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M5s

Ministero Transizione ecologica, ideologia (M5S) non prevalga su realtà

Vincerà il pragmatismo di Draghi o l’ideologia di Grillo e company? Come dimenticare le battaglie su Tap e Tav?

La creazione di un Ministero della Transizione ecologica è entrato come architrave del programma di governo del presidente incaricato, Mario Draghi.

Bon si conoscono ancora i contorni di questa operazione – quanti e quali ministeri sarebbero interessati per la creazione di questo Ministero? – ma sappiamo che il voto previsto per oggi sulla piattaforma Rousseau ha come obiettivo di avallare o no la creazione di un governo proprio incentrato sul tema della creazione di tale Dicastero.

Ci sono molto elementi di novità positiva in questo dibattito: per esempio il fatto che Draghi consideri quello della transizione ecologica il perno sul quale impostare la ricostruzione economica e sociale del paese. D’altronde, quello che molti chiamano ancora semplicisticamente Recovery fund, ha un nome ben preciso: PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Un po’ meno positivo il modo di intendere la transizione ecologica del Movimento 5 Stelle, che nelle origini e nel suo dna ha proprio la battaglia ambientalista nel senso ideologico del termine. Come non ricordare le battaglie di Beppe Grillo e Stefano Montanari (che poi ha preso le distanze da Grillo stesso) contro gli inceneritori e le nanoparticelle, argomenti che facevano (e fanno) molti seguaci agli albori dell’attività pubblica del comico genovese, fondatore del Movimento. Oppure come non ricordare la “crociate” di Alessandro Di Battista e Barbara Lezzi contro la realizzazione del gasdotto Tap? E come non menzionare le battaglie contro la realizzazione della Tav?

Oppure come dimenticare le ultime gesta del ministro uscente dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha sempre avuto un approccio pregiudiziale rispetto alle attività economiche della filiera ambientale. E che ha distribuito soldi a pioggia per monopattini elettrici che “arredano” le nostre città e gli ambienti urbani?

Il programma di un governo nascente e guidato da una personalità come Mario Draghi non può non tenere conto anche del fatto che un eventuale accorpamento tra settori del Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Ambiente (forse con qualche pezzo del Ministero dei Trasporti?) porterebbe via una grande quantità di tempo. Quello che ora non possiamo permetterci, se dobbiamo impiegare bene i fondi che abbiamo a disposizione con il PNRR, e di cui gran parte fanno riferimento proprio al tema della transizione ecologica.

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