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Girotto Mercato Elettrico Crisi Energetica

Girotto (M5S): Per i rigassificatori si deve tener conto delle esigenze del territorio. Nucleare opzione inesistente

Secondo il senatore del Movimento 5 Stelle, la priorità va alla riforma del mercato elettrico. Spinta su rinnovabili

Intervista al senatore e responsabile Energia del Movimento Cinque Stelle Gianni Girotto. Tra questione Piombino e price cap al gas, passando per nucleare, centrali a carbone e rinnovabili.

D. Qual è la posizione di M5S sui rigassificatori di Piombino e Ravenna?

La necessità dei due rigassificatori è stata indicata dal Ministro della Transizione Ecologica Cingolani per garantire l’approvvigionamento del gas e diversificare le forniture dalla Russia. Con legge, il Parlamento ha individuato le procedure per accelerare le autorizzazioni di queste infrastrutture in deroga a norme ambientali e di sicurezza che invece i territori, seppur con aspetti diversi, rivendicano. Se si vuole realizzare l’opera non possiamo non tener conto di questi aspetti.

È opportuno pertanto che si dialoghi in modo trasparente con le popolazioni per capire e fornire una soluzione concreta alle loro istanze. E certamente si dovranno scegliere aree opportune dal punto di vista della sicurezza, ma anche per le ricadute sull’economia locale. Il rigassificatore non può annullare un’intera economia locale, altrimenti le compensazioni costerebbero di più del beneficio apportato. Inoltre deve essere chiaro a tutti che queste infrastrutture dovranno essere temporanee e impiegate solo nel periodo emergenziale.

D. State pensando di introdurre delle agevolazioni per i territori su cui incideranno questi impianti?

È difficile stabilire il giusto livello di compensazioni che solitamente si concretizzano dopo la realizzazione dell’opera. Crediamo sia più funzionale adottare strumenti di valutazione trasparenti che alimentino il dialogo e il confronto tra le parti al fine di raggiungere una decisione condivisa, che tuteli le economie e garantisca la sicurezza della popolazione locale.

D. Qual è la vostra opinione sul nucleare di nuova generazione?

È principalmente propaganda elettorale montata da alcuni schieramenti politici che sull’energia non hanno argomenti, proposte e soluzioni. Perché parlare di qualcosa che non esiste? Eventualmente aspettiamo che si concretizzi, continuando certamente a fare ricerca, e sottolineo “continuando” perchè l’Italia non ha mai cessato di fare ricerca tramite ENEA e CNR, e partecipando a programmi internazionali. E comunque sono gli stessi scienziati italiani di “Energia per l’Italia” che indicano esplicitamente, al punto 4 del loro Decalogo per le elezioni del 25 settembre che “il nucleare non è la risposta giusta alla crisi”. Scriviamolo in grande su tutti i muri. Stanno parlando gli scienziati, quelli che conoscono meglio di tutti la materia. Parliamo invece dei costi che il nucleare francese ha sul bilancio nazionale: attualmente siamo arrivati a 29 miliardi di euro. Per il sistema produttivo italiano sarebbe stato sostenibile?

D. Qual è la posizione del partito sul prolungamento della vita delle centrali a carbone, come stanno facendo la Germania e altri Paesi europei?

Siamo nella condizione più difficile della nostra storia. Abbiamo un sistema energetico nazionale poco resiliente, non avendo investito come avremmo dovuto negli anni precedenti nella decarbonizzazione energetica ed in particolare nelle rinnovabili. In questa situazione di emergenza non siamo contrari a valutare un prolungamento, ma deve essere ben ponderato e sotto condizioni che siano legate alle reali necessità che l’emergenza richiede, e quindi per un tempo limitato, e con l’impegno comune di procedere il più veloce possibile con gli interventi di decarbonizzazione del sistema energetico, attraverso rinnovabili, risparmio, efficienza e decentramento energetico. Ovviamente con l’applicazione degli accumuli, che sono il pezzo finale del “puzzle” energetico del futuro.

D. Capitolo rinnovabili, l’Italia è in ritardo: M5S cosa propone per incentivarne l’utilizzo?

Dobbiamo definire subito le “aree idonee” dove realizzare gli impianti rinnovabili con procedure autorizzative semplificate e spingere sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, facendole conoscere a tutti gli italiani, che per esempio possono crearne centinaia di migliaia nei condomini, nei quali sino a febbraio 2020 tale soluzione era esplicitamente vietata, mentre ora è legalissima e addirittura incentivata. Naturalmente si dovrà al più presto dare attuazione alle nuove configurazioni con perimetri e potenze estesi. Il MiTE ha recentissimamente dichiarato pubblicamente che completerà il quadro normativo entro fine anno.

D. Tetto al prezzo del gas: nel caso in cui non ci si accordasse su un price cap europeo, voi che cosa proponete?

Nella Commissione Industria del Senato che ho avuto l’onore di presiedere abbiamo approfondito in questi anni con gli stakeholder gli aspetti più rilevanti. L’argomento è complesso e non esiste una soluzione semplice. Servono una serie di interventi che devono riguardare il mercato dell’energia, in particolare sulla determinazione del prezzo che deve rispecchiare il costo reale ed essere liberato dagli effetti speculativi. Il price cap è uno degli interventi che va sostenuto, ma non può essere il solo. Ad esempio la Commissione europea ha proposto l’acquisto e lo stoccaggio aggregato del gas. Credo che sia anche questa una soluzione da perseguire. Inoltre dobbiamo investire molto per spostare i consumi sul vettore elettrico e per la realizzazione di interventi rivolti al risparmio e all’efficienza energetica sulle utenze domestiche e industriali (una sorta di “superbonus energia” per le imprese).

D. Sugli extraprofitti molte aziende energetiche hanno fatto ricorso: cosa ne pensa? Forse la norma andrebbe modificata?

Innanzitutto lamento ancora una volta la totale irrazionalità di una tassazione del 100% degli extraprofitti delle rinnovabili (che sono la soluzione al problema energia), mentre quella sulle fossili (che sono la causa del problema) è del 25%. Una tassazione che sta provocando il fallimento di molti agricoltori, PMI ed enti pubblici, che avevano costruito piccoli impianti per autoconsumo e ora si trovano a cedere elettricità a 65€/MWh e a comprarla a 500. Venendo alla tassazione sulle fossili, certamente la norma va rivista. Nel dibattito parlamentare in Senato avevamo già sollevato il tema, ed è evidente che i risultati dell’applicazione legislativa non corrispondono alle aspettative. Attendiamo la nuova proposta dal prossimo Governo che sia efficace e anche più equa e rispettosa dei produttori delle rinnovabili, che non generano esternalità ambientali come le fonti fossili.

D. In definitiva, cosa si dovrebbe fare per uscire da questa crisi energetica?

Lo ripeto: per un argomento complesso non esiste una soluzione facile. Al di là del fatto che si debba uscire dal TTF utilizzando un altro indice di riferimento, o modificare le regole di funzionamento del TTF stesso in modo da ostacolare al massimo le speculazioni, ritengo che la priorità debba essere rivolta a una riforma del mercato elettrico, con uno stimolo fortissimo a nuove installazioni rinnovabili, specialmente in autoconsumo fisico o virtuale. Il prezzo dell’energia rinnovabile (già molto inferiore rispetto alle fossili) potrebbe scendere ancora. Sono ancora eccessivi, però, i vincoli autorizzativi e burocratici. È urgente pertanto aumentare velocemente le installazioni degli impianti di produzione. Vanno inoltre sviluppate politiche che consentano all’energia rinnovabile di ridurre i prezzi per i consumatori finali, spingendo alla redistribuzione dei ricavi derivanti dalla vendita di energia rinnovabile, direttamente in favore dei consumatori. In questo senso vanno fortemente sostenute le comunità energetiche.

A fronte dell’aumento elevatissimo dei prezzi dell’energia, andranno studiati anche altri strumenti che garantiscano la creazione di un rapporto diretto fra produttori e consumatori e così, effettivamente, trasferire ai consumatori (in forma singola o aggregata) i benefici del minor costo di produzione dell’energia rinnovabile. Accordi diretti, tipo i PPA, fra produttori e consumatori mantengono altissimo lo stimolo allo sviluppo di nuovi impianti e quindi alla generazione di nuova energia rinnovabile e sono dunque strumenti a lungo termine più efficaci rispetto a un semplice tetto al prezzo dell’energia rinnovabile. Come accennavo prima, va poi immediatamente ridotta la tassazione degli extraprofitti delle rinnovabili, ora al 100% (cosa che sta letteralmente rovinando migliaia di PMI, agricoltori ed enti pubblici che hanno impianti per autoconsumo), mentre va alzata e resa efficace quella sulle fossili, ora al 25%, ed estesa ad altri settori che ne hanno avuti, come Assicurazioni e Farmaceutica.

Va rilanciato l’utilizzo di un operatore 100% pubblico per la vendita di elettricità, che persegua esclusivamente l’equilibrio di bilancio e quindi contenga i prezzi. Poi naturalmente va ripensata la struttura stessa del mercato di formazione dei prezzi, il marginal price, che è andato bene negli anni passati per aiutare le rinnovabili, ma ora non è più adeguato: o si trovano correttivi o si procede con la separazione tra mercato termoelettrico e rinnovabili, anche nella forma dei PPA sopra accennati. L’Unione Europea poi deve fare uno scatto in avanti, mettendo in comune gli acquisti e gli stoccaggi e emanando un “Energy Recovery Fund” per ri-costruire la filiera delle rinnovabili (dalle celle fotovoltaiche in poi) e finanziare le installazioni.

Va proseguito il lavoro di efficientamento sia lato edile (e M5S ha già depositato una proposta di bonus edili sino al 2030) sia lato industria, tramite un “superbonus energia industria” per dare credito d’imposta a progetti di efficientamento/autoproduzione rinnovabile. Va fatta una campagna informativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, soluzione strutturale per abbassare i costi per tutti, va emanato il bando PNRR con i 2,2 miliardi di Euro di finanziamento, ed emanato il decreto attuativo che regolerà le grandi Comunità. Vanno completate le regole del mercato elettrico italiano, per consentire finalmente alle rinnovabili di partecipare ai “servizi ancillari”, ora monopolio delle fossili. Sul “Price cap” ho risposto nella domanda sopra apposita.

Quanto sopra sono alcune delle misure principali proposte dal M5S, certamente non tutte, quindi rimando a quanto ho negli ultimi mesi pubblicato nel web, molte delle quali contenute nelle numerose inizative parlamentari di questa legislatura, tra cui l’ultima mozione in materia, che è stata firmata dall’intero gruppo M5S alcuni mesi fa al Senato.



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