PwC Strategy& Italia ha condotto un’indagine sugli EV, dal titolo “eReadiness Study 2025”, su circa 18.000 persone in 28 Paesi, con analisi approfondite su profili di consumatori, infrastrutture, incentivi e trend di mercato
L’Italia resta indietro rispetto all’Europa nella mobilità elettrica, con solo il 10,5% di veicoli elettrici (PHEV e BEV), contro una media europea del 24% e percentuali molto più alte registrate in Norvegia (96,1%) e Svezia (61,3%). Nella prima metà del 2025, le immatricolazioni di auto elettriche in Italia e nell’Unione europea sono state molto inferiori alle previsioni del 2021 (-47%), rafforzando le ipotesi di un notevole ritardo nel raggiungimento delle scadenze fissate dall’Unione europea.
Se prosegue questo trend, l’Ue raggiungerà la riduzione del 55% di emissioni di CO2 non prima del 2032 e l’obiettivo zero emissioni oltre il 2040, invece che nel 2035 come previsto. È quanto emerge dalla 6a edizione dell’indagine “eReadiness Study 2025” di PwC Strategy& Italia condotta su circa 18.000 interviste CAWI in 28 Paesi, con analisi approfondite su profili di consumatori, infrastrutture, incentivi e trend di mercato.
EV OWNER, EV PROSPECT ED EV SCEPTIC
Come nelle edizioni precedenti, per capire le esigenze dei consumatori, gli intervistati sono stati divisi in 3 gruppi: proprietari di veicoli elettrici (EV owner), chi pensa di comprarne uno entro 5 anni (EV prospect) e gli scettici (EV sceptic). EV owner soddisfatti, ma sempre più esigenti Il profilo dei proprietari di veicoli elettrici in Italia si sta evolvendo rapidamente. Il 90% si dichiara soddisfatto del prodotto, ma emergono nuove esigenze e punti di attenzione.
La soddisfazione è trainata dall’esperienza di guida e di ricarica. Gli insoddisfatti lamentano invece una carenza nell’infrastruttura di ricarica pubblica (43%), performance inferiori della batteria a basse temperature (36%) e costi di manutenzione superiori alle attese (32%). Gli italiani con un veicolo elettrico ricaricano principalmente a casa o in ufficio (63% del campione), ma cresce l’utilizzo della ricarica pubblica, con il 37% di consumatori (vs. 28% nel 2024) che la utilizzano come soluzione principale.
MIGLIORA LA SODDISFAZIONE DELLA RICARICA PUBBLICA DEGLI EV
In generale, c’è un miglioramento nella soddisfazione della ricarica pubblica (+ 5 p.p. nel 2025 vs. il 2024). Il 43% degli EV owner ha acquistato una soluzione di ricarica privata contestualmente all’acquisto della vettura, mentre il 23% lo ha fatto in un secondo momento. L’installazione della wall-box è un fattore chiave per la soddisfazione dei clienti, che sono più soddisfatti quando è gestita direttamente dal concessionario rispetto a tecnici indipendenti.
Per l’acquisto, il negozio fisico resta il più usato: il 55% acquista nelle concessionarie, il 21% dai rivenditori multimarca e il 14% negli store di noleggio a lungo termine. Il 39% degli EV owner ha scelto il noleggio a lungo termine, mentre gli abbonamenti sono ancora pochi (2%). Il 49% degli EV owner considera l’usato per la prossima auto, a patto che sia garantita una copertura per la batteria (58% dei casi).
ESPERIENZA DI RICARICA E COSTO DELLE VETTURE LE PRINCIPALI BARRIERE
Gli EV sceptic, circa un terzo degli intervistati in Italia, conferma le stesse preoccupazioni emerse nelle edizioni precedenti: autonomia limitata, tempi lunghi di ricarica e costo alto sono le principali ragioni per cui non scelgono veicoli elettrici. In Italia, autonomia e costo sono considerati più importanti rispetto agli altri principali paesi europei (50% vs 41% per l’autonomia e 42% vs 33% per il costo). “Il mercato italiano dei veicoli elettrici resta frenato da un’offerta ancora poco attrattiva nel segmento delle vetture compatte (segmenti A e B), che rappresenta circa il 60% del totale delle immatricolazioni nel nostro Paese e quindi ricopre una fondamentale importanza per lo sviluppo della mobilità elettrica nel mass market. In questa fascia, l’autonomia delle batterie ed i prezzi di acquisto presentano ancora delle differenze significative rispetto alle aspettative dei consumatori” sottolinea Francesco Papi, Partner PwC Strategy& e Automotive Leader.
L’ITALIA E L’eREADINESS INDEX: UN POSIZIONAMENTO DA MIGLIORARE
L’eReadiness Index è un indicatore composito che misura il livello di maturità di ciascun Paese nel percorso di transizione verso la mobilità elettrica di massa. Nel 2025, l’Italia ha ottenuto un punteggio di 2,5 su 5 (in calo di 0,4 punti rispetto all’anno scorso), posizionandosi negli ultimi posti tra i Paesi europei analizzati. A guidare la classifica sono Norvegia (4.4), Singapore (4.3) e Olanda (4.0), più avanti dell’Italia su tutte le dimensioni considerate. Sul fronte delle infrastrutture di ricarica, l’Italia ha registrato alcuni miglioramenti, in particolare grazie all’aumento dei punti di ricarica ultra-fast (>150kW) e a una quota più elevata di energia rinnovabile prodotta.
IL DIVARIO TRA L’ITALIA E GLI ALTRI PAESI EUROPEI
Tuttavia, se confrontato con gli altri Paesi europei, resta un forte divario: le colonnine ultra-fast rappresentano solo il 7% del totale, contro il 17% in Germania e l’11% in Francia e Regno Unito e la penetrazione del numero di punti di ricarica pubblici in relazione al parco circolante rimane stabile (1,4 punti di ricarica ogni 1.000 vetture) ed al di sotto dei valori registrati in altri Paesi come Francia (3,9) e Germania (3,2). “Dal punto di vista della domanda potenziale, il trend è positivo con il 38% (vs. 33% nel 2024) dei consumatori italiani che dichiara l’interesse ad acquistare un EV nei prossimi due anni.
Tuttavia, restano da affrontare le principali barriere che ostacolano la trasformazione di questa domanda potenziale in quote di mercato effettive, specie nelle aree del Centro-Sud dove si concentra la fascia di popolazione meno abbiente. Gli OEM, le utilities ed il sistema pubblico devono lavorare in modo sinergico per garantire ai consumatori vetture ad un costo accessibile e che garantiscano un’autonomia e un’esperienza di ricarica appropriata su tutto il territorio nazionale”, conclude Papi.