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Pichetto

L’Italia ha già un problema con le scorie nucleari. Cos’ha detto il ministro Gilberto Pichetto Fratin a Energia Oltre

Il Governo non ha ancora deciso se ed eventualmente dove costruire un deposito per le scorie nucleari che rientreranno all’inizio del prossimo anno. Ne abbiamo parlato con il ministro Gilberto Pichetto Fratin 

Dal Meeting di Rimini il Governo, con i ministri Urso, Tajani e Pichetto Fratin, ha dichiarato apertis verbis che il nostro paese deve valutare con pragmatismo il ricorso all’energia nucleare. Il mix energetico del quale l’Italia ha bisogno per tagliare i vincoli della dipendenza non può, dunque, prescindere da quella atomica.

A dire il vero, il nucleare ha trovato posto anche all’interno del nuovo Pniec. Un argomento critico per il nostro paese che ha alle spalle due referendum, quello del 1987 e del 2011, nel quale, di fatto, si rifiutava il ricorso all’energia nucleare. A pesare il ricordo delle devastazioni generate dagli incidenti di Chernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011.

I NUMERI DEI RIFIUTI NUCLEARI ITALIANI

Ma l’Italia, già oggi, con il nucleare ci deve fare i conti. Nei prossimi mesi rientreranno 1.680 tonnellate di combustibile nucleare esaurito spedito nel Regno Unito e 235 tonnellate dalla Francia. Un accordo del 2006 prevede infatti che l’Italia inviasse nel 2010 190 tonnellate dalla centrale di Caorso e 15 da quella di Trino, per poi riprenderle tra il 2020 e il 2025.

L’IPOTESI DI UN DEPOSITO GEOLOGICO EUROPEO

Il tempo è scaduto, dunque, e l’Italia deve dotarsi di un sito unico dove stoccare i suoi rifiuti radioattivi: 78mila metri cubi di scorie a bassa e media intensità, più 17mila ad alta intensità. “Quando parliamo del deposito di rifiuti nucleari dobbiamo capire se parliamo del deposito geologico o del deposito ordinario a media e bassa intensità – ha detto a Energia Oltre il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ospite del Meeting di Rimini -. Per quello che riguarda il geologico l’Italia ha le “barre” che ha mandato a suo tempo in Francia e Regno Unito che, complessivamente, sono una ventina di caschi, di container, una ventina di tubi, che possono anche rimanere in quei paesi fino a quando si paga l’affitto. Quello con la Francia scade nel 2025. È in corso una valutazione, a livello europeo, per un eventuale deposito geologico a più nazioni”.

PICHETTO: “LOGICO RACCOGLIERE E PROTEGGERE LE SCORIE NUCLEARI IN UN UNICO CENTRO DI RACCOLTA”

Secondo il ministro Pichetto, “la questione seria è quella del deposito di rifiuti a media e bassa intensità”. Scorie nucleari sono prodotte anche nell’ambito di esami diagnostici come “Tac e scintografie”, ricorda il ministro. “Vorrei ricordare che ogni giorno i nostri ospedali ma anche il sistema civile, con gli strumenti anti fumo degli uffici, producono rifiuti definiti radioattivi e come tali hanno bisogno di un deposito di rifiuti nucleari – ha detto il ministro -. In questo momento noi raccogliamo le scorie in svariate decine di punti in Italia, oltre che in ogni ospedale. Considero logico che si possa raggruppare e proteggere in un uno o pochi centri di raccolta ma non 30-40 centri. È una questione di consapevolezza e conoscenza della questione”.

DEPOSITO SCORIE NUCLEARI: TOCCA AL GOVERNO DECIDERE SE FARNE UNO O TENERNE 35

Le strade sinora percorse dal Governo si sono rivelate fallimentari. Le 51 aree potenzialmente idonee a ospitare l’infrastruttura si sono rifiutate e non ha avuto seguito nemmeno la proposta dell’autocandidatura di Comuni volontari. “Sul bando per l’autocandidatura dico una cosa – ha concluso il ministro Pichetto – un Comune si era autocandidato ma ha subito una serie di pressioni per che ha fatto fare marcia indietro. Noi abbiamo una classificazione tecnica, la carta nazionale, che in questo momento è alla valutazione di impatto ambientale, finito questo percorso di valutazione il Governo deciderà cosa fare”. Le alternative non sono molte, il Governo dovrà decidere se fare “una, due o tre depositi o lasciarne 35, com’è attualmente, sparsi in ogni regione d’Italia. È una questione di serietà nell’affrontare la questione e di trasparenza”.

Leggi anche: Nucleare, il deposito nazionale non arriva e i rifiuti potrebbero arricchire Francia e Regno Unito. Ecco come

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