L’Opec risponde all’embargo Ue del petrolio russo aumentando (di poco) la produzione. I prezzi del greggio crescono
Nonostante l’embargo al petrolio russo deciso e ratificato dall’Unione Europa, l’Opec+, il cartello dei produttori di greggio, ha deciso di aumentare la produzione di poche centinaia di migliaia di barili. Una cifra giudicata insignificamte dal mercato, che vede i prezzi dell’oro nero aumentare ancora una volta.
Andiamo per gradi.
L’AUMENTO DEI PREZZI DEL PETROLIO
Partiamo dai numeri. I future sul greggio US West Texas Intermediate, Wti, hanno guadagnato 7 centesimi, portandosi a 116,94 dollari al barile, mentre i future sul greggio Brent sono aumentati di 18 cent a 117,79 dollari al barile.
LA DECISIONE DELL’OPEC+
A spingere i prezzi al rialzo è la decisione dell’Opec+ di aumentare la produzione di greggio, dopo l’embargo dell’Ue al petrolio in arrivo da Mosca sulle navi, a 648.000 barili al giorno (bpd) a luglio e agosto, invece di 432.000 bpd come concordato in precedenza.
AUMENTO INSIGNIFICANTE
Un aumento poco significativo. “I commercianti ritengono che l’aumento incrementale sia troppo piccolo rispetto ai crescenti rischi al ribasso dell’offerta derivanti dall’embargo dell’UE in mezzo a un previsto aumento della domanda dalla Cina”, ha affermato Stephen Innes, Managing Partner di SPI Asset Management. Con il calo quotidiano dei casi di COVID-19, il centro finanziario cinese Shanghai e la capitale Pechino hanno allentato le restrizioni relative al contenimento del virus, facendo pensare ad un aumento della domanda di greggio.
RUSSIA RESTA NEL GRUPPO OPEC
Da notare, intanto, che la Russia resta all’interno del gruppo Opec. “Il fatto che la Russia sia stata lasciata nel gruppo suggerisce che la produzione dell’alleanza continuerà a lottare per soddisfare anche questo modesto aumento degli aumenti delle quote”, hanno affermato in una nota gli analisti di ANZ Research.