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Giornali

Nucleare, rinnovabili e clima: cosa dicono i giornali di oggi

Dal via libera all’indagine conoscitiva alla Camera sul nucleare, al nuovo record di allacci in rete per Enel passando per il ricorso respinto sul climate change in Tribunale: ecco di cosa si parla sui giornali di oggi

Se da un lato le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato un’indagine conoscitiva sul tema del nucleare, dall’altro i dati sui nuovi impianti rinnovabili connessi alle reti di distribuzione diffusi ieri da Enel, mostrano che in Italia questi impianti di generazione green corrono più che in altri paesi del mondo. Niente da fare, invece, per la prima richiesta di risarcimento in materia di climate change presentata dalle associazioni ambientaliste contro lo Stato, dichiarata inammissibile dal Tribunale di Roma.

NUCLEARE, LA CAMERA DÀ IL VIA LIBERA ALL’INDAGINE CONOSCITIVA

“Ieri le commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato un’indagine conoscitiva sul tema del nucleare. Le opposizioni – tranne Azione che ha votato a favore – si sono astenute, chiedendo anche la convocazione di associazioni ambientaliste ed esperti notoriamente contrari all’atomo. (…) Assieme alla piattaforma nazionale avviata presso il ministero dell’Ambiente, a cui partecipano soggetti privati e istituzionali, questa indagine costituisce un passo importante verso la presa d’atto delle opportunità ma anche delle complessità del nucleare”. È quanto si legge su Il Foglio di oggi. “(…) I parlamentari devono potersi fare un’idea e comprendere quali sono le ragioni a favore dell’atomo ma anche quali sono gli ostacoli. (…) Non sappiamo se il nucleare alla fine sarà la risposta, ma è importante cominciare a porre le giuste domande”, conclude il quotidiano.

NUOVO RECORD PER GLI ALLACCI IN RETE DI ENEL

“La corsa delle rinnovabili non si arresta, nonostante le difficoltà burocratiche e amministrative non siano del tutto superate. E, da quanto emerge da dati annuali dei nuovi impianti connessi alle reti di distribuzione diffusi ieri da Enel, in Italia questi impianti di generazione green corrono più che in altri paesi del mondo. Nel corso del 2023 i nuovi impianti allacciati in Italia sono stati 360.873, in aumento del 77% rispetto ai 204.106 del 2022, che comunque era già stato un anno record. A livello globale, nei paesi dove il gruppo guidato da Flavio Cattaneo è presente, l’incremento è stato rilevante e pari al 56%, anche se sensibilmente inferiore a quello che si configura come un primato italiano. La capacità collegata alle reti Enel a livello globale (inclusa la Spagna e il Sudamerica) è pari a 68 gigawatt con un totale di 2 milioni di impianti, di cui il 90% si trova in Europa”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “In Italia il ritmo di incremento giornaliero è stato di 1000 impianti al giorno nel 2023. (…) Caso particolare è stata l’Italia, dove per l’appunto si assiste a un primato, perché a spingere verso l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti è stato anche il Superbonus: secondo i dati resi noti dal Gse nei giorni scorsi, 2 gigawatt su circa 4,5 gigawatt di nuova potenza installata nel 2023 in Italia riconducibile a piccoli impianti, sono stati finanziati con il Superbonus. (…)Dei 7,9 gigawatt connessi da Enel nel 2023, 4,7 gigawatt sono stati realizzati in Italia. La capacità connessa nel paese si è concentrata nelle regioni settentrionali con 2,6 gigawatt, con ulteriori 1,1 gigawatt allacciati nelle regioni centrali. Le regioni meridionali e le isole hanno contribuito con 1 gigawatt di nuova capacità. Complessivamente, ad oggi Enel ha collegato circa 39 gigawatt alle sue reti di distribuzione in Italia. In Spagna sono stati collegato impianti per 2,6 gigawatt”, ha evidenziato il quotidiano.

IL TRIBUNALE RESPINGE IL RICORSO SUL CLIMATE CHANGE

“Il Tribunale di Roma ha depositato il 26 febbraio scorso la prima sentenza italiana in materia di climate change, dichiarando inammissibili le domande di risarcimento del danno presentate da un gruppo di associazioni e cittadini contro lo Stato”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “Nel giudizio, avviato nel 2021, lo Stato era chiamato a rispondere per non aver adottato politiche adeguate per contrastare il cambiamento climatico ‘antropogenico”’ Per questo gli attori avevano chiesto al Tribunale di condannare lo Stato ‘’all’adozione di ogni necessaria iniziativa per l’abbattimento, entro il 2030, delle emissioni nazionali artificiali di CO2-eq nella misura del 92% rispetto ai livelli del 1990, ovvero in quell’altra, maggiore o minore, in corso di causa accertanda’ (…). Il Tribunale ha ora dichiarato inammissibili le domande degli attori per difetto assoluto di giurisdizione del giudice ordinario, rilevando, tra l’altro che, «quelli posti in essere dal Governo e dal Parlamento (…) sono (…) atti, provvedimenti e comportamenti manifestamente espressivi della funzione di indirizzo politico, consistente nella determinazione delle linee fondamentali di sviluppo dell’ordinamento e della politica dello Stato nella delicata e complessa questione, indubbiamente emergenziale, del cambiamento climatico antropogenico’ (…)”, si legge ancora sul quotidiano.

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