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Russia

Perché l’embargo UE al petrolio russo è significativo, ma non troppo

Servirà un forte coordinamento tra i 27 Stati membri per prepararsi alla potenziale interruzione di tutte le forniture di gas russo all’Europa

Il Consiglio Europeo questa settimana ha approvato un divieto parziale delle importazioni di petrolio russo nell’Unione Europea. Sebbene non sia perfetto, questo accordo aumenta notevolmente la risposta UE all’aggressione russa contro l’Ucraina. È stato un forte segnale di unità che l’embargo sia stato deciso all’unanimità, dopo difficili discussioni. La volontà della Germania di rinunciare alle importazioni di petrolio degli oleodotti russi ha dimostrato che il Paese è in grado di sostenere l’Ucraina nonostante le potenziali ripercussioni economiche.

La preoccupazione maggiore è che l’attivazione ritardata dell’embargo possa migliorare ulteriormente la situazione della Russia nel breve termine. L’embargo riguarderà il petrolio greggio solo dopo 6 mesi e i prodotti petroliferi dopo 8 mesi. Le esenzioni per alcuni Paesi dell’UE potrebbero estendersi anche più a lungo. Il rischio, quindi, è che un embargo europeo inasprisca i mercati petroliferi globali, spingendo i prezzi più in alto e aumentando i flussi di entrate verso la Russia per diversi mesi.

L’EMBARGO UE AL PETROLIO RUSSO E LE ESENZIONI

L’accordo potrebbe anche sostenere gli scambi di petrolio russo per il resto dell’anno, in contrasto con l’attuale situazione, in cui l’incertezza ha visto il petrolio russo essere scambiato a prezzi scontati rispetto ai prezzi globali. Pertanto, se le misure saranno un duro colpo per la Russia, questo avverrà non prima del 2023.

L’embargo prevede anche delle esenzioni: se colpirà quasi tutto il petrolio marittimo russo (greggio e prodotti petroliferi), sono state concesse delle esenzioni alle importazioni dell’oleodotto Druzhba.
In pratica, gli impegni di Germania e Polonia di porre fine comunque alle importazioni di petrolio dalla Russia entro la fine del 2022 significano che questa esenzione si applica solo al ramo meridionale dell’oleodotto, che attraversa Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

Ai flussi di petrolio russo attraverso l’Ucraina attraverso il ramo meridionale dell’oleodotto Druzhba è stata concessa un’esenzione a tempo indeterminato. Per alleviare le preoccupazioni di concorrenza sleale, sarà vietato il commercio di prodotti petroliferi raffinati dal greggio russo (di nuovo, con potenziali esenzioni).
A questo proposito, è importante notare che a marzo l’Ungheria ha aumentato del 35% le importazioni mensili di greggio russo al livello più alto degli ultimi quattro anni, sfruttando apparentemente gli sconti sui prezzi del greggio Urals.

Tuttavia, i tagli alla domanda dell’Unione Europea diventeranno sempre più difficili da reindirizzare per la Russia, e solo con uno sconto significativo. Alla fine, la Russia potrebbe perdere gran parte dei circa 10 miliardi di euro al mese che l’UE attualmente spende per il suo petrolio.

Ad aprile la riduzione dei flussi russi verso l’UE, il Regno Unito e gli Stati Uniti è stata parzialmente compensata dall’aumento dei flussi verso l’India e la Cina, ma la produzione russa è comunque diminuita di circa il 10% su base mensile.

LA DECISIONE SULLE NAVI CHE TRASPORTANO IL PETROLIO RUSSO

L’UE dispone di leve che possono ostacolare ulteriormente la capacità della Russia di reindirizzare i flussi di petrolio verso Paesi terzi. Oltre il 90% delle navi nel mondo è assicurato tramite l’International Group, un’associazione di assicuratori con sede a Londra. Dopo l’accordo con il Regno Unito, l’UE ha deciso di includere nel suo sesto pacchetto di sanzioni anche il divieto di assicurare le navi che trasportano petrolio russo.

Con questa misura, la spedizione del petrolio russo diventerà più costosa, poiché dovrà fare affidamento su mercati assicurativi meno efficienti; tuttavia, un ritardo di 6 mesi concede tempo ai fornitori alternativi di apportare dei miglioramenti. Gran parte del petrolio russo viene trasportato da navi di proprietà dell’Unione Europea. Sebbene sia stato evitato un divieto di trasporto di petrolio, la pressione diplomatica insieme agli Stati Uniti possono dissuadere i Paesi terzi dall’aumentare in modo significativo le importazioni russe.

LE POSSIBILI RITORSIONI DA PARTE DI MOSCA

L’UE ora dovrebbe essere pronta per le azioni di ritorsione da parte della Russia. È necessario un forte coordinamento a livello dei 27 Stati membri per prepararsi ad una potenziale interruzione di tutte le forniture di gas russo all’Europa. I Paesi UE devono potenziare la piattaforma energetica europea, di recente costituzione, in modo da procurarsi gas per riempire lo stoccaggio prima del prossimo inverno e coordinare l’invio di gas di emergenza in tutta l’UE.

Questo è essenziale per garantire la resilienza del sistema energetico e la solidarietà politica.
La gestione senza gas russo, infatti, dipende fondamentalmente dalla cooperazione tra i singoli Paesi e dal continuo libero scambio di energia oltre confine.

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