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Nord Stream 2

Ecco come l’Europa sta mettendo i bastoni tra le ruote al Nord Stream 2

Le regole del mercato del gas europee devono applicarsi a tutti i gasdotti nuovi ed esistenti da e verso paesi terzi.  E occorre tener conto delle sanzioni economiche. Che gli Usa sono pronti a varare

Le regole del mercato del gas applicate a livello europeo devono essere utilizzate anche per tutti i gasdotti che entrano o escono dal territorio dell’Unione europea, con eccezioni rigorosamente limitate. Lo ha deciso la commissione Industria ed energia del Parlamento europeo con 41 voti favorevoli, 13 contrari e 9 astensioni, evidenziando come le eventuali eccezioni alla regola possano essere applicate in casi rigorosamente limitati nel tempo coinvolgendo nella decisione anche gli Stati membri e la Commissione europea.

UESI APPLICANO LE NORME DEL TERZO PACCHETTO ENERGIA UE

Gli eurodeputati hanno chiesto, in particolare, l’applicazione anche ad altre aziende che operano fuori dall’Europa, delle norme del terzo pacchetto energia che disciplinano, tra le altro, l’accesso di terzi, gli obblighi di trasparenza, le tariffe eque e l’adeguata separazione dei produttori dai distributori nella catena di approvvigionamento del gas. Più specificamente, i gasdotti provenienti, ad esempio, da Russia (compreso Nord Stream 2), Norvegia, Algeria, Libia, Tunisia e Marocco dovranno rispettare le disposizioni fondamentali previste per la creazione di un mercato interno del gas, come la separazione dei gestori dei sistemi di trasporto (GRT), la supervisione da parte di autorità di regolamentazione indipendenti e l’accesso di terzi alle infrastrutture, dicono gli eurodeputati.

NORME PIÙ SEVERE SULLE ECCEZIONI

I membri della commissione Industria dell’Europarlamento hanno rafforzato, inoltre, le condizioni che devono essere soddisfatte prima di poter derogare alle regole del mercato del gas, come le eccezioni (per i gasdotti esistenti extra-Ue) o le esenzioni (per quelli ancora da costruire).  In particolare, si sottolinea nel testo votato dai parlamentari europei, è necessario imporre un termine massimo fisso di cinque anni per le esenzioni e aumentare il coinvolgimento della Commissione europea nelle decisioni di deroga, senza dimenticare di coinvolgere gli Stati membri i cui mercati potrebbero essere interessati dalle infrastrutture e le autorità del paese terzo interessato.

SI DOVREBBE TENER CONTO DELLE SANZIONI CONTRO I PAESI TERZI

La commissione Industria ha inoltre introdotto la norma secondo cui, nel decidere le esenzioni per i nuovi gasdotti che entrano nell’Unione europea, la Commissione europea dovrebbe prendere in considerazione eventuali misure restrittive imposte dall’Unione europea, come le sanzioni economiche, nei confronti di un paese terzo.nor

IL RELATORE:  COMPLETAMENTO DELL’UNIONE DELL’ENERGIA CONDIZIONE PRELIMINARE PER LA NOSTRA SICUREZZA E INDIPENDENZA ENERGETICA

“Oggi abbiamo garantito che il nostro mercato del gas si basi sulla piena chiarezza e coerenza giuridica della legislazione esistente, un passo importante verso il completamento dell’Unione dell’energia – ha commentato il relatore del provvedimento Jerzy Buzek (PPE, PL) –. Questo rispetto è una condizione preliminare per la nostra sicurezza e indipendenza energetica, tanto più che la dipendenza dell’Ue dalle importazioni di gas è in costante aumento. Sono ansioso di avviare e, auspicabilmente, concludere i negoziati interistituzionali sotto la presidenza bulgara, che ha la possibilità di lasciare un’eredità nel settore dell’energia”.

QUANDO SI POTRA’ APPLICARE

Con il voto in commissione, gli eurodeputati potranno ora avviare i negoziati con i ministri dell’Ue una volta che il Parlamento abbia approvato il loro mandato, nella sessione plenaria del 16-19 aprile a Strasburgo, e che il Consiglio abbia concordato il proprio approccio al fascicolo.

LA CASA BIANCA DICE NO AL GASDOTTO RUSSO ED È PRONTA ALLE SANZIONI

La decisione europea è arrivata a distanza di poche ore dalle dichiarazioni del portavoce del Dipartimento di Stato americano Heather Nauert che ha ammesso apertamente l’opposizione della Casa Bianca al progetto Nord Stream 2: “Crediamo che il progetto mini la stabilità e la sicurezza dell’Europa fornendo alla Russia un altro strumento di pressione”, ha ammesso Nauert secondo quanto riporta Sputnik News. Aggiungendo che non sono da escludere sanzioni contro le società coinvolte nel progetto. Le osservazioni dell’amministrazione Trump seguono anche di quasi una settimana l’invio di una lettera di un gruppo bipartisan di 39 senatori statunitensi al segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che lo invitava a bloccare la costruzione di Nord Stream 2 usando anche i poteri sanzionatori contro entità statunitensi e straniere che sostengono o espandono il ruolo “quasi monopolistico del gigante russo dell’energia Gazprom nel fornire energia agli alleati degli Stati Uniti”. La Polonia, gli Stati baltici e l’Ucraina si oppongono da tempo  al progetto. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha dichiarato su Twitter di accogliere con favore la posizione del Dipartimento di Stato Usa sulle sanzioni e aggiunto che il progetto “mina la sicurezza energetica dell’Europa portando alla monopolizzazione delle forniture di gas e minaccia l’Ucraina”. Il progetto “dovrebbe essere fermato”, ha scritto Morawiecki. Naturalmente questa situazione che si è creata rischia di spaccare in due il Vecchio Continente, considerando che meno di un mese fa gli amministratori delegati di tre società partner di Gazprom sull’infrastruttura e cioè Mario Mehren di Wintershall, Klaus Schaefer di Uniper, e Rainer Seele di OMV aveva scritto alla Commissione europea chiedendole di fornire supporto legale al piano.

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