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Norvegia

I piani della Norvegia per l’elettrificazione delle piattaforme di petrolio

Ridurre le emissioni dell’industria degli idrocarburi non è solo una necessità ambientale per la Norvegia, ma anche economica

La Norvegia ha intenzione di utilizzare l’idrogeno verde prodotto a terra per alimentare con elettricità “pulita” le piattaforme petrolifere e del gas che si trovano in mare. L’obiettivo è favorire il raggiungimento degli obiettivi climatici e permettere all’industria degli idrocarburi – molto importante per l’economia del paese – di continuare ad operare in un contesto di basse emissioni di carbonio. È vero che i suoi abitanti acquistano più automobili elettrici che convenzionali, ma la Norvegia è un’importante esportatrice di combustibili fossili.

Tuttavia, il piano – dal costo di miliardi di dollari, finanziato principalmente dai contribuenti – potrebbe non rivelarsi così determinante nel ridurre l’impatto ambientale della nazione. La maggioranza delle emissioni di gas serra legate al petrolio e al gas, infatti, non derivano tanto dalla loro estrazione, ma dalla loro combustione.

GLI OBIETTIVI DELLA NORVEGIA SULLE EMISSIONI

Kjetil Lund, a capo dell’autorità norvegese dell’acqua e dell’energia, ha detto a Bloomberg che l’industria petrolifera è quella che più inquinante nel paese: “perciò, se vuoi tagliare le emissioni in Norvegia per raggiungere i target climatici, non andrai lontano senza elettrificarla”.

La Norvegia vuole ridurre del 40 per cento le sue emissioni entro il 2030. Nel 2019 il settore oil and gas nazionale è stato responsabile del rilascio di 14 milioni di tonnellate di gas serra dai suoi impianti: si tratta di una cifra pari al 28 per cento del totale.

Ridurre le emissioni dell’industria degli idrocarburi non è per la Norvegia solo una necessità ambientale, ma anche economica. Sia perché il governo vuole imporre una tassa sui grandi emettitori, sia perché i costi delle quote di carbonio nel sistema di scambio europeo – al quale le aziende norvegesi partecipano – stanno salendo.

La stessa Equinor, la compagnia petrolifera statale della Norvegia, ha riconosciuto – per bocca della dirigente Henriette Undrum – che non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di intermedio di riduzione del 40 per cento delle emissioni al 2030 senza connettere le proprie piattaforme di estrazione alla rete elettrica. La scelta, ha detto a Bloomberg, è tra l’elettrificazione e il taglio sostanziale della produzione di petrolio e gas. Equinor conta di arrivare alle zero emissioni nette entro il 2050.

LE EMISSIONI INDIRETTE

Le emissioni dirette degli impianti di idrocarburi norvegesi sono però sono una piccola frazione del vero impatto climatico del settore. Se si conteggiano anche le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione delle risorse fossili esportate nel 2020, si arriva ad un totale di 450 milioni di tonnellate di CO2: vale a dire nove volte tanto il totale delle emissioni prodotte dalla Norvegia nel 2019, stando ai calcoli di Bloomberg.

E queste emissioni indirette (chiamate in gergo tecnico “Scope 3”) non saranno toccate dai piani di elettrificazione. In sostanza, la Norvegia renderà più “pulita” l’industria oil and gas in patria, ma gli idrocarburi esportati continueranno ad inquinare.

Equinor conta di arrivare, entro il 2050, all’azzeramento netto delle proprie emissioni, anche di quelle legate al consumo finale del petrolio e del gas che vende. Per raggiungere l’obiettivo conta di affidarsi alle tecnologie di cattura del carbonio, per stoccarlo nei depositi sotto il fondale del mare del Nord.

EQUINOR E L’ELETTRIFICAZIONE

Il grande campo petrolifero di Johan Sverdrup, gestito da Equinor, è già completamente elettrificato. Ha avviato la produzione due anni fa e si prevede che continuerà ad operare per più di cinquant’anni. È anche un campo particolarmente “pulito”: l’estrazione del greggio emette all’incirca 0,6 chili di CO2 per barile, molto meno rispetto alla media di 9 chili per barili dell’azienda. La media globale è ancora più alta: 18-19 chili di CO2 per barile di petrolio.

Ad aprile Equinor ha annunciato dei piani per l’elettrificazione delle piattaforme Troll B e C nell’omonimo campo nel mare del Nord, per un costo di 950 milioni di dollari.

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