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Nucleare

Il nucleare? Può essere competitivo sotto il profilo dei costi

Kirsty Gogan di Energy for Humanity’s sostiene che deve seguire il percorso delle energie rinnovabili e ridurre i costi

“Molti sostenitori dell’ecologia e del clima riconoscono che per ridurre urgentemente le emissioni di Co2 e soddisfare la domanda globale di energia in rapida crescita, l’energia nucleare potrebbe svolgere un ruolo significativo. Avendo riconosciuto che i rischi per la sicurezza e gli sprechi sono stati in parte superati, l’unica barriera rimane di fatto il costo, soprattutto se visto attraverso la lente dei recenti sforamenti di bilancio europei”. È quanto sostiene Kirsty Gogan di Energy for Humanity’s sulla base di uno studio condotto nel Regno Unito.

PERCHÉ C’È DIFFERENZA DI COSTI TRA NUCLEARE EUROPEO E USA E QUELLO DI ALTRI PAESI?

La vera domanda da porre, tuttavia, è perché in altre parti del mondo la realizzazione di centrali nucleari rispetta i tempi e i costi previsti. A rispondere è uno studio condotto dall’Energy Technologies Institute del Regno Unito, insieme alla Lucid Strategy del Massachusetts dal quale si evince che il nucleare può essere costoso, ma non dovrebbe esserlo. I recenti progetti nucleari di nuova costruzione in Nord America e in Europa sono stati esposti a ritardi nei tempi e ad aumenti dei costi. Ma gli impianti costruiti in altre parti del mondo nello stesso periodo vengono consegnati a metà, se non addirittura a un terzo dei costi di costruzione europei e statunitensi.

MIGLIORI TECNICHE DI GESTIONE DEI PROGETTI E DI COSTRUZIONE POTREBBERO GIÀ RIDURRE I COSTI

“Dallo studio emerge, innanzitutto, che il nucleare può essere competitivo nel porre una soluzione al cambiamento climatico, a condizione che si seguano le migliori pratiche di pianificazione e costruzione del settore. Non sono necessarie nuove tecnologie per realizzare risparmi significativi, anche se l’innovazione tecnica potrebbe ridurre ulteriormente i costi. Inoltre, dopo aver esaminato i fattori di costo di 33 centrali nucleari di recente realizzazione o in costruzione in tutto il mondo, i ricercatori hanno concluso che le migliori tecniche di gestione dei progetti e di costruzione da sole potrebbero già ridurre il costo delle nuove centrali nucleari convenzionali raffreddate ad acqua anche in Europa e Nord America a 4.000 dollari/kw o 60 dollari/MWH, un livello che lo studio dimostra essere già stato raggiunto o battuto dalla Corea del Sud e dal Giappone, oltre che dalla Cina e dalla Russia. Ciò renderebbe le nuove centrali nucleari competitive con le nuove centrali alimentate a gas anche negli Stati Uniti, che hanno i costi più bassi al mondo. Gli impianti costruiti a questo livello di prezzo potrebbero anche fornire energia flessibile a prezzi competitivi per integrare l’energia eolica, solare e altre energie rinnovabili, senza emissioni”, ammette Gogan. Non solo. Rendere il nucleare competitivo “è un fattore importante anche per scongiurare un ulteriore innalzamento dei livelli di Co2 che hanno già superato le 410 parti per milione per la prima volta nella storia il mese scorso”.

INDIVIDUTATE 35 MISURE PER RIDURRE I COSTI

Nella ricerca sono state identificate 35 opportunità di riduzione dei costi, supportate da prove e direttamente trasferibili al contesto britannico cui lo studio si orienta. Se attuate, le misure potrebbero comportare una riduzione del 30% del costo del capitale per la costruzione di nuovi impianti nucleari. Risultati chiave quali una maggiore certezza dei programmi previsionali, una durata di costruzione più breve e un rischio percepito inferiore ridurrebbero i costi di finanziamento complessivi, anche al tasso d’interesse esistente durante la costruzione. Qualsiasi sostegno pubblico volto a ridurre il costo del capitale dovrebbe pertanto essere subordinato all’attuazione sistematica di queste migliori pratiche di riduzione dei costi e di miglioramento dei risultati. Tra i maggiori fattori di riduzione dei costi, reali e potenziali, lo studio suggerisce il completamento totale della progettazione dettagliata dell’impianto prima della costruzione; la costruzione di più unità in un unico sito; la nomina di un unico responsabile di progetto, preferibilmente il proprietario dell’impianto; investire nella forza lavoro e migliorare la produttività mediante incentivi; una gestione attiva della catena di approvvigionamento.

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