L’Iraq sta vendendo il petrolio a 20 dollari al barile e ha chiesto alle compagnie di ridurre i budget del 30%. La lettera a Bp, Eni, ExxonMobil e Lukoil
L’Iraq, il secondo maggior produttore di petrolio Opec, sta vendendo il suo greggio a una media di 20 dollari al barile e prevede di parlare con le compagnie petrolifere internazionali dei termini per i pagamenti e i contratti, secondo quanto ha riferito il ministro del petrolio del paese Thamer al-Ghadhban. A riportare la notizia l’agenzia irachena al-Mirbad.
LE TRATTATIVE CON LE COMPAGNIE
L’Iraq sta vendendo circa il 70% delle sue esportazioni di greggio in Asia, secondo quanto riferito da al-Mirbad. Il ministero è anche in trattative con le compagnie internazionali per cercare di trovare il modo migliore per andare avanti, visti i bassi prezzi del petrolio e il loro impatto sull’economia e le finanze dell’Iraq.
“È necessario raggiungere un accordo, in base al quale i pagamenti delle compagnie petrolifere internazionali non rappresentino un onere per le finanze limitate del governo, assicurando al contempo che le compagnie petrolifere internazionali continuino a operare nel paese” ha affermato al-Ghadhban secondo quanto riportato da S&P Global Platts.
BASRAH OIL CO HA CHIESTO DI TAGLIARE IL BUDGET DEL 30%
La compagnia petrolifera statale irachena Basrah Oil Co. ha chiesto a quattro compagnie petrolifere internazionali che operano nel paese di tagliare i budget del 30% e posticipare i pagamenti ai subappaltatori a causa del crollo del prezzo del petrolio.
LA LETTERA A BP, ENI, EXXOMOBIL E LUKOIL
La lettera del 22 marzo di Ihsan Ismaeel, direttore generale di Basrah Oil, è stata inviata a BP, operatore principale del giacimento petrolifero di Rumaila, Eni, che lavora nel giacimento di Zubair, ExxonMobil, operatore di West Qurna 1 e Lukoil della Russia, che lavora a West Qurna 2. I campi hanno una capacità produttiva totale di circa 3 milioni di barili al giorno, ben al di sopra di oltre la metà della produzione totale del paese.
La lettera, visionata da S&P Global Platts, richiede alle compagnie di riconsiderare i programmi di lavoro e ridurre i budget del 30%, informare Basrah Oil della loro capacità di posticipare o dimezzare i pagamenti nel primo e secondo trimestre e modificare i contratti con i subappaltatori per includere “piani di pagamento differiti”.