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Gas Gazprom

La Russia “pesa” meno sul gas Ue: Gnl e Ucraina determinanti

Per quanto riguarda l’Italia, i progressi fatti dal nostro Paese sono rilevanti, in quanto registrati rispetto ad un trend in crescita costante dei flussi da Mosca dal 1999 al 2019. Per Matteo Villa dell’ISPI “l’Italia nel 2023 ha risparmiato miliardi e miliardi di metri cubi di gas, in linea con il 2022”

Le forniture di gas naturale all’Europa da parte di Gazprom nel 2023 sono diminuite del 55,6%, a 28,3 miliardi di metri cubi, secondo i calcoli di Reuters. I calcoli, basati sui dati del gruppo europeo di trasporto del gas Entsog e sui rapporti giornalieri di Gazprom sul transito del gas attraverso l’Ucraina, hanno mostrato che nell’anno appena trascorso le esportazioni medie giornaliere di gas russo verso l’Europa sono scese a 77,6 milioni di metri cubi, dai 174,8 milioni di metri cubi del 2022.

Nel 2022 la Russia ha fornito in totale all’Europa circa 63,8 miliardi di metri cubi di gas attraverso varie rotte. Gazprom – che non pubblica le proprie statistiche dall’inizio del 2023 – non ha risposto ad una richiesta di commento. Le esportazioni di gas della Russia verso l’Europa – che un tempo era il suo principale mercato di esportazione – sono diminuite drasticamente a causa delle ricadute politiche del conflitto in Ucraina. Al loro picco nel 2018-2019, i flussi annuali raggiunsero i 175-180 miliardi di metri cubi.

I FLUSSI DI GAS VERSO L’ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, i progressi fatti dal nostro Paese sono rilevanti, in quanto registrati rispetto ad un trend in crescita costante dei flussi da Mosca dal 1999 al 2019. Secondo Matteo Villa, Head of DataLab dell’ISPI, è positiva anche la situazione più generale del ricorso italiano al gas: “anche quest’anno, l’Italia continua a risparmiare miliardi e miliardi di metri cubi di gas, in linea con il 2022. Come l’anno scorso ci sta aiutando il clima mite ma, malgrado il calo dei prezzi, stiamo consumando meno, e questa è una nota molto positiva”. L’analista ha sottolineato che “i consumi domestici (essenzialmente riscaldamento) sono in calo del 22%. C’è una leggera ripresa per i consumi industriali, mentre continuano a scendere le quantità di gas utilizzato per produrre elettricità”.

GLI STOCCAGGI EUROPEI E IL PANORAMA DEL GAS IN ITALIA

Quanto alle richieste di gas, i livelli sono contenuti. Gli stoccaggi europei sono poco sotto al 90%. Il gas in Italia arriva via gasdotto e via mare da Stati Uniti, Norvegia, Russia, Qatar, Libia, Egitto, Mozambico, Azerbaigian e Algeria. Quest’ultima ha poi scavalcato la Russia come principale Paese di approvvigionamento al nostro Paese: nel 2022 il 36% del gas totale proveniva da Algeri, una quota che nel 2023 ha raggiunto il 38-40%.

Di recente, intervenendo al festival di Atreju, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha affermato che, per l’energia, “abbiamo bisogno dell’Africa”. In questo senso, Algeria, Libia ed Egitto sono i nostri principali partner, che rafforzeranno il distacco dalla Russia per renderlo definitivo nell’anno che è appena iniziato.

Secondo alcuni analisti, però, a livello globale si sta andando verso un rallentamento della domanda di gas, dopo i picchi del GNL degli ultimi due anni. Kristy Kramer di Wood Mackenzie ha segnalato che, tra il 2022 e il 2023, sono stati presi degli “impegni” per 65 milioni di tonnellate di GNL. Non tutti, però, concordano su questa discesa delle richieste di gas per il 2024.

LE IMPORTAZIONI DI GNL IN EUROPA

I volumi di GNL importati in Europa a dicembre sono andati a Francia (1,32 milioni di tonnellate), Regno Unito (1,12 milioni di tonnellate), Turchia (910.000 tonnellate), Olanda (820.000 tonnellate), Spagna (640.000 tonnellate), Italia (590.000 tonnellate), Belgio (530.000 tonnellate mt), Germania (290.000 mt), Polonia (230.000 mt), Grecia (140.000 mt), Croazia (140.000 mt), Finlandia (130.000 mt), Portogallo (120.000 mt) e Lituania (70.000 mt). Gli Stati Uniti hanno fornito il 51% del GNL totale, mentre la Russia il 13% e l’Algeria il 7%.

Molti analisti prevedono che l’Europa terminerà la stagione di riscaldamento con livelli di stoccaggio superiori al 50%, mentre secondo altri, , se le temperature miti dovessero proseguire, potrebbero arrivare anche al 70-80%.

L’AIUTO DEI DEPOSITI DI STOCCAGGIO IN UCRAINA

Le aziende europee hanno accelerato i ritiri di gas naturale dall’Ucraina, poiché la domanda di riscaldamento aumenta durante i mesi invernali, riducendo le possibilità che il continente soffra di un’altra crisi energetica. All’inizio di quest’anno le aziende si sono rivolte all’Ucraina – che ospita i più grandi stoccaggi d’Europa – per immagazzinare le loro riserve, nonostante il conflitto in corso nel Paese.

Questa decisione ha aiutato i gruppi e i trader del settore energetico ad effettuare prelievi solo relativamente piccoli dagli stoccaggi dell’Unione europea, mantenendo bassi i prezzi del gas e rendendo più facile il loro rifornimento il prossimo anno.

LA CAPACITÀ DI STOCCAGGIO DI GAS DELL’UCRAINA

L’Ucraina ha più capacità di stoccaggio di gas di qualsiasi altro Paese Ue, un’eredità del suo ruolo di area di transito chiave per il gas russo (che, prima dell’invasione, rappresentava quasi il 40% delle forniture di gas Ue). Nel 2022 l’Ue fu colpita da una forte crisi energetica, con Mosca che tagliò le forniture ed i prezzi del gas che in estate salirono a livelli record. L’Ucraina emerse quindi come un’alternativa per trattenere il gas destinato agli Stati confinanti, poiché i siti di stoccaggio Ue hanno raggiunto quasi la capacità massima già a metà ottobre.

L’Ucraina ha offerto anche degli incentivi, delle come tariffe di stoccaggio economiche ed esenzioni dai dazi doganali per 3 anni, consentendo di reimportare facilmente il gas nell’Unione europea, mentre Kiev cerca di integrarsi ulteriormente nel mercato energetico del blocco. La maggior parte dei depositi di stoccaggio si trovano nelle profondità sotterranee dell’Ucraina occidentale, lontani dalle linee del fronte, e Kiev ha offerto ai clienti stranieri fino a 10 miliardi di metri cubi, un terzo della capacità nazionale. Ciò si aggiunge ai 115 miliardi di metri cubi di capacità di stoccaggio dell’Unione europea.

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