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Le esportazioni di gas russo in Europa scendono al livello più basso dagli anni 70

Le esportazioni di gas russo tramite gasdotto verso l’Europa hanno raggiunto il picco di oltre 175-180 miliardi di metri cubi all’anno nel 2018-2019, per un valore di decine di miliardi per Gazprom e lo Stato russo

Le esportazioni di gas russo tramite gasdotto verso l’Europa nel 2025 sono diminuite del 44%, raggiungendo il livello più basso dalla metà degli anni ’70. Secondo i calcoli dell’agenzia Reuters, le principali ragioni sono la chiusura della rotta ucraina e della graduale eliminazione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia da parte dell’Unione europea.

Come ricorda Reuters, l’Unione europea ha dichiarato che cesserà di importare gas russo entro la fine del 2027, nell’ambito del suo impegno per superare la dipendenza energetica russa e trattenere i fondi che potrebbero essere utilizzati per la guerra in Ucraina.

IL GAS RUSSO IN EUROPA: DAL BOOM DEL 2018 AD OGGI

In precedenza, l’Europa era la principale fonte di entrate di bilancio della Russia derivante dalla vendita di petrolio e gas, grazie ai gasdotti costruiti dall’Unione Sovietica all’Europa occidentale negli anni ’60 e ’70.

Le esportazioni di gas russo tramite gasdotto verso l’Europa hanno raggiunto il picco di oltre 175-180 miliardi di metri cubi all’anno nel 2018-2019, per un valore di decine di miliardi per Gazprom e lo Stato russo, che detiene una quota di controllo dell’azienda.

L’ACCORDO DI TRANSITO DEL GAS TRA RUSSIA E UCRAINA

Quest’anno, però, le forniture di Gazprom sono ammontate a soli 18 miliardi di metri cubi e sono state inviate attraverso il gasdotto sottomarino TurkStream, secondo i calcoli di Reuters basati sui dati del gruppo europeo di trasporto del gas Entsog. Si tratta del livello più basso dall’inizio degli anni ’70.

Secondo i dati di Gazprom, l’Unione Sovietica ha fornito 19,3 miliardi di metri cubi all’Europa nel 1975, rispetto ai 6,8 miliardi di metri cubi del 1973, nei primi anni delle esportazioni di gas dalla Siberia. Gazprom non ha commentato.

L’IMPORTANZA DEL GASDOTTO TURKSTREAM

Il gasdotto TurkStream è l’unica rotta di transito del gas russo rimasta verso l’Europa, dopo che l’Ucraina ha scelto di non prorogare un accordo di transito quinquennale con Mosca, scaduto il 1° gennaio 2025. Serbia, Ungheria e Slovacchia sono tra i Paesi che ricevono gas tramite TurkStream, oltre alla Turchia.

La Russia esporta gas in Europa anche in forma liquefatta tramite petroliere ed è il secondo fornitore dell’Ue dopo gli Stati Uniti. Solo a dicembre, le forniture tramite il TurkStream verso l’Europa sono aumentate del 12,9% rispetto al mese precedente, raggiungendo circa 56 milioni di metri cubi al giorno. I dati mostrano anche un aumento del 3% rispetto a novembre.

Quest’anno le esportazioni tramite il TurkStream verso l’Europa sono aumentate di circa il 7%, rispetto ai 16,8 miliardi di metri cubi del 2024. Considerando anche la rotta ucraina, le esportazioni hanno raggiunto i 32 miliardi di metri cubi nel 2024, con un aumento del 13% rispetto al 2023. Le esportazioni di Gazprom verso la Turchia ammontano a circa 20 miliardi di metri cubi all’anno.

GLI STOCCAGGI DI GAS DEI PAESI UE

Per quanto riguarda le riserve di gas, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe (GIE), la Germania ha un tasso di riempimento del 58,29%, la Francia del 63,79%, l’Italia del 74,85% e la Spagna del 70,41%. Il tasso medio di riempimento dell’Unione europea è del 63,78%.

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