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Inquinamento Atmosferico

L’allarme degli scienziati: i ritardi Ue nel limitare l’inquinamento atmosferico aumentano le morti premature

In base agli studi di diversi esperti di settore, se i Paesi Ue con livelli di particolato fine superiori a 10 microgrammi per metro cubo ritardassero di un decennio (dal 2030 al 2040) a ridurre il loro inquinamento, presto morirebbero 330.000 persone in più

I ritardi che l’Unione europea ha proposto sui limiti di inquinamento atmosferico comporteranno “la morte prematura di centinaia di migliaia di persone in più” e “amplieranno il divario di disuguaglianza” tra l’Europa orientale e occidentale. L’allarme proviene da un gruppo di esperti di sanità pubblica, mentre i negoziatori Ue stanno elaborando delle nuove regole per ripulire l’aria.

LE LINEE GUIDA DELL’OMS SULL’INQUINAMENTO E LE PROPOSTE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito delle linee guida su quante minuscole particelle e quanti gas tossici possono sporcare l’aria, ma ha sottolineato che nessun livello di inquinamento è sicuro da respirare. Alcuni medici, in un articolo pubblicato sull’International Journal of Public Health, affermano che i limiti andrebbero raggiunti entro la fine del decennio. Le istituzioni europee però la pensano diversamente: il Parlamento europeo vuole attendere fino al 2035, la Commissione europea vuole fissare dei limiti più deboli per il 2030 e il Consiglio europeo vuole lasciare che i Paesi più poveri aspettino fino al 2040.

IL PIANO “ZERO POLLUTION 2021” DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Il Piano d’azione Zero Pollution 2021 della Commissione europea impegna l’Unione europea a modificare l’ormai vecchia direttiva sulla qualità dell’aria del 2008, spiegando che la normativa europea dovrebbe allinearsi agli studi scientifici e alle raccomandazioni dell’OMS. A maggior ragione in virtù del fatto che gli attuali limiti agli inquinanti dell’aria – come il particolato (PM2,5) e il biossido di azoto (NO2) – sono lontani da quelli indicati dalle linee guida OMS del 2021.

In base alla proposta dalla Commissione europea dell’ottobre 2022, la direttiva rivista prevede dei valori limite di qualità dell’aria per PM2,5 e NO2 da raggiungere entro il 2030 doppi rispetto a quelli indicati dall’OMS. Più di recente, nel settembre 2023, il Parlamento europeo ha votato per allinearsi alle linee guida OMS entro il 2035, ma il Consiglio europeo è contrario e ha proposto delle deroghe che, di fatto, ostacolerebbero il diritto a respirare l’aria pulita. Le condizioni ipotizzate – tra cui un PIL inferiore alla media Ue o particolari condizioni orografiche – permetterebbero ai Paesi Ue di ritardare il raggiungimento dei limiti addirittura al 2040.

RITARDI NELLA RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO E AUMENTO DI DECESSI

“Ogni anno di ritardo nel raggiungimento dei valori limite si traduce in più morti e malattie”, ha affermato Barbara Hoffman, presidente del consiglio di advocacy della European Respiratory Society (ERS) e responsabile Epidemiologia ambientale dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf.

Secondo gli studi di Hoffman e di alcuni suoi colleghi di istituti di sanità pubblica, se i Paesi Ue con livelli di particolato fine superiori a 10 microgrammi per metro cubo ritardassero di un decennio (dal 2030 al 2040) a ridurre il loro inquinamento, presto morirebbero 330.000 persone in più.

Il limite dell’OMS è di 5 microgrammi per metro cubo. “Questi numeri – hanno scritto gli scienziati – dimostrano che consentire ritardi imporrà una sostanziale, ingiusta e inaccettabile perdita di vite umane in Europa”.

L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO, IL “KILLER INVISIBILE”

I medici definiscono l’aria inquinata “un killer invisibile”. Ogni respiro che una persona fa attira delle sostanze inquinanti abbastanza piccole da filtrare dai polmoni nel flusso sanguigno. Una volta nel sangue, passano attraverso il corpo, danneggiando gli organi. In Europa l’aria peggiore si trova nei Paesi centrali e orientali, anche in Italia, ma un’indagine del Guardian dello scorso settembre ha rilevato che il 98% degli europei respira aria così sporca da violare i limiti dell’OMS.

Il Consiglio europeo ha proposto che i Paesi con un’elevata percentuale di famiglie a basso reddito e un PIL pro capite inferiore alla media Ue possano raggiungere i valori limite entro il 2040, perché hanno meno soldi da investire nella riduzione dell’inquinamento atmosferico. Molte nazioni europee più povere hanno l’aria sporca perché per produrre elettricità alimentano le centrali elettriche con più carbone, bruciano più legna e carbone per riscaldare le case e hanno automobili e fabbriche più vecchie.

L’URGENTE NECESSITÀ DI POLITICHE PER L’ARIA PULITA

Secondo gli scienziati, “utilizzare la povertà come scusa per non agire è l’esatto opposto di quello di cui hanno bisogno questi Paesi”. Per la salute umana sarebbe meglio stabilire delle leggi e fornire fondi per accelerare le politiche sull’aria pulita, che sono “urgentemente necessarie. C’è bisogno di una nuova normativa europea sulla qualità dell’aria che valorizzi allo stesso modo la salute di tutti gli europei”, ha affermato Zorana Jovanovic Andersen, epidemiologa ambientale dell’Università di Copenaghen e presidente del comitato ambiente e salute dell’ERS. “I bambini e gli adulti dei Paesi dell’Europa orientale respirano già da troppo tempo l’aria più inquinata d’Europa, e soffrono delle malattie polmonari correlate”.

L’aria nociva danneggia le economie perché comporta che le persone si prendono più giorni di assenza dal lavoro per malattia e hanno bisogno di cure maggiori in ospedale. Una valutazione d’impatto della Commissione europea ha rilevato che il pieno rispetto delle linee guida dell’OMS entro il 2030 fornirebbe il maggiore beneficio economico netto tra i 3 scenari considerati, con un risparmio di 38 miliardi di euro l’anno.

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