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energia fusioni

Nel 2024 le opportunità upstream globali alimenteranno l’attività di fusioni e acquisizioni

Nel primo trimestre 2024 le fusioni in Nord America hanno totalizzato 54 miliardi di dollari (circa l’83% del totale mondiale), con la regione che continuerà ad essere la forza trainante per il resto dell’anno, con quasi 80 miliardi di dollari di asset ancora sul mercato

Dopo il primo trimestre più importante degli ultimi 5 anni per quanto riguarda le transazioni upstream globali, il settore, nella restante parte del 2024, potrebbe vedere altri 150 miliardi di dollari di operazioni di fusione e acquisizione (M&A). Con il valore delle operazioni di Merge & Acquisition globali che quest’anno già supera la soglia dei 64 miliardi di dollari, rappresenta la performance del primo trimestre più forte dal 2019 e un aumento del 145% rispetto al primo trimestre 2023, alimentato principalmente dal consolidamento nell’area dello shale statunitense.

Nel primo trimestre 2024 gli accordi in Nord America hanno totalizzato 54 miliardi di dollari, circa l’83% del totale mondiale, con la regione che continuerà ad essere la forza trainante per il resto dell’anno, con quasi 80 miliardi di dollari di asset ancora sul mercato. Si prevede che il settore dello shale statunitense sarà il motore trainante di questa attività, rappresentando il 66% del mercato, pari a poco più di 52 miliardi di dollari di asset.

LE FUSIONI E ACQUISIZIONI NEL BACINO PERMIANO

Il Bacino Permiano ha dominato le recenti trattative, ma altri giacimenti di scisto sembrano destinati ad attrarre investimenti significativi nel prossimo futuro, con circa 41 miliardi di dollari di opportunità non permiane sul mercato. Tra queste troviamo la potenziale vendita di Grayson Mill Energy focalizzata su Bakken, XcL Resources focalizzata su Uinta, il portafoglio Bakken di ExxonMobil, il restante portafoglio Marcellus non gestito di EQT e alcuni asset di Haynesville da Shell e BP.

Gli aggiustamenti di portafoglio di ExxonMobil, Chevron, Occidental Petroleum (Oxy) e Diamondback Energy sono destinati a rinvigorire l’attività di M&A nel breve termine. Queste società di recente hanno tutte effettuato delle acquisizioni significative, e ora pianificano di disinvestire asset non strategici, aprendo la strada alla crescita tra gli operatori upstream regionali. Ad esempio, Chevron intende cedere circa 10-15 miliardi di dollari di asset entro il 2028, mentre Oxy prevede di disinvestire tra 4,5 e 6 miliardi di dollari.

“Negli ultimi tempi il Bacino Permiano è stato il punto focale per l’attività M&A, ma l’attenzione sta diminuendo, poiché le attività disponibili nel bacino diventano scarse. Con l’interesse ancora forte, però, gli operatori stanno cercando delle acquisizioni fuori dal bacino. Uno spostamento potrebbe essere una possibilità, con asset non permiani al centro della futura pipeline di accordi con il Nord America”, ha dichiarato Atul Raina, vicepresidente Upstream Research di Rystad Energy.

LE FUSIONI E ACQUISIZIONI AL DI FUORI DEGLI STATI UNITI

Nel primo trimestre 2024 l’attività degli accordi è rimasta forte anche al di fuori degli Stati Uniti, con 10,5 miliardi di dollari passati di mano, con un aumento del 5% su base annua. Il settore è stato dominato dalle major del petrolio e del gas upstream BP, Chevron, Shell e TotalEnergies, che complessivamente rappresentano 5,2 miliardi di dollari. La domanda di risorse per la produzione di gas è elevata e rappresenta circa il 66% del totale delle risorse acquistate e vendute nel periodo.

Sebbene il Nord America abbia dominato il panorama globale delle fusioni e acquisizioni, l’Africa ha registrato un’attività notevole, con le transazioni che hanno superato i 5,3 miliardi di dollari, alimentate dalle major upstream di petrolio e gas. L’accordo più importante è stata la cessione da parte di Shell della sua partecipazione del 30% nella joint-venture SPDC in Nigeria al consorzio Renaissance, che comprende circa 520 milioni di barili di petrolio equivalente (boe) di risorse di gas, per 2,4 miliardi di dollari.

La regione è anche testimone dell’interesse delle major del petrolio e del gas anche per le opportunità di esplorazione, con TotalEnergies che ha acquisito una partecipazione gestita del 33% nel Blocco 3B/4B al largo del Sudafrica e un ulteriore interesse in due blocchi al largo della Namibia.

Le fusioni e acquisizioni in Sudamerica hanno registrato un incremento nel primo trimestre, con un totale di asset passati di mano per un valore di 752 milioni di dollari. Ciò segue un periodo tranquillo di trattative, in quanto sono stati spesi solo 790 milioni di dollari nell’intero anno 2023, esclusa l’acquisizione da parte di Chevron della società indipendente statunitense Hess per 53 miliardi di dollari. Questo calo è dovuto principalmente alla sospensione dei disinvestimenti nella compagnia petrolifera nazionale brasiliana Petrobras.

OPPORTUNITÀ DI CRESCITA REGIONALE

Tuttavia, questa battuta d’arresto ha alimentato delle opportunità di crescita regionale, poiché le società upstream brasiliane stanno perseguendo dei piani di espansione alternativi. Sono in corso trattative per una fusione che coinvolgono 4 delle prime 10 società indipendenti del Brasile – 3R Petroleum, PetroReconcavo, Enauta e Seacrest Petroleo –, il che indica una possibile ondata di consolidamento in arrivo. Sebbene questi accordi, presi isolatamente, non possano cementare una tendenza più ampia, queste discussioni enfatizzano gli obiettivi degli indipendenti di ricostituire le riserve e raggrupparle insieme per ridurre i costi.

Alla luce della continua domanda di combustibili fossili, le NOC del Medio Oriente – tra cui ADNOC, Saudi Aramco e QatarEnergy – stanno rafforzando i loro portafogli di gas e GNL, consentendo loro di ridurre le emissioni e diversificare le loro economie nazionali lontano dalla dipendenza dalle entrate petrolifere. ADNOC e Aramco stanno valutando ulteriori opportunità di espansione nel settore del GNL, inclusi potenziali investimenti in Occidente.

QatarEnergy ad inizio anno ha annunciato lo sviluppo di North Field West (NFW), volto ad aumentare la capacità di GNL del Qatar a 142 milioni di tonnellate all’anno (Mtpa), superando il precedente obiettivo di 126 Mtpa. Facendo eco all’approccio di QatarEnergy con precedenti progetti di espansione come North Field East e North Field South, si prevede che QatarEnergy cercherà la partecipazione degli operatori internazionali al progetto NFW. Allo stesso tempo, ADNOC e QatarEnergy stanno perseguendo l’espansione internazionale insieme ai loro partner di lunga data BP e TotalEnergies.

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