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Sogin

Nucleare, il report Oecd sui rifiuti radioattivi

Al lavoro ha partecipato anche Sogin, con Tiziano Vignaroli, che ha fornito il contributo inerente le best practices aziendali nella gestione dei rifiuti nucleari e dei materiali radioattivi

E’ stato pubblicato da OECD Nuclear Energy Agency il report “Optimising Management of Low-level Radioactive Materials and Waste from Decommissioning”. Il report è stato predisposto da un apposito Task Group, istituito nell’ambito del Working Party on Decommissioning and Dismantling (WPDD/NEA) composto da 28 esperti provenienti da ben 15 Paesi.

ANCHE SOGIN HA PARTECIPATO

Al lavoro ha partecipato anche Sogin, con Tiziano Vignaroli, che ha fornito il contributo inerente le best practices aziendali e la strategia implementata dalla Società nella gestione dei rifiuti e dei materiali radioattivi, basata sui principi di economia circolare.

IL REPORT IN PILLOLE

Il report evidenzia l’importanza che può avere un’efficace strategia di gestione dei rifiuti e dei materiali radioattivi per garantire uno smantellamento sostenibile, sicuro ed efficiente. I rifiuti di livello basso e molto basso rappresentano, infatti, la stragrande maggioranza dei rifiuti radioattivi in volume nella disattivazione negli impianti nucleari di tutto il mondo, ma sono solo una piccola parte dell’inventario radiologico.

La disponibilità di un’adeguata infrastruttura di gestione dei rifiuti, compresi un solido processo e procedure per la gestione dei rifiuti, vie di smaltimento dei rifiuti e un’adeguata cultura della sicurezza, sono componenti chiave di un approccio ottimale alla disattivazione. Riconoscendo il ruolo importante di un’efficace strategia di gestione dei rifiuti nella realizzazione di un programma di disattivazione di successo, il rapporto esplora gli elementi che contribuiscono all’ottimizzazione degli approcci nazionali a livello strategico, descrivendone i principali fattori e le relazioni tra loro. Identifica inoltre i vincoli nell’attuazione pratica dell’ottimizzazione basata sull’esperienza nei paesi membri della Nuclear Energy Agency.

COME CONCLUDE LO STUDIO

“Poiché sempre più impianti nucleari entrano in disattivazione in tutto il mondo, è importante che la gestione della radioattività (molto) bassa (o (V)LLW) sia ottimizzata, poiché rappresenta la grande maggioranza (in volume) delle scorie radioattive generate durante la disattivazione e lo smantellamento” conclude lo studio che identifica una serie di suggerimenti. Ad esempio “è importante avere politiche e strategie appropriate di gestione delle scorie radioattive in atto, così come un quadro normativo adeguato, con una struttura nucleare stabile”. Ma anche avere “responsabilità chiaramente definite” e” assicurare che coloro che intervengono abbiano le giuste competenze e conoscenze per la gestione delle scorie di un sito, impianto o progetto”.

Inoltre, “la proprietà dei rifiuti durante l’intero ciclo di vita dovrebbe essere chiaramente definita” ed è “importante comprendere lo stato iniziale dell’impianto nucleare prima dell’inizio della disattivazione”. La pianificazione strategica della gestione dei rifiuti “dovrebbe avvenire durante l’intero ciclo di vita del programma di disattivazione; e dovrebbe essere messo in atto un forte processo di pianificazione, che include la considerazione della produzione di rifiuti e la loro gestione durante tutto il programma, insieme alla logistica e ai sistemi di gestione dei dati”.

“L’applicazione della gerarchia dei rifiuti può supportare l’ottimizzazione (V)LLW” mentre “la sicurezza dovrebbe essere considerata in modo olistico per la popolazione, i lavoratori e l’ambiente, sia dal punto di vista del rischio radiologico che da quello convenzionale”. Secondo lo studio “è importante riconoscere e rispondere al cambiamento di cultura, competenze e conoscenze necessarie quando si passa da un ambiente operativo a un ambiente di messa in servizio, costruendo conoscenze e competenze nella gestione efficace dei rifiuti e riconoscendo che i rifiuti sono il prodotto chiave della messa in servizio”. In questo senso “un coinvolgimento trasparente e continuo degli stakeholder dovrebbe essere pianificato sin dall’inizio nel progetto”.

Infine “è importante considerare i costi associati alla gestione della (V)LLW con il finanziamento della disattivazione; oltre ad avere un adeguato ammontare di finanziamenti per la gestione della (V)LLW, è anche importante averli a disposizione quando necessario”. Anche “lo stato finale del sito e l’uso futuro del sito dovrebbero essere definiti in anticipo, riconoscendo che il processo di disattivazione, l’inventario radiologico e l’estensione del terreno radiologicamente contaminato potrebbero avere un impatto sull’ultimo stato finale del sito”.

IL LAVORO FUTURO

Durante la stesura della pubblicazione e nelle riunioni del gruppo di lavoro dell’Agenzia per l’energia nucleare (NEA) sulla disattivazione e lo smantellamento (WPDD), sono state individuate diverse aree per potenziali lavori futuri, tra cui “il tema dell’estensione del ciclo di vita delle centrali nucleari e del loro impatto sui rifiuti a bassa attività ([V]LLW)” e “su tutti i rifiuti in generale”. Inoltre “i progetti delle nuove centrali dovrebbero concentrarsi sulla sostituzione di tutti i componenti principali in modo da ottimizzare le scorie derivanti dalla disattivazione” e sull’opportunità di considerare “anche l’ottimizzazione dei rifiuti a livello intermedio (ILW)”. Sono stati anche riconosciuti “i vantaggi dell’armonizzazione dei livelli di bonifica tra i vari Paesi, così come i potenziali miglioramenti della strumentazione disponibile che dimostrano che i livelli di bonifica stabiliti sono stati raggiunti”. “Esistono diversi nuovi metodi di riduzione del volume in cui si potrebbe studiare la certificazione delle forme di rifiuti prodotti; la tecnologia dell’arco al plasma, che produce una forma di rifiuti concentrata con un volume significativamente ridotto, ne è un esempio”, ha concluso lo studio.

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