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Fotovoltaico

Le Comunità energetiche? Soluzione per coesione sociale e povertà

Al momento “il Gse ha ricevuto 37 istanze e di queste 23 hanno riguardato Gruppi di autoconsumo, mentre 14 comunità di energia rinnovabile” ubicate in prevalenza nel nord e riguardano impianti fotovoltaici con una potenza media di 15-20 kW. Comunità energetiche come strumento formidabile di coesione sociale e soluzione per contrastare la povertà energetica ma anche per assicurare un maggiore slancio alle rinnovabili, anche grazie alle nuove tecnologie. Di questo si è parlato oggi al convegno “Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): un’energia in MoVimento. Stato dell’arte, prospettive e best practice in Italia” presso la sala capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, sede del Senato.

RIPA DI MEANA (GSE): POSSIBILI ALTRI 7 GW DI RINNOVABILI DALLE COMUNITÀ ENERGETICHE

“Il meccanismo di incentivazione delle Comunità energetiche esiste già e si sta evolvendo da una fase sperimentale, iniziale” e “partono con la valutazione dell’adeguatezza dei progetti e la conformità delle loro caratteristiche con le norme”. Al momento “il Gse ha ricevuto 37 istanze e di queste 23 hanno riguardato Gruppi di autoconsumo, mentre 14 comunità di energia rinnovabile” ubicate in prevalenza nel nord e riguardano impianti fotovoltaici con una potenza media di 15-20 kW. Lo ha detto Andrea Ripa di Meana, amministratore unico del Gse, nel corso del convegno “Le comunità delegate energetiche rinnovabili: un’energia in movimento” avviato al Senato su iniziativa del presidente della Commissione Industria Gianni Girotto (M5S). Ripa di Meana ha spiegato che le Regioni interessate sono per ora il Veneto che ha avviato 8 progetti, il Piemonte 7, la Lombardia 6 ed il Trentino Alto Adige 5 progetti. Seguono il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo con due progetti. Una sola iniziativa per Campania, Lazio, Sicilia, Marche e Toscana.

“La spinta propulsiva maggiore è arrivata dal recepimento della Red II e dalla Pnrr” che ha previsto finanziamenti a tasso zero per 2,2 mld fino al 100% dei costi ammissibili per la costituzione di gruppi di autoconsumatori e di comunità di energia rinnovabile nei Comuni al sotto dei 5.000 abitanti e “possiamo stimare che la potenza che verrà installata per effetto di questi due meccanismi, ipotizzando un trend simile di crescita a quello del meccanismo dello scambio sul posto, al 2030 sia di 5 GW di potenza in conto esercizio, più altri 2GW che potrebbero arrivare con i finanziamenti del Pnrr” e con l’incremento della soglia di potenza ammessa passata da 200 kW a 1 MW.

“Le sfide che ci aspettano sono l’attuazione del meccanismo e le implicazioni sistematiche: si può prevedere che l’insieme di queste fasi operative siano integrate e non spezzettate troppo – ha concluso Ripa di Meana -. Sarebbe infine utile che possa essere prevista da parte dei titolari dell’incentivo della cessione del credito a favore del soggetto erogatore del prestito infruttifero per evitare che il soggetto erogatore possa chiedere altri incentivi, in modo che tutto fili liscio”. Per fare ciò servono un decreto del Mite che specificherà i dettagli delle nuove disposizioni di Red II e una delibera di Arera attesa per settembre”. (Energia Oltre – set)

DELFANTI (RSE): COMUNITÀ ENERGETICHE FORMIDABILE STRUMENTO DI COESIONE SOCIALE E LOTTA ALLA POVERTA’ ENERGETICHE

Le comunità energetiche rinnovabili sono “uno strumento formidabile di coesione sociale” e “una soluzione strutturale alla povertà energetica” che può sostenere il sistema dei bonus. Lo ha detto l’amministratore di RSE , Maurizio Delfanti, intervenendo al convegno “Le comunità delegate energetiche rinnovabili: un’energia in movimento” avviato al Senato su iniziativa del presidente della Commissione Industria Gianni Girotto (M5S).

“La produzione comunitaria di energia rinnovabile in modalità comunitaria può risolvere problemi specifici locali ed aumentare la coesione sociale” e “con la formazione delle autorità locali può condurre ad un rafforzamento del tessuto sociale dei territori. E’ una dimensione sulla quale non dobbiamo smettere di insistere”.

Le CER “sono una soluzione strutturale alla povertà energetica. Nei casi di social housing o di edifici occupati da nuclei in situazioni di disagio le comunità ci fornisce uno strumento formidabile”, ha aggiunto Delfanti che poi ha lodato l’aspetto di garantire energia rinnovabile “prodotta localmente a prezzo fisso e stabile” e di assicurare “efficienza energetica”

DIALUCE: ENEA AL LAVORO SU TECNOLOGIE DIGITALI PER LE COMUNITÀ ENERGETICHE

Enea “sta lavorando da anni per lo sviluppo di tecnologie in ambito informatico” sulle Comunità energetiche con l’obiettivo soprattutto di “sviluppare alcune tecnologie digitali che vanno coniugate con un sistema dell’economia circolare in maniera tale che si possono creare delle forme locali di microeconomia e condivisione”, ha sottolineato il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce. “Stiamo lavorando per aumentarne le funzionalità e abbiamo anche creato una test facility in scala reale che consenti di testare diverse logiche di gestione e controllo dell’autoconsumo di fonti rinnovabili locali”.

GIROTTO (M5S): COMUNITÀ ENERGETICHE STRUMENTO DI RESILIENZA E DI PACE

“A un anno dal completamento del quadro regolatorio e dall’inaugurazione della prima comunità energetica d’Italia oggi abbiamo voluto confrontarci su quello che è stato costruito fino ad ora e su quello che ancora c’è da fare per sostenere le comunità energetiche. Esse sono sì una creatura del MoVimento 5 Stelle e della visione di Beppe Grillo, ma la validità di questo strumento è riconosciuta da tutte le altre forze politiche e questo è per noi un motivo di grande soddisfazione. Produrre energia rinnovabile, per ridurre i consumi e affrancarsi dalle fonti fossili è l’opportunità che le comunità energetiche offrono per far fronte al problema del caro bollette, rendersi più resilienti verso il cambiamento climatico e costruire un futuro di pace. Esse sono infatti lo strumento più efficace e più veloce non solo per contrastare gli effetti delle guerre in corso, ma per prevenirne e ridurne notevolmente le cause. Sostenere la conoscenza di queste forme rivoluzionarie e pacifiche di comunità è prioritario. E su questo chiamo in causa anche “mamma Rai”, che deve fare di più. Perché lì dove arriva la conoscenza, si anima la volontà del fare e si innescano circoli virtuosi. Adesso si deve accelerare il più possibile, sfruttare l’esperienza maturata e garantire ai cittadini benefici senza temere oscillazioni nei prezzi dell’energia”, ha commentato in una nota Gianni Pietro Girotto, Presidente della Commissione Industria Senato.

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