La Germania celebra un traguardo epocale raggiungendo a metà 2025 il 50% del suo obiettivo solare per il decennio, ma questo successo record nasconde una nuova, complessa sfida. Mentre la crescita è stata trainata da prezzi bassi e incentivi, ora deve affrontare il rallentamento del mercato domestico e il collo di bottiglia di una rete elettrica inadeguata, entrando in una fase più matura e delicata della sua transizione energetica.
In un sorprendente balzo in avanti, la Germania ha raggiunto a metà 2025 il 50% dell’obiettivo fotovoltaico fissato per il decennio, con oltre 100 GW di potenza installata su un target totale di 215 GW. Un risultato che supera le più rosee previsioni, frutto di un’autentica rivoluzione verde che ha visto il Paese installare impianti a ritmi record: dai 15,4 GW del 2023 ai 17,2 GW del 2024, numeri che hanno riscritto gli standard del settore a livello globale. Eppure, proprio mentre si festeggia questo traguardo, gli esperti avvertono che la parte più complessa del viaggio deve ancora cominciare.
IL MOTORE DEL BOOM E LE PRIME INCRINATURE
Tre fattori hanno alimentato l’impennata degli ultimi anni: il crollo del 40% dei prezzi dei pannelli dal 2020, la corsa all’autoproduzione durante la crisi energetica e una serie di misure governative mirate. La temporanea riduzione dell’Iva al 7% per gli impianti residenziali, unita alla semplificazione burocratica per i mini-impianti da balcone, ha creato una “tempesta perfetta” per la domanda. Ma oggi, mentre i grandi parchi fotovoltaici – grazie ai tempi lunghi di realizzazione – continuano a trainare la crescita, si registrano i primi segnali di affaticamento nel segmento domestico. Le installazioni sui tetti, che rappresentano il 40% della capacità totale, mostrano un calo preoccupante, legato al ritorno alla normalità post-pandemica e alla fine degli incentivi straordinari.
“Ci troviamo a un bivio: mantenere questi ritmi richiederà politiche più sofisticate”, avverte Carsten Körnig dell’Associazione federale per l’energia solare, sottolineando come da ora al 2030 servano 22 GW annui contro i 17 dell’ultimo record. Un’accelerazione che dovrà fare i conti con l’esaurirsi dell’effetto trainante delle misure emergenziali e con la saturazione del mercato iniziale degli early adopter, cioè di quel segmento di consumatori che adotta una nuova tecnologia subito dopo gli innovatori.
LE PROSSIME FRONTIERE: RETI, ACCUMULI E MERCATO ELETTRICO
L’infrastruttura di rete rappresenta – a detta di tutti gli esperti – il collo di bottiglia più visibile. “Ogni nuovo GW solare richiede investimenti paralleli in trasmissione e stoccaggio”, spiega all’Handelsblatt Leonhard Probst del Fraunhofer ISE, evidenziando come i ritardi nei collegamenti alla rete elettrica abbiano già creato situazioni paradossali: impianti completati ma inattivi per mesi in attesa di autorizzazioni.
La sfida tecnica si intreccia con quella economica: secondo Agora Energiewende, l’ondata solare potrebbe abbassare del 23% i prezzi all’ingrosso entro il 2030, ma questo vantaggio verrebbe parzialmente assorbito dai costi di adeguamento del sistema. Il quadro che emerge dal settore è quello di una transizione in divenire, dove il successo iniziale non garantisce il traguardo finale. Con il 15% dell’energia nazionale già coperta dal sole e l’obiettivo di arrivare all’80% da rinnovabili entro sette anni, la Germania ha dimostrato che accelerare è possibile.
Ma come sottolineano gli operatori, servono ora strumenti diversi rispetto alla fase pionieristica: dagli incentivi differenziati per riattivare il mercato residenziale, a meccanismi che favoriscano l’accumulo distribuito, fino a un piano nazionale per l’ammodernamento delle reti. La corsa solare tedesca entra così nella sua fase più matura e delicata.