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Rifiuti

La Toscana va verso l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. Cosa dice il Rapporto REF Ricerche

Presentato il rapporto “Sfide e opportunità per la gestione efficiente dei rifiuti in Toscana al 2030”, realizzato da REF Ricerche. Proseguono i lavori per il nuovo Piano Rifiuti

La raccolta differenziata in Toscana ha raggiunto il 62,1% nel 2020 ma nonostante questo il fabbisogno di impianti per la chiusura del ciclo è di almeno 600mila tonnellate. È quanto emerso dal dossier realizzato da REF Ricerche e promosso da Confindustria Toscana e Confservizi Cispel Toscana dal titolo “Sfide e opportunità per la gestione efficiente dei rifiuti in Toscana al 2030” a cui ha partecipato ieri anche la Regione Toscana con l’assessora all’ambiente, Monia Monni.

IL RAPPORTO REF RICERCHE

Il rapporto REF certifica come la strada intrapresa dalla Regione Toscana per raggiungere l’obiettivo del 65% di riciclo al 2030 sia quella giusta. Dall’altro lato, il dossier, segnala un fabbisogno impiantistico per recupero energetico/riciclo chimico al 2030.

I dati del rapporto registrano progressi nel tasso di raccolta differenziata che nel 2020 raggiunge il 62,1%. Inoltre, si evidenzia un aumento dei costi di smaltimento. Infatti, nel periodo 2011-2019, i CTS in Toscana denotano una crescita del 5%, a fronte dell’aumento cospicuo fatto registrare a livello italiano (+47%).

GESTIONE RIFIUTI SPECIALI IN DEFICIT

Il saldo nel 2019 tra i rifiuti speciali prodotti 5 8 mln di ton e i rifiuti speciali gestiti 5 6 mln di ton in Toscana fa registrare un deficit di 200 mila ton complessive, di cui 144 mila per i non pericolosi e 48 mila per i pericolosi, per le attività economiche.

I rifiuti speciali prodotti nei maggiori distretti toscani (cartaria, conciaria, tessile) ammontano a 680mila. Complessivamente esiste un fabbisogno non soddisfatto di almeno: tessile 30mila ton, cartario 180mila ton, conciaria 120mila ton, oltre a rifiuti misti vari.

GLI OBIETTIVI PER IL 2030 

Il tema centrale attorno a cui si è sviluppato il dibattito sul rapporto di REF Ricerche è stato proprio quello di dotare la Toscana di impianti adeguanti entro il 2030. In questo modo si potrà garantire l’autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti nel rispetto del principio di prossimità.

Il fabbisogno di impianti per la chiusura del ciclo è di almeno 600mila tonnellate. Per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio e smaltimento sarà necessario, dunque, dotarsi di una nuova impiantistica.

IL PIANO RIFIUTI

Dai dati del dossier emerge come la gestione attuale dei rifiuti faccia ancora troppo affidamento allo smaltimento in discarica, allontanando gli obiettivi al 2035. Negli ultimi anni, infatti, la percentuale di smaltimento in discarica in Toscana ha ripreso a crescere (36% nel 2020), risultando di appena 6 punti percentuali inferiore al dato 2011 (42%).

La Regione ha avviato nei giorni scorsi l’iter di approvazione del nuovo Piano Rifiuti. La Giunta e tutti i gruppi consiliari hanno dichiarato la volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti in Toscana in una logica di prossimità e autosufficienza.

“Dallo studio emerge chiaramente, che se la Toscana non farà un piano rifiuti che preveda una dotazione impiantistica adeguata, nel 2030 avremo un gap importante di gestione. Ciò vuol dire che ci saranno rifiuti industriali e urbani, che non troveranno soluzione in Toscana”. Così, in una nota, il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi.

QUI IL RAPPORTO COMPLETO

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