Resteranno invece in vigore le esenzioni che consentono i flussi attraverso il ramo meridionale del collegamento, che rifornisce l’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca
L’Unione europea ha proposto di formalizzare l’interruzione dei flussi petroliferi russi verso Germania e Polonia. Le due nazioni sono state autorizzate, in deroga alle sanzioni Ue, a continuare a ricevere petrolio attraverso la sezione settentrionale dell’oleodotto Druzhba. Ciononostante, entrambi i Paesi hanno già smesso di prendere il greggio tramite il collegamento, rispettando i precedenti impegni di ridimensionamento.
Tuttavia, secondo alcuni documenti visti da Bloomberg, c’è una proposta per porre fine alla loro deroga, che era stata concessa quando l’Ue, lo scorso giugno, decise di vietare la maggior parte delle importazioni di petrolio russo.
Sebbene una tale mossa sarebbe in gran parte simbolica – dato che i due Paesi si sono già fermati – il taglio ha costretto diverse raffinerie ad impegnarsi fortemente sul fronte logistico, per accedere a dei greggi alternativi. Almeno una di loro – la PCK Schwedt, vicino a Berlino – è stata costretta a produrre meno carburante per la regione che serve.
Resteranno invece in vigore le esenzioni che consentono i flussi attraverso il ramo meridionale del collegamento, che rifornisce l’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca.
LE IMPORTAZIONI DI GERMANIA E POLONIA NEL 2022
La Germania e la Polonia hanno registrato una media di circa 480.000 barili al giorno di importazioni di petrolio via Druzhba nel 2022. Quelle verso le tre nazioni sul ramo meridionale sono state in media di quasi 290.000 al giorno, un livello che quest’anno è leggermente diminuito.
La proposta di porre fine alla deroga farà parte dell’undicesimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Avrà bisogno del sostegno di tutti gli Stati membri e, essendo i colloqui ancora in corso, potrebbe cambiare.
La Polonia aveva spinto per sanzionare la rotta settentrionale di Druzhba, poiché altrimenti per Varsavia sarebbe stato legalmente difficile rescindere i suoi contratti e attenersi all’impegno assunto lo scorso anno di fermare le importazioni di petrolio russo. Il Paese ha risolto il suo ultimo contratto di fornitura in primavera, dopo che la Russia a febbraio ha interrotto le spedizioni.
IL PETROLIO KAZAKO E IL NUOVO PACCHETTO DI SANZIONI UE
Da quando le forniture di greggio russo si sono interrotte, una piccola quantità di petrolio kazako è passata attraverso l’oleodotto Druzhba. Non si sta parlando di vietarlo, poiché le importazioni provenienti da altri Paesi terzi sono consentite, anche se il petrolio transita attraverso la Russia.
Per chiarire questo punto, le proposte Ue includono anche dei carve-out che consentono di fornire i servizi necessari per consentire l’acquisto, l’importazione o il trasferimento di petrolio originario del Kazakistan e mantenere il Caspian Consortium Pipeline (CPC).
L’obiettivo principale del nuovo pacchetto è reprimere l’elusione delle restrizioni. Le misure proposte includono anche il divieto di ingresso nei porti Ue per le navi che hanno violato i divieti, colpire le navi che spengono i loro sistemi di navigazione e gli strumenti, per limitare il commercio di tecnologie sanzionate che arrivano in Russia attraverso Paesi terzi.