Molte aziende stanno già stipulando accordi per moltiplicare la loro presenza nel settore e acquisire know-how utili alle imprese e rilanciarsi come produttori di componenti, o per abbassare i costi energetici della produzione
Entro fine anno in Italia potrebbe nascere la prima newco (new company) pubblica, gestita dalle principali aziende statali del settore, volta a far tornare il nostro Paese protagonista anche nell’energia nucleare.
Nella nuova azienda Enel avrebbe la quota di maggioranza (51%), Ansaldo Nucleare una quota del 39% e Leonardo il restante 10%. Inizialmente l’attività della newco si limiterà allo studio e alla ricerca sugli SMR (small modular reactors), i reattori di piccole dimensioni su cui già Paesi europei hanno iniziato a puntare. Il tutto nell’ottica di compiere la volontà del governo, ovvero rilanciare l’atomo e, con esso, l’interesse degli operatori.
Un ruolo nella newco potrebbe averlo anche Newcleo, la startup del nucleare pulito lanciata nel 2021 da Stefano Buono, che ha già raccolto oltre 530 milioni di euro.
IL QUADRO NORMATIVO ITALIANO E L’ISIN COME AGENZIA DI SICUREZZA NUCLEARE
Una ulteriore conferma al fatto che il governo stia lavorando su un atomo made in Italy, sono le parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che nel settembre scorso ha confermato il varo di un disegno di legge per la reintroduzione del nucleare in Italia, in base a quale ISIN dovrebbe trasformarsi nell’Agenzia di sicurezza del nostro Paese.
PER L’ITALIA UN IMPATTO DA 50 MLD (2,5% DEL PIL)
Considerando gli scenari di sviluppo previsti in Italia al 2050 (6,8 GW), il nuovo nucleare potrebbe generare un mercato potenziale per le imprese della filiera italiana di 46 miliardi di euro, con un valore aggiunto attivabile di 14,8 miliardi. Tenendo conto poi dei benefici indiretti e indotti, gli investimenti potrebbero abilitare un impatto complessivo per il Paese di oltre 50 miliardi (circa 2,5% del Pil 2023) e attivare fino a 117 mila nuovi posti di lavoro.
A rivelarlo è lo studio “Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività”, realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group e anticipato, nell’ambito della 50esima edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” di TEHA – The European House Ambrosetti.
L’INDUSTRIA ITALIANA È GIA’ PRONTA: CONFINDUSTRIA NON HA DUBBI, EDISON E NEWCLEO PRONTI A PARTIRE
La filiera delle aziende italiane conta almeno 70 realtà già attive nel settore. Alcuni grandi gruppi hanno già dato il loro assenso, come Edison. Il ceo Nicola Monti, sempre a settembre, disse che, appena il Parlamento approverà il nuovo quadro regolatorio, il gruppo è pronto a realizzare due nuovi SMR: due reattori da 340 MW ciascuno, per circa 4 miliardi di investimenti complessivi. Anche Stefano Buono di newcleo si è detto pronto a partire, soprattutto sul suo core business dei reattori modulari AMR di quarta generazione, con potenza di 200 MW.
AUMENTANO GLI ACCORDI TRA AZIENDE, ISTITUZIONI E INDUSTRIA
Molte aziende, del resto, stanno già stipulando accordi per moltiplicare la loro presenza nel settore e acquisire know-how utili alle imprese e rilanciarsi come produttori di componenti, o per abbassare i costi energetici della produzione.
Di recente Saipem e newcleo hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per individuare delle soluzioni innovative per l’applicazione offshore della tecnologia della startup italiana del nucleare per la produzione di energia elettrica a zero emissioni tramite la tecnologia “Small Modular Lead-cooled Fast Reactor” (SM-LFR).
Webuild e Ansaldo Nucleare, nei prossimi 5 anni, collaboreranno invece per lo sviluppo, la commercializzazione e l’implementazione di tecnologie nucleari all’avanguardia: mettendo insieme le competenze complementari dei due gruppi industriali, puntano a sviluppare ed espandere la presenza e l’adozione degli SMR e degli Advanced Modular Reactor (AMR), reattori a fissione nucleare derivati dalle tecnologie di quarta generazione, attualmente in fase di studio, che utilizzeranno nuovi sistemi di raffreddamento, per offrire prestazioni migliori e nuove funzionalità.
IL PATTO TRA EDISON, FRAMATOME E POLIMI
Sul fronte delle competenze, Edison, Framatome e Politecnico di Milano hanno stretto un patto per la ricerca scientifica e tecnologica e per la formazione sul nucleare. Le parti hanno dichiarato infatti che metteranno a fattor comune le rispettive conoscenze e competenze tecniche per sviluppare attività di ricerca, sviluppo e di innovazione nel settore.
L’ALLEANZA EUROPEA SUI PICCOLI REATTORI MODULARI E L’ACCORDO TRA ENEL E ANSALDO
Nel giugno scorso, Enea è entrata invece a far parte dell’Alleanza industriale europea sui piccoli reattori modulari, avviata dalla Commissione europea a febbraio 2024 per accelerare lo sviluppo e il dispiegamento degli SMR in Europa all’inizio degli anni 2030. Infine, non sono da dimenticare l’accordo di collaborazione sugli SMR e AMR, sottoscritto lo scorso marzo da Enel e Ansaldo Nucleare, finalizzato ad esplorare le prospettive di queste due tecnologie, analizzandone in particolare le opportunità in chiave industriale. Infine, da non dimenticare l’ormai storica collaborazione tra Eni e il Massachusetts Institute of Technology (MIT) per generare tecnologie energetiche avanzate in modo sostenibile, in particolare la fusione nucleare. Che, nelle intenzioni, dovrebbe vedere la luce nel 2030 con il primo reattore pienamente funzionante.
LA ROADMAP DEL NUCLEARE IN ITALIA
Per quanto riguarda i tempi del ritorno del nucleare, in base alla roadmap stilata dall’esecutivo, entro fine anno la commissione giuridica sul nucleare, nominata dal Mase e guidata dal giurista Giovanni Guzzetta, presenterà una bozza di legge delega per dare un quadro normativo al settore. In seguito, nei primi mesi del 2025 verrà presentata al Parlamento una legge delega sulla governance del nucleare”.
LA LEGGE DELEGA
Ad una recente audizione alle Commissioni riunite Attività produttive e Ambiente, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato che, “per definire il contesto normativo e il sistema di governance finalizzato a supportare il programma di produzione nucleare sostenibile in Italia, nel quadro del Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine abbiamo inserito un’apposita delega che prevede l’abilitazione della produzione di energia da fonte nucleare, le necessarie infrastrutture, il potenziamento delle risorse umane, la promozione di partenariati pubblico-privati, l’incentivazione di accordi internazionali e la creazione di un quadro finanziario stabile e sostenibile in grado di promuovere investimenti privati nel settore. Il primo passo del gruppo di esperti è presentare entro la fine del 2024 una bozza di testo per la legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie sostenibili (SMR, AMR e microreattori). Il disegno di legge-delega sarà quindi sottoposto al vaglio parlamentare nei primi mesi del 2025”.