Il Presidente Donald Trump e il Cancelliere tedesco Angela Merkel si vedono a Washington e si parlerà anche di Nord Stream 2
Come se non bastasse il Nord Stream 2 a creare divisioni in Europa e problemi con i vicini ucraini, Mosca a sorpresa, si è detta pronta in qualsiasi momento a realizzare nuove condutture per trasportare gas nel vecchio Continente “come ad esempio un Nord Stream 3”. Le parole sono state pronunciate dal presidente di Gazprom Alexander Medvedev nel corso di un’intervista al canale televisivo russo Rossiya-24 TV.
LE RISERVE EUROPEE SI ESAURISCONO? CI PENSA GAZPROM
Ma perché Medvedev si è detto pronto a realizzare un nuovo gasdotto? La ragione è semplice: Gazprom tiene d’occhio da tempo la produzione di gas europea e in particolare il gigantesco giacimento di gas olandese di Groningen la cui produzione è in esaurimento, come del resto quella della stragrande maggioranza delle riserve europee. Già a marzo, il primo ministro olandese Mark Rutte aveva dichiarato che la produzione annua di gas del giacimento sarebbe scesa a 12 miliardi di metri cubi entro ottobre 2022, per terminare nell 2030. Naturalmente per i russi si tratta di notizie importanti e per questo si sono detti pronti a fornire all’Europa tutta la quantità di gas necessaria: “Abbiamo confermato le riserve, abbiamo i trasporti e stiamo costruendo nuove vie di spedizione. Se l’Europa ci dirà di cosa ha bisogno ed è pronta a firmare i relativi contratti, non escludo la necessità di nuovi gasdotti, come ad esempio Nord Stream 3”, ha infatti sottolineato Medvedev.
EUROPA SEMPRE PIÙ DIPENDENTE DALLA VICINA RUSSIA
Nel 2016 Gazprom ha realizzato un incrementato record delle esportazioni raggiungendo il 12,5% a 179,3 miliardi metri cubi mentre nel 2017 ha segnato il top di sempre a 194,4 miliardi di metri cubi di produzione con un aumento dell’8,4%. Con l’aumento delle forniture di gas alla Cina e all’Europa previsto per il prossimo anno, Gazprom, che attualmente rappresenta oltre il 60 per cento delle importazioni di gas europee, prevede di aumentare le sue esportazioni verso il vecchio Continente a ben 200 miliardi di metri cubi. La quota di gas russo nell’Unione europea lo scorso anno è salita al 34,7% dal 33,1% dell’anno precedente.
IL DEPREZZAMENTO DEL RUBLO HA RESO IL GAS RUSSO IL PIÙ CONCORRENZIALE AL MONDO
“Naturalmente, ci sono opportunità per la Russia di fornire gas e aumentare il volume delle forniture in Europa – ha detto il capo del centro per lo studio dei mercati globali dell’energia presso l’Accademia russa delle Scienze Vyacheslav Kulagin a Russia Today -. La competitività del gas russo è elevata, soprattutto dal 2014, da quando cioè il rublo si è fortemente indebolito nei confronti del dollaro e dell’euro, considerando che i costi di estrazione e di trasporto sono ancora in valuta russa”. Gazprom gestisce attualmente il gasdotto sottomarino Nord Stream, che dal 2012 trasporta gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico. Il Nord Stream 2 entrerà in funzione invece entro la fine del 2019. Mentre l’altro versante dell’Europa è interessato dalla realizzazione del Turkish Stream.
TRUMP E MERKEL SI VEDONO IL 27 APRILE: NUOVO ROUND SUL NORD STREAM 2?
Per il momento le controversie più accese sono sul Nord Stream 2, la condotta da 12 miliardi di dollari che il 27 aprile, probabilmente, metterà di fronte in un nuovo round sull’argomento, il Presidente Donald Trump e il Cancelliere tedesco Angela Merkel a Washington. Per i tedeschi il mega-progetto significa energia più economica, pulita e abbondante per soddisfare le esigenze del continente per i decenni a venire. Per gli oppositori – tra cui gli Stati Uniti – c’è in ballo qualcosa di molto più oscuro: un gioco di potere geopolitico che dà alla Russia la possibilità di punire i vicini in fuga e ricattare le potenze europee sempre più dipendenti dal suo gas per mantenere le luci accese. E anche se non fosse questo l’intento, il progetto è già riuscito a raggiungere un obiettivo critico: dividere l’Occidente.
LE MINACCE “IBRIDE” DEI GASDOTTI RUSSI: PER KIEV LA PERDITA DEL 2-3% DI PIL
Indubbiamente, la prevista costruzione da parte della Russia di nuovi gasdotti -in particolare Nord Stream 2 e Turkish Stream -, rappresenta un elemento importante nella lotta di Mosca per il dominio del mercato europeo del gas. Tuttavia, lo sviluppo e il lancio di queste infrastrutture comportano anche minacce di tipo “ibrido” per diversi Stati europei. In primo luogo, non è difficile calcolare che i due gasdotti porteranno fino a 86,5 miliardi di metri cubi di gas – o, più realisticamente, in media fino a 70,75 – bypassando l’Ucraina. Negli ultimi quattro anni il transito medio annuo di gas naturale russo verso i clienti europei attraverso il sistema di trasporto ucraino è stato di 77 miliardi di metri cubi, raggiungendo i 93,5 miliardi di metri cubi nel 2017. Se i piani per Nord Stream 2 e Turkish Stream saranno attuati, Gazprom avrà l’opportunità di ridurre in modo significativo il volume di transito del gas attraverso l’Ucraina già nel 2020. Mosca non nasconde che sia questa l’intenzione: diverse settimane fa, il numero uno di Gazprom Alexei Miller ha ammesso che solo 10-15 miliardi di metri cubi di gas russo sarebbero stati pompati attraverso le condotte ucraine ogni anno con il completamento delle due condutture. Naturalmente questo avrebbe conseguenze negative per Kiev che perderebbe il 2-3 per cento del Pil, pari a circa 3,5 miliardi di per il drastico calo delle entrate derivanti dal transito. “Ciò sarebbe molto doloroso”, ha detto Andrii Kobolev, capo della società statale di energia Naftogaz in una recente dichiarazione.
PER IL NUMERO UNO DI NAFTOGAZ NORD STREAM 2 È UN CAVALLO DI TROIA PER DIVIDERE L’UE E TURKISH STREAM UN DESTABILIZZATORE DEI BALCANI
In secondo luogo, il lancio del Nord Stream 2 e del Turkish Stream colpirebbe i paesi al di fuori dell’Ucraina esacerbando e ampliando le divisioni politiche all’interno dell’Europa. Kobolev ha infatti definito il Nord Stream 2 sulla Ukrayinska Pravda, il 9 aprile scorso, un “cavallo di Troia” che potrebbe dividere l’Ue. Allo stesso tempo, la decisione di lanciare il Turkish Stream potrebbe avere un forte impatto destabilizzante sulla situazione nei Balcani e oltre, dividendo i governi regionali tra loro attraverso offerte concorrenti di gas a basso costo e contratti di transito in una strategia analoga al “divide et impera”. Infine l’attuale “guerra ibrida” della Russia contro l’Ucraina prevede periodicamente il ricatto del gas sotto forma di ultimatum per ridurre significativamente o addirittura interrompere le forniture di gas se Kiev persegue politiche in opposizione al Cremlino. La lezione insomma è chiara: l’Europa diventerà più dipendente dalla Russia dopo il lancio di entrambi i nuovi gasdotti e aumenterà il rischio di essere minacciata da possibili azioni ibride da parte di Mosca.
LE CONTROMOSSE
L’Ucraina possiede 1,1 trilioni di metri cubi di riserve di gas naturale, ed è 26esima al mondo. Tali riserve potrebbero rivelarsi essenziali per Kiev in una situazione di minaccia esistenziale ma dovrà sfruttare la situazione in modo efficiente aprendo subito i giacimenti di gas onshore e offshore, comprese le riserve della piattaforma continentale vicino a Odessa, che si stima contengano 600 miliardi di metri cubi di combustibile, attirando anche investimenti occidentali. Nel Nord Europa, molto dipenderà dai passi concreti che Bruxelles e i governi continentali intraprenderanno nei prossimi mesi per raggiungere gli obiettivi e le raccomandazioni stabilite nella “Strategia di sicurezza energetica dell’UE”, pubblicata dalla Commissione Europea nel maggio 2014. La Germania è chiaramente il principale attore europeo per quanto riguarda Nord Stream 2, e il tempo dirà in che misura Berlino e gli altri paesi europei sono disposti a piegare le loro politiche verso gli interessi comuni di sicurezza energetica. Nell’Europa sudorientale, sarà la posizione della Turchia a essere importante: Ankara perseguirà una politica energetica più diversificata o sarà sempre più legata a Mosca? La decisione finale del governo turco in merito a Turkish Stream sarà particolarmente indicativa in questo contesto.