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Big Oil

Le supermajor tra la (ingente) spesa sul gas e gli impegni sulle rinnovabili

La domanda di gas in Europa probabilmente è in una fase di declino strutturale, ma il continente ha bisogno di forniture per sostituire il gas russo, che fino al 2022 è stata la sua principale fonte. Le strategie (anche sulle rinnovabili) di  Eni, ExxonMobil, Shell, TotalEnergies ed Equinor

L’industria del petrolio e del gas potrebbe spendere oltre 1 trilione di dollari per la fornitura di gas naturale, guidata dalla domanda di gas in Europa. È quanto ha affermato lunedì il gruppo di campagna per il clima Global Witness in una nuova analisi dei dati di Rystad Energy. Secondo l’analisi di Global Witness, l’industria oil & gas investirà 223 miliardi di dollari della spesa prevista nella fornitura di gas naturale per l’Europa entro il 2033.

La domanda di gas in Europa probabilmente è in una fase di declino strutturale, ma il continente ha bisogno di forniture per sostituire il gas russo, che fino al 2022 è stata la sua principale fonte. In seguito all’invasione russa dell’Ucraina e al taglio delle consegne di gas russo, l’Europa per soddisfare la sua domanda ha puntato sul GNL e ha aumentato la fornitura dai gasdotti della Norvegia e dell’Africa.

LA SPESA PER LA FORNITURA DI GAS

Le supermajor ExxonMobil, Shell, TotalEnergies, Equinor ed Eni saranno i principali finanziatori della spesa per la fornitura di gas naturale. Secondo Global Witness, le 5 compagnie energetiche, insieme, nei prossimi 10 anni potrebbero spendere un totale di 144 miliardi di dollari per fornire gas all’Europa. “I numeri sono spietati: l’Europa sta entrando in una fase pericolosa, raddoppiando gli investimenti sul gas, e deve fare di tutto per porre fine all’era dei combustibili fossili”, ha affermato Dominic Eagleton, attivista per i combustibili fossili di Global Witness. “La Commissione europea – ha aggiunto Eagleton – deve cogliere l’occasione per accelerare l’uscita dell’Europa dal gas e fissare il 2035 come data obiettivo per eliminare gradualmente questo combustibile fossile costoso, tormentato dalla crisi e dannoso per il clima”.

Solo la scorsa settimana, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha dichiarato che i prezzi più bassi e l’aumento della domanda quest’inverno favoriranno la crescita del consumo globale di gas nel 2024. Nel suo ultimo rapporto sul mercato del gas per il primo trimestre 2024, l’AIE scrive che quest’anno la domanda di gas naturale dovrebbe crescere del 2,5%, dopo un lieve aumento dello 0,5% del 2023.

NON SOLO GAS, L’IMPEGNO DELLE MAJOR SULLE RINNOVABILI

Nonostante le previsioni sugli investimenti sul gas, tutte le principali compagnie energetiche mondiali sono al lavoro anche per espandere le loro attività nel settore delle energie rinnovabili.

RINNOVABILI: I PIANI DI ENI

In Italia, Eni – che nel febbraio 2023 ha presentato il suo piano strategico 2023-2026 – prevede che la capacità di generazione rinnovabile di Eni Plenitude aumenterà ad oltre 7 GW entro il 2026 e ad oltre 15 GW entro il 2030. La società ha l’obiettivo di più che raddoppiare i punti di ricarica entro il 2026, e prevede che l’EBITDA di Plenitude entro il 2026 aumenterà di tre volte rispetto al 2022. Presentando il piano, l’ad di Eni, Claudio Descalzi, aveva spiegato che “la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW, e i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica – la fusione a confinamento magnetico – saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”.

LE STRATEGIE DI EXXONMOBIL

ExxonMobil, nel suo “2024 Advancing Climate Solutions Report”, spiega che sta soddisfacendo entrambi i lati della cosiddetta ‘equazione E’: “soddisfare le esigenze della società in termini di energia e prodotti essenziali e ridurre le emissioni. Il report di ExxonMobil descrive “la nostra determinazione a promuovere cambiamenti significativi, i risultati che stiamo già ottenendo e la resilienza dei nostri piani”.

ExxonMobil continua a lavorare per “raggiungere i nostri piani di riduzione delle emissioni per il 2030 e la nostra ambizione delle zero emissioni nette per il 2050, elettrizzando le operazioni, utilizzando energia a basse emissioni di carbonio e aggiornando le attrezzature; ridurre l’intensità delle emissioni di metano utilizzando le migliori pratiche e l’implementazione di tecnologie avanzate; aiutare altri a ridurre le emissioni sviluppando la cattura e lo stoccaggio del carbonio, carburanti a basse emissioni, idrogeno e litio attraverso la nostra attività Low Carbon Solutions”.

RINNOVABILI: LE POLITICHE DI SHELL

Nel suo “Energy Transition Progress Report 2002”, Shell afferma di “continuare il nostro lavoro per diventare un’azienda energetica a zero emissioni nette entro il 2050, effettuando investimenti significativi nell’energia solare ed eolica, nei biocarburanti e nell’idrogeno. Nel 2022 abbiamo investito 8,2 miliardi di dollari in prodotti energetici e non energetici a basse emissioni di carbonio, circa un terzo della nostra spesa in conto capitale totale, di cui 4,3 miliardi di dollari sono stati investiti in soluzioni energetiche a basse emissioni di CO2, tra cui biocarburanti, idrogeno, ricarica per veicoli elettrici e produzione di energia rinnovabile. I restanti 3,9 miliardi di dollari sono stati spesi in prodotti non energetici, come prodotti chimici, lubrificanti e vendita al dettaglio di generi alimentari, che non producono emissioni quando vengono utilizzati dai nostri clienti”.

LE ATTIVITA’ DI TOTALENERGIES

Sul suo sito web, TotalEnergies scrive che “dobbiamo soddisfare in modo sostenibile i bisogni di una popolazione in crescita, combattendo al tempo stesso il cambiamento climatico. Per farlo, stiamo reinventando e diversificando la nostra offerta energetica per promuovere le energie rinnovabili e decarbonizzate, oltre che risparmiando e ponderando l’utilizzo di energie fossili. Dall’inizio del decennio, ci siamo mossi con risolutezza per trasformare il nostro modello energetico per diventare un’azienda multi-energy e un attore importante nella transizione energetica. Tra il 2017 e il 2021 la nostra capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile è passata da 0,8 a 10 GW. Oggi oltre il 10% dei nostri investimenti sono destinati alle rinnovabili e all’elettricità. Il nostro obiettivo è aumentare la nostra capacità di produzione di elettricità rinnovabile a 35 GW entro il 2025 e a 100 GW entro il 2030″.

L’IMPEGNO SULLE RINNOVABILI DI EQUINOR

Quanto ad Equinor, nel suo “Piano per la transizione energetica”, la major afferma che “nei prossimi 4 anni investiremo 200 miliardi di corone norvegesi (circa 18,35 miliardi di dollari) nelle rinnovabili. I progetti in questo campo, però, richiedono tempo per maturare, e dipendiamo dal fatto che le autorità e altri attori si muovano nella stessa direzione per trovare nuove aree da sviluppare. Un luogo dove tutti i pezzi stanno andando a posto è nel Regno Unito: disponiamo già del primo parco eolico offshore galleggiante al mondo in funzione, lo Hywind Scotland. Il più grande parco eolico offshore del mondo, il Dogger Bank, ha prodotto la prima energia nell’ottobre 2023 e a partire dal 2026 produrrà energia sufficiente per fornire elettricità ad oltre 5 milioni di case britanniche. Abbiamo fatto molta strada anche nella costa orientale degli Stati Uniti, dove prevediamo che i progetti eolici offshore Beacon Wind e Empire Wind forniranno energia rinnovabile sufficiente ad alimentare 2 milioni di case americane”.

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