrolio in Africa, ma anni di incertezza hanno portato alla stagnazione e alla necessità di alti livelli di investimento per far ripartire le operazioni.
IL PESO DEL PETROLIO NELL’ECONOMIA DELLA LIBIA
La produzione petrolifera della Libia è aumentata dagli 1,47 milioni di barili al giorno del 2000 a quasi 1,8 milioni di barili al giorno del 2010, una tendenza che si prevedeva sarebbe continuata fino alle proteste della Primavera araba del 2011 e al successivo decennio di disordini politici.
Negli ultimi anni la produzione petrolifera è aumentata e diminuita a causa dell’apertura e della chiusura di giacimenti, mentre le battaglie politiche proseguono. La Libia affronta regolarmente carenze di energia di fronte alla crescente domanda di energia dovuta alla sua forte dipendenza da petrolio e gas e ad anni di sottoinvestimenti nelle infrastrutture. Ciò ha lasciato Tripoli con una scarsa sicurezza energetica, incoraggiando la leadership a sviluppare fonti di energia alternative per consolidare la sua indipendenza energetica in futuro.
LA STRATEGIA PER LE ENERGIE RINNOVABILI
Nel 2013, il governo libico ha stabilito il Piano strategico per le energie rinnovabili 2013-2025, delineando obiettivi per raggiungere un contributo di energia rinnovabile del 7% al mix di energia elettrica entro il 2020 e del 10% entro il 2025.
L’attenzione dell’espansione della capacità energetica si è concentrata principalmente sull’energia eolica e solare. Tuttavia, a causa dei regolari cambiamenti nella leadership politica e dei continui disordini, le ambizioni della Libia in materia di energia rinnovabile sono state ritardate per diversi anni.
LE ATTIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA IN LIBIA
Nel marzo scorso l’Unione europea, in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e il governo tedesco attraverso la Società Tedesca per la Cooperazione Internazionale (GIZ), ha lanciato un’iniziativa volta a potenziare la capacità di energia rinnovabile della Libia, migliorare l’efficienza energetica e mitigare i cambiamenti climatici.
Bruxelles ha stanziato fondi per la GIZ e l’UNDP per implementare una serie di progetti di energia verde. L’iniziativa rientra nel programma dell’UNDP “Supporto alla transizione energetica e alla mitigazione dei cambiamenti climatici” e nel programma “Energia sostenibile e adattamento ai cambiamenti climatici per la resilienza” (SECCAR) della GIZ. Le organizzazioni lavoreranno a stretto contatto con il governo, le autorità nazionali e le istituzioni pubbliche per realizzare i progetti.
L’ambasciatore dell’Unione europea Nicola Orlando ha affermato che “il lancio di questi due progetti testimonia che si possono costruire partnership concrete ed efficaci condividendo opinioni sul futuro e mobilitando risorse per un obiettivo comune. I cambiamenti climatici sono una sfida globale importante, ma possono essere visti anche come un’opportunità per promuovere la prosperità. L’Ue e la Libia stanno lavorando insieme per far sì che questo accada”.
I PROGETTI RINNOVABILI IN LIBIA
Il governo libico e la General Electricity Company of Libya (GECOL) stanno portando avanti diversi progetti di energia eolica e solare. Circa l’88% del territorio del Paese nordafricano è costituito da deserti, che potrebbero fornire l’ambiente perfetto per progetti eolici e solari. La cinese PowerChina e la francese EDF stanno sviluppando un impianto solare da 1.500 MW nella Libia orientale, mentre la francese TotalEnergies sta costruendo un impianto solare da 500 MW ad Al-Sadada, che prevede diventerà operativo nel 2026. Anche GECOL sta lavorando, in partnership con l’australiana AG Energy, per costruire un impianto solare da 200 MW a Ghadames, mentre con l’emiratina Alpha Dubai Holding svilupperà altri due impianti solari.
L’espansione del mercato di energia rinnovabile aiuterà la Libia a migliorare la sua sicurezza energetica nei prossimi decenni, e potrebbe fornirle il potenziale per sviluppare un nuovo mercato di esportazione di energia con l’Europa, mentre la regione passa alle tecnologie green.
IL GOVERNO ORIENTALE RIAPRE LE ESPORTAZIONI DI PETROLIO
Nel frattempo, il Governo Orientale della Libia ieri ha dichiarato di aver revocato la “forza maggiore” su tutti i giacimenti petroliferi, porti e strutture, consentendo la ripresa della produzione e delle esportazioni di petrolio, dopo che la crisi che ha coinvolto la Banca Centrale Libica. L’interruzione ha ridotto la produzione del Paese di circa 750.000 barili di petrolio al giorno, tagliando i flussi di greggio leggero dolce in Europa. Le esportazioni hanno continuato ad uscire dai porti orientali, ma i principali terminal occidentali, tra cui Mellitah, sono stati chiusi.
L’imminente ripresa della produzione e delle esportazioni è stata annunciata da Osama Hammad, a capo del Governo di stabilità nazionale di Bengasi, e confermata dalla Libyan National Oil Company. Hammad ha affermato che “la chiusura era stata una misura precauzionale in risposta all’assalto della banca centrale da parte di alcuni impostori”.
La fazione di Hammad aveva iniziato a chiudere i giacimenti di petrolio e gas e i terminali il 26 agosto, dopo che il Governo Occidentale di Tripoli, guidato dal primo ministro Abdul Hamid al-Dbeiba, aveva sostituito il direttore della Banca Centrale, Siddiq al-Kabir, e nominato un nuovo consiglio. Il Governo Orientale è controllato dal generale Khalifa Haftar, il cui autoproclamato Esercito nazionale libico in passato ha regolarmente bloccato i giacimenti di petrolio.