Sul sito web della Commissione europea sono illustrate alcune delle principali iniziative dell’Unione europea incentrate sulla dimensione sociale della transizione energetica
La transizione dell’Europa verso un sistema energetico pulito e accessibile è in corso. Per avere successo, servono azioni politiche concrete e investimenti significativi. E la transizione dev’essere giusta ed equa per tutti.
La diversità dell’Europa si traduce in sfide diverse nella transizione. Per le regioni che tradizionalmente dipendono dall’estrazione di carbone, lignite, torba o scisto bituminoso per l’occupazione e l’economia, la trasformazione critica del nostro sistema energetico presenta delle sfide uniche.
Le isole dell’Unione europea, di cui 2.400 sono abitate, sono condizionate da circostanze geografiche specifiche e richiedono soluzioni di transizione energetica su misura. Nel frattempo, in tutti i Paesi membri vi sono gruppi di persone che soffrono di povertà energetica, che nel 2023 rappresentavano il 10,6% della popolazione europea. Perseguire una giusta transizione energetica significa adottare misure per garantire che nessuna di queste persone venga lasciata indietro.
IL RUOLO DEL CARBONE NEI PAESI UE
L’uso del carbone nell’Unione europea è in declino. Fino a poco tempo fa il carbone fossile rivestiva un ruolo significativo nel mix energetico Ue; dal 2018 al 2023, ha registrato una forte riduzione del 42% per il carbone fossile e del 40% per la lignite. Il 2022 ha segnato un punto di svolta: per la prima volta nell’Unione europea, il solare ha superato il carbone come fonte di elettricità.
Contro i 13 Paesi Ue che nel 1990 producevano carbone fossile, nel 2023 erano solo 2: la Polonia (97% della produzione totale di carbone fossile dell’UE) e la Repubblica Ceca (3%). Anche qui, però, il cambiamento è evidente: dal 2012 – l’ultimo anno in cui la produzione di carbone ha raggiunto il picco in Polonia – il Paese l’ha ridotta del 39%, e il suo vicino meridionale dell’88%.
Nella transizione verso alternative più pulite, è fondamentale che le comunità e le regioni che tradizionalmente dipendono dall’industria del carbone (le cosiddette regioni “coal+”), per il loro sostentamento, siano attrezzate per realizzare una transizione di successo. Per le regioni carbonifere, la diversificazione verso industrie più pulite e a prova di futuro può contribuire ad attenuare sfide come la perdita di posti di lavoro e i cambiamenti demografici e sociali. A tal fine, è essenziale un coinvolgimento tempestivo delle comunità locali e di altri stakeholder.
IL PROGRAMMA “REGIONI CARBONIFERE IN TRANSIZIONE”
L’iniziativa “Regioni carbonifere in transizione”, istituita dalla Commissione europea, contribuisce attivamente a raggiungere questo obiettivo. Strettamente collegata alla Piattaforma per una transizione giusta, l’iniziativa consente un approccio unico, dal basso verso l’alto, che consente a ciascuna regione di individuare e perseguire le migliori opportunità e soluzioni nel proprio contesto specifico.
In pratica, le pubbliche amministrazioni e gli altri stakeholder rilevanti possono beneficiare di un’ampia gamma di misure di supporto e materiali forniti dall’iniziativa, tra cui assistenza tecnica, scambi tra pari con altre regioni carbonifere, prodotti di conoscenza ed eventi.
Un evento importante nel calendario annuale dell’iniziativa è il Dialogo politico annuale. L’edizione 2025 si terrà a Konin, in Polonia, il 24 e 25 giugno, sotto la presidenza polacca del Consiglio dell’Unione europea. Sarà un’opportunità per le parti interessate delle regioni carbonifere Ue di confrontarsi sui progressi compiuti finora e di avere una discussione aperta e orientata al futuro sulla competitività delle regioni carbonifere in transizione.
IL PROGRAMMA “ENERGIA PULITA PER LE ISOLE DELL’UNIONE EUROPEA”
L’Ue ospita 2.400 isole abitate da 20 milioni di persone: insieme, rappresenterebbero il sesto Paese più popoloso dell’Unione europea. Sebbene molte di queste isole abbiano un ampio accesso a fonti di energia rinnovabili come l’energia eolica, solare e del moto ondoso, spesso mancano delle infrastrutture e degli incentivi necessari e, per ragioni storiche, dipendono dalle costose importazioni di combustibili fossili per il loro fabbisogno energetico.
Per affrontare le sfide specifiche della transizione energetica delle isole, l’iniziativa “Energia pulita per le isole dell’UE” della Commissione europea offre un quadro a lungo termine per aiutarle a generare energia pulita, contribuendo così a ridurre i costi energetici, migliorare la sicurezza energetica, migliorare la qualità dell’aria e creare nuove opportunità di lavoro e commerciali. Il segretariato dell’iniziativa “Energia pulita per le isole UE” sostiene un vasto gruppo di isole (147 dal 2017) e, nell’ambito del programma “30 per il 2030”, supporta 30 isole e gruppi insulari in 10 Paesi Ue nel passaggio completo all’energia rinnovabile entro il 2030.
Il programma offre assistenza tecnica e organizzativa per la pianificazione energetica, lo stoccaggio, il trasporto e altro ancora. Uno degli obiettivi principali è dimostrare che le isole possono abbandonare i combustibili fossili e adottare sistemi alimentati da energie rinnovabili, e che questa soluzione è molto più economica e pulita rispetto al trasporto di combustibili fossili alle isole e alla loro combustione per produrre energia.
LA REDAZIONE DELL’AGENDA PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA PULITA DI PANTELLERIA
All’interno dell’iniziativa “Energia pulita per le isole dell’UE” vi è, ad esempio, lo sviluppo dell’Agenda per la Transizione Energetica Pulita di Pantelleria (CETA), che ha richiesto di trovare un compromesso tra le posizioni e le esigenze, a volte contrastanti, dei diversi stakeholder dell’isola. Gli stakeholder che hanno partecipato attivamente alla redazione del CETA e le loro diverse visioni per l’isola sono descritti di seguito.
– Il Comune di Pantelleria prevede un futuro sistema energetico con un elevato numero di “prosumer” e in cui la maggior parte dei consumi privati è coperto dall’autoproduzione. Prevedono l’organizzazione di cittadini, istituzioni pubbliche e aziende energetiche in una comunità energetica in grado di ottimizzare l’uso delle fonti rinnovabili e ridurre gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili importati dalla terraferma.
– Il Parco Nazionale “Isola di Pantelleria” vuole sostenere la decarbonizzazione sostenibile in ogni aspetto. Tuttavia, l’utilizzo di energie rinnovabili deve essere compatibile con la conservazione dell’ecosistema e del paesaggio, che rappresentano uno dei maggiori patrimoni dell’isola. Tra i compiti più importanti del parco figurano la gestione e l’applicazione di metodi di riqualificazione idonei a integrare le attività umane con l’ambiente naturale e la promozione dell’uso di fonti energetiche sostenibili. Le attività agro-silvopastorali e agrituristiche devono essere quindi sviluppate con l’obiettivo di preservare il territorio e tutelarne i grandi valori naturali.
– S.MED.E. Pantelleria S.p.A. (DSO) è la società privata che gestisce la rete di distribuzione elettrica di Pantelleria (non collegata alla terraferma) e la centrale elettrica a gasolio dell’isola. Prevede un futuro sistema energetico gestito in modo efficiente attraverso la produzione centralizzata di energia rinnovabile, proveniente da grandi impianti fotovoltaici ed eolici, in combinazione con l’accumulo. SMED.E. teme che un’elevata immissione di energia decentralizzata nella rete possa causare problemi di regolamentazione per i servizi di rete.
– S.O.F.I.P. S.p.A. (ESCo) è la società proprietaria di SMED.E. Pantelleria e gestisce direttamente gli impianti di dissalazione per la produzione di acqua dolce. Prevede un processo di decarbonizzazione in cui l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi e l’autoconsumo svolgono un ruolo centrale.
– Resilea A.P.S. vede la transizione energetica a Pantelleria come un’opportunità per attuare un processo partecipativo che vada oltre la fase decisionale e prosegua nella fase di attuazione dell’Agenda per la Transizione Energetica Pulita. Elementi chiave del futuro sistema energetico per Resilea sono il coinvolgimento dei cittadini come parte attiva, la promozione dell’autoproduzione e la creazione di una comunità energetica.
– Il Politecnico di Torino è presente sull’isola da diversi anni per svolgere attività legate alla generazione di energia dal moto ondoso e ha recentemente iniziato a lavorare alla modellizzazione del sistema energetico dell’isola. Il team è composto da ricercatori multidisciplinari che mirano a integrare strumenti hardware e software per simulare scenari energetici futuri, tenendo conto dei vincoli ambientali e degli aspetti socio-economici.
I ricercatori lavorano a stretto contatto con le amministrazioni pubbliche e le industrie del settore energetico, supportando la pianificazione energetica e l’industrializzazione di tecnologie all’avanguardia. Il Politecnico di Torino intende fare di Pantelleria un esempio di best practice internazionale nella pianificazione della transizione energetica e un sito per testare tecnologie innovative nel campo della produzione energetica e dell’uso razionale dell’energia.
IL CENTRO DI CONSULENZA SULLA POVERTÀ ENERGETICA
Affrontare le cause profonde della povertà energetica, che colpisce oltre il 10% della nostra popolazione, è fondamentale per realizzare una transizione energetica giusta per tutti nell’Ue. La povertà energetica colpisce i cittadini di tutti i Paesi Ue. Si verifica quando una famiglia deve ridurre il proprio consumo energetico ad un livello che influisce negativamente sulla salute e sul benessere dei suoi abitanti ed è principalmente dovuta a 3 cause profonde:
– un’elevata percentuale della spesa familiare destinata all’energia
– basso reddito
– scarse prestazioni energetiche di edifici ed elettrodomestici
La crisi innescata dalla pandemia Covid 19, seguita dall’impennata dei prezzi dell’energia e dall’invasione russa dell’Ucraina, ha aumentato la povertà energetica nell’Unione europea, peggiorando una situazione già difficile. Inoltre, i cambiamenti climatici e le ondate di calore più frequenti fanno sì che la povertà energetica estiva – ovvero l’incapacità di mantenere temperature interne confortevoli durante l’estate – sia un problema crescente in Europa.
L’Energy Poverty Advisory Hub (EPAH) è la principale iniziativa Ue per l’azione locale contro la povertà energetica. Fornisce guida online e materiali informativi per le autorità locali e regionali su come diagnosticare, misurare e pianificare azioni volte a contrastare la povertà energetica.
Le sue risorse includono pubblicazioni, un database interattivo di progetti e misure per affrontare la povertà energetica e una serie di corsi pertinenti. Le amministrazioni locali possono anche candidarsi ai bandi di assistenza tecnica per ricevere supporto diretto nell’adozione di misure contro la povertà energetica.
In risposta all’aumento delle ondate di calore in tutta Europa, la campagna “Cities Refresh” del Patto dei Sindaci mette in luce le città e i comuni europei che stanno adottando misure per fronteggiare il caldo estremo.