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Clima

Le lobby dell’industria pressano gli europarlamentari in vista dell’imminente votazione UE sul clima

Il Parlamento europeo è pronto a confermare la sua posizione sulle proposte per ridurre le emissioni di riscaldamento del pianeta più rapidamente in questo decennio

Domani al Parlamento Europeo avverrà un’importante votazione riguardo politiche europee più ambiziose sui cambiamenti climatici. Ecco perché in questi giorni gli europarlamentari sono stati “inondati” di richieste da parte dei lobbisti, con alcune industrie che li hanno esortati a ridimensionare le proposte.

Domani infatti il Parlamento Europeo è pronto a confermare la sua posizione su una serie di proposte per ridurre le emissioni di riscaldamento del pianeta più rapidamente in questo decennio, in vista dei negoziati con i Paesi UE sulle leggi definitive.

Tra le misure messe al voto l’aggiornamento del mercato dell’anidride carbonica in Europa, una tariffa pianificata per imporre costi della CO2 sulle merci importate e un divieto di vendita nell’Unione Europea di nuove automobili con motore a combustione a partire dal 2035.

LE EMAIL DELLE LOBBY AI PARLAMENTARI EUROPEI

Le email ai parlamentari UE viste dall’agenzia Reuters mostrano un forte e improvviso aumento delle attività di lobbying da parte delle industrie, scontente delle posizioni approvate dalla Commissione per l’Ambiente del Parlamento, in attesa della votazione questa settimana da parte dell’intera assemblea. “Siamo sopraffatti dalle richieste e dalle sollecitazioni delle lobby”, ha ammesso Marie Toussaint, parlamentare di Green EU.

Un punto critico è il piano per accelerare l’eliminazione graduale dei permessi gratuiti di CO2 che l’UE offre alle industrie per aiutarle a competere con i rivali stranieri, che non pagano per le emissioni di carbonio, e scoraggiare le industrie dal trasferirsi in regioni con politiche climatiche più deboli. Il piano propone di sostituirli entro il 2030 con un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), un nuovo prelievo sulle importazioni di beni ad alto contenuto di carbonio come cemento, acciaio e fertilizzanti.

LA PROPOSTA UE SUI PERMESSI GRATUITI DI CO2 ALLE INDUSTRIE

La scorsa settimana la Commissione Europea – che elabora le politiche UE – aveva proposto un’eliminazione graduale nel 2036 e l’associazione dell’industria siderurgica EUROFER ha inviato agli europarlamentari una dichiarazione in cui mette in guardia sull’anticipo della data. Il documento, firmato da 50 amministratori delegati e pubblicato online, esorta ad evitare un ulteriore ridimensionamento dell’attuale sistema “fino a quando il CBAM non avrà dimostrato la sua efficacia e non sarà disponibile una soluzione per le esportazioni”.

L’UE afferma che i permessi gratuiti inizieranno quando entrerà in vigore la nuova tassa sul confine del carbonio, per evitare di violare le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, offrendo alle aziende europee una “doppia protezione”.

L’aumento dei costi della CO2 è uno strumento fondamentale nei piani UE per combattere il cambiamento climatico, offrendo alle imprese un incentivo finanziario per ridurre le emissioni. Mentre negli ultimi anni i prezzi del carbonio dell’UE – già in forte aumento – hanno aumentato i costi per chi inquina, hanno anche raccolto miliardi di euro per i bilanci dei governi nazionali.

Tuttavia, molte industrie vogliono mantenere i loro permessi gratuiti più a lungo. Un’altra dichiarazione inviata dalle industrie ad alta intensità energetica ­- tra cui EUROFER, Cefic e Cembureau – avvisa dei rischi che comporterebbe il tagliarle più velocemente. EUROFER per la giornata di oggi ha organizzato un “dinner debate” per gli europarlamentari, per presentare la sua posizione prima delle votazioni dell’assemblea.

LA POSIZIONE DI EUROFER E COPA-COGECA

Un portavoce di EUROFER ha affermato che le aziende siderurgiche europee sostengono gli obiettivi climatici UE e hanno in corso 60 progetti a basse emissioni di carbonio, ma l’accelerazione dell’eliminazione graduale dei permessi gratuiti aumenterebbe i costi del carbonio, lasciando loro meno da investire nella decarbonizzazione.

Anche il gruppo dell’industria agricola Copa-Cogeca ha scritto ai parlamentari europei, avvertendoli che il piano della commissione per l’ambiente è “troppo ambizioso” e comporterebbe un “onere aggiuntivo” per l’agricoltura. Copa-Cogeca ha affermato che un’introduzione più rapida della tassa sul carbonio alla frontiera aumenterebbe ulteriormente i prezzi dei fertilizzanti importati, che sono aumentati vertiginosamente negli ultimi mesi a causa dell’aumento dei costi del gas e delle materie prime.

Altre email hanno mostrato gruppi di lobby dell’automotive che esortano gli europarlamentari ad opporsi ai piani per interrompere le vendite di auto inquinanti nel 2035, mentre i gruppi aeroportuali mettono in guardia contro le proposte di aumentare i costi della CO2 per i voli.

Jytte Guteland, il negoziatore del Parlamento sull’obiettivo di riduzione delle emissioni UE per il 2030, ha esortato i colleghi a tenere a mente gli elettori, che chiedono un’azione più rapida sui cambiamenti climatici: “La società chiede che facciamo di più per il clima”. Con alcuni europarlamentari ancora indecisi, i funzionari dell’Unione Europea hanno detto che i risultati del voto sono incerti.

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