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Ue

La nuova priorità Ue? Proteggere settori come l’energia dagli investimenti esteri diretti

Verifica degli investimenti provenienti da società statali opache legate a governi in settori critici e tecnologie e scambio di informazioni tra gli Stati membri saranno più facili

La parola d’ordine è proteggere i settori industriali chiave come l’energia, i trasporti, le comunicazioni, i dati, lo spazio e la finanza, oltre che le tecnologie come i semiconduttori, l’intelligenza artificiale e la robotica. Ma anche l’acqua, la salute, la difesa, i media, la biotecnologia e la sicurezza alimentare. Ma proteggerli da chi? Dagli investimenti esteri diretti (Ied) che potrebbero provenire da società statali opache legate a governi che decidono di “entrare” in settori critici e tecnologie. Per questo il Parlamento Ue ha approvato il primo strumento Ue per il controllo degli investimenti diretti esteri, con l’obiettivo di tutelare i settori strategici.

nord stream 2L’UE RIMANE APERTA AGLI INVESTIMENTI MA NON METTERE IN PERICOLO INTERESSI STRATEGICI

Sebbene l’Ue rimanga aperta agli investimenti, gli investimenti diretti esteri (Ide) – basti pensare alla recente querelle sul Nord Stream 2 – questi ultimi devono essere verificati per evitare che possano mettere in pericolo gli interessi strategici dell’Ue. Le nuove disposizioni sulle modalità di controllo, già concordate in via negoziale con il Consiglio, sono state approvate con 500 voti favorevoli, 49 contrari e 56 astensioni. Il 5 marzo il Consiglio dovrebbe approvare l’accordo in via formale. Il regolamento entrerà in vigore poi 18 mesi dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale.

PIÙ COOPERAZIONE E MAGGIORE PRESSIONE RECIPROCA

In questo senso gli eurodeputati hanno rafforzato il meccanismo di cooperazione per includere lo scambio di informazioni tra gli Stati membri, che potranno formulare osservazioni sugli investimenti diretti per altri Paesi Ue. La Commissione europea potrà chiedere informazioni e fornire il suo parere al Paese cui è destinato l’investimento, ma la decisione finale spetterà al Paese interessato.

PROUST: PASSO CONCRETO PER CONTRASTARE LE MINACCE ALLE NOSTRE INDUSTRIE E TECNOLOGIE

“L’Europa che protegge è diventata una realtà. Questo meccanismo è un passo concreto per contrastare le minacce alle nostre industrie e tecnologie, tutelando i nostri interessi strategici. Siamo riusciti a istituire rapidamente questo meccanismo, nonostante la sensibilità del tema, una certa reticenza e una pressione senza precedenti. L’Europa sta prendendo il controllo del proprio destino, rimanendo al contempo aperta agli investimenti esteri”, ha evidenziato il relatore al provvedimento Franck Proust (EPP, FR) .

GLI INVESTIMENTI DALLA CINA SONO AUMENTATI DI SEI VOLTE, DAL BRASILE DI DIECI VOLTE, MENTRE QUELLI PROVENIENTI DALLA RUSSIA SONO PIÙ CHE RADDOPPIATI

Attualmente solo 14 Paesi dell’Ue dispongono di meccanismi di controllo degli Ide, con notevoli differenze per portata e concezione (Austria, Danimarca, Germania, Finlandia, Francia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Portogallo, Spagna e Regno Unito). Il nuovo strumento mira ad affrontare anche gli effetti transfrontalieri degli Ide. Negli ultimi 20 anni, la struttura e la provenienza degli Ide verso l’Ue è cambiata drasticamente, con un aumento di provenienze dalle economie emergenti. Gli investimenti dalla Cina sono aumentati di sei volte, dal Brasile di dieci volte, mentre quelli provenienti dalla Russia sono più che raddoppiati e sono rivolti, ultimamente, ai settori ad alta tecnologia e spesso attraverso società di proprietà dello Stato o legate ai governi.

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