L’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede una crescita inferiore a 1 mb/g per il 2024 e il 2025, mentre l’OPEC questa settimana ha previsto una crescita per il 2024 a 2,1 mb/g e per il 2025 a 1,8 mb/g
L’OPEC+ si trova ad affrontare un momento difficile: il cartello dovrà infatti decidere se, e con quanta aggressività, andare avanti con i piani per iniziare ad allentare i freni alla produzione di petrolio nel prossimo trimestre. I livelli di produzione dell’OPEC+ – riporta Axios – influenzano i prezzi globali del petrolio e, per estensione, i costi della benzina, un aspetto con una rilevanza particolare negli anni elettorali.
I FATTORI CHE INFLUENZANO LE DECISIONI DELL’OPEC+
I deboli segnali economici dalla Cina e le metriche contrastanti negli Stati Uniti, tra gli altri fattori, frenano la crescita della domanda. Diversi analisti hanno ridotto le loro stime per il 2024 e il 2025. “Questo rappresenta un problema per l’OPEC”, ha affermato l’Eurasia Group in una nota, spiegando che, a meno che il cartello non cambi rotta, “l’offerta non OPEC e la debole crescita della domanda probabilmente indeboliranno l’ambiente dei prezzi e porteranno il prezzo del Brent al barile sotto gli 80 dollari entro la fine del 2024″. Il conflitto in Medio Oriente è un’enorme incognita, mentre gli osservatori del mercato attendono come l’Iran risponderà all’uccisione di un leader di Hamas a Teheran da parte di Israele.
LA DOMANDA DI PETROLIO
Monitorare la domanda di petrolio non è una scienza esatta. La scorsa settimana, l’ufficio statistiche del Dipartimento dell’Energia statunitense ha ridotto le sue previsioni per il 2025 di 200.000 barili al giorno, a 1,6 milioni di barili al giorno, lasciando invariata la sua stima per il 2024 con un aumento di 1,1 mb/g. L’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede una crescita inferiore a 1 mb/g per il 2024 e il 2025, e questa settimana ha leggermente tagliato la sua stima per il 2025. Anche l’OPEC ha abbassato le stime, sebbene da una base molto più alta: il cartello questa settimana ha previsto una crescita per il 2024 ad “un sano” 2,1 mb/g e per il 2025 a 1,8 mb/g. Eurasia Group è più pessimista e prevede una crescita di 800.000 barili al giorno nel 2024 e nel 2025.
AD OTTOBRE I NUOVI TAGLI DELL’OPEC+
L’OPEC+ prevede di allentare 2,2 mbg di tagli volontari nell’arco di un anno a partire da ottobre, ma afferma che i piani potrebbero cambiare in base alle condizioni di mercato. “Un ritardo nell’avvio del tapering a ottobre, o una sua sospensione successiva, sono fattori molto forti sul tavolo”, ha affermato Bob McNally, presidente di Rapidan Energy Group. McNelly non vede però ancora probabilità di un ritardo superiore al 50%, osservando che i leader dell’OPEC+ sono più fiduciosi nel rafforzare i fondamentali di domanda e offerta rispetto all’AIE e ad altri. Nel frattempo, un articolo dettagliato dell’agenzia Reuters esplora come i produttori di scisto statunitensi continuino a trovare efficienze che consentono una maggiore produzione senza maggiori spese. Secondo un analista di Macquarie, “la produzione superiore alle aspettative sta complicando i piani dell’OPEC+”.
SETTEMBRE SARÀ UN MESE CHIAVE
L’analista di S&P Global Payam Hashempour ha affermato che il mese prossimo fornirà dei segnali più concreti sulla produzione dell’OPEC+ del quarto trimestre. È allora che emergeranno i programmi per i carichi sulle navi e i prossimi prezzi di vendita mensili dei giganti petroliferi statali. “Settembre ci darà sicuramente un’idea migliore della direzione in cui stiamo andando”, ha spiegato Hashempour nel podcast Platts Oil Markets.